LODI Balli e festa da Danelli per il libro di Clarita Cavalli VIDEO – .

«Si intitola “La mia vita” il libro di Clarita Cavalli, donna affetta da tetraplegia, presentato domenica e curato da Andrea Abbà. È proprio quest’ultimo, infatti, un ingegnere in pensione, che ha scritto sotto dettatura il libro di Cavalli nel corso di due anni.

Fondazione LODI Danelli, buona danza per Clarita. Video di Cristina Vercellone

L’iniziativa si è svolta domenica, in un momento di festa animato dalla banda di Vignate che compie cento anni.

«Sono andato a fare un giro da Danelli con Luisa Picech, 5 anni fa – racconta Abbà -. La signora Picech mi ha presentato Clarita. Dovevo aiutarla tecnologicamente a scrivere con gli occhi. Poi lei ha iniziato a parlare e io ho iniziato a scrivere. Abbiamo recuperato le sue pagine di quando era al Don Gnocchi di Salice Terme e poi quelle che ho scritto sotto la sua dettatura. Parlava con difficoltà, ma io ero paziente. Ho corretto solo poche parole, ma ho riportato tutti i suoi pensieri, alcuni molto belli e importanti. Per circa 2 anni sono andato da lei due volte a settimana. Lei dettava e io scrivevo. Prima ho iniziato a stamparlo in modo amatoriale, con la stampante di casa, per vedere come veniva, poi siamo andati avanti”.

«Clarita, classe 1986, è nata tetraplegica: fin da piccola ha avuto problemi di deambulazione – racconta -. Suo padre era Rh positivo e sua madre Rh negativo. Gli anticorpi le hanno distrutto il cervelletto. È nata deforme, con dolori lancinanti che le impedivano di camminare. È finita subito su una sedia a rotelle, non aveva l’uso delle mani. Tiene una pallina di spugna tra i pugni per evitare di farsi male. Ha bisogno di una carrozza specifica per la sua forma corporea. Ha vissuto in Messico fino all’età di 12 anni, poi, nel 1982, è tornata in Italia. Molto importante, nel periodo messicano, era il suo grosso cane. Ci sono diversi episodi in cui è andata con suo padre al parco e una cerva è venuta a prenderle lo zucchero su una sedia a rotelle. Tornata in Italia si recò da Don Gnocchi a Salice Terme. Ha frequentato tutte le scuole elementari e medie a Godiasco. Si è diplomata alla scuola di master. Voleva continuare gli studi, ma don Gnocchi disse che non avrebbe potuto seguirla. Quindi trascorreva le sue giornate senza fare nulla. Quando è arrivata in Danelli nel 2016 la sua vita è cambiata”.

Lo dice sempre, la differenza è stata subito evidente. «Dici sempre che qui le giornate sono piene. Mi ha detto subito che voleva scrivere la sua storia – continua Abbà -. Ci sono molti ricordi lì. Ha una grande fede. Ci deve essere una ragione per cui Dio mi ha voluto così. Non mi dispiace affatto. Infatti poi ha preso i voti come monaca laica”.

Nello stesso giorno Abbà ha letto tre poesie di Lorenzo, un ex paracadutista caduto in un incidente e ora seguito da Danelli.

«A me interessa valorizzare le persone – dice Abbà – voglio valorizzare Lorenzo. Faremo una selezione della sua produzione. Voglio continuare a vedere se ha qualcosa di nuovo da raccontare”.

La poesia più bella letta domenica è stata quella dedicata a Luisa Picech che le ricorda il calore di sua madre di 25 anni fa.

 
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