Ciò che resta della notte, il libro rock’n’roll di Francesco Giuliani – .

Ciò che resta della notte, il libro rock’n’roll di Francesco Giuliani – .
Ciò che resta della notte, il libro rock’n’roll di Francesco Giuliani – .

La musica è l’unica via per la pura redenzione. Che sia la tragica epifania di Come una pietra rotolante di Bob Dylan o l’ascesa liberatrice di Lieto da Traffic o dalla presa in giro punk di Dovrei restare o dovrei andare di Lo Scontro. Frammenti di redenzione elargiti generosamente da migliaia di dischi in vinile, “le tante audiocassette, i tanti CD, i DVD, catalogati con ordine ossessivo in un vecchio schedario metallico da ufficio” e dolorosamente ed efficacemente sezionati nelle pagine di Ciò che resta della notte, romanzo d’esordio (collana “Il Portico” della Marlin Editore) di Francesco Giuliani, avvocato, appassionato di arti marziali e Rolling Stones, tastierista in vari gruppi rock di tendenza blues. Un libro in cui “c’è tutto. Sesso e rock’n’roll. Per la droga equipaggiatevi come preferite”, come scrive Anna Pettinelli in quarta di copertina.

Una storia d’amore, morte e rinascita, accompagnata passo dopo passo da una colonna sonora rock. Sarà online e in tutte le librerie dal 21 giugno: un libro che suona come un jukebox con brani musicali suggeriti per ogni capitolo, un connubio di parole e melodia in cui le emozioni si intrecciano con le note. Una trama che affronta temi come l’amore, il senso di colpa e la tentazione di una nuova vita. E ricorda Il danno di Josephine Hart o le complicate tempeste emotive delle relazioni nei racconti di Francesco Piccolo, ma evoca anche le tortuose (e spesso pericolose) dinamiche familiari del bestseller tedesco Charlotte Link.

Il protagonista è Julian (come Julien Temple, il regista di La grande truffa del rock’n’roll?), un affascinante cinquantenne chirurgo plastico di successo, che si è stabilito da tempo a Roma, lasciando Napoli e che si ritrova intrappolato in un matrimonio infelice. L’incontro con un amore sincero e un viaggio nel suo passato lo portano a interrogarsi sulla possibilità di cambiamento. La scrittura, che alterna felicità e malinconia, offre al lettore una profonda riflessione sulle scelte che facciamo, sulla rassegnazione alla quotidianità che ci siamo autoinflitti, sulla porte scorrevoli che a volte accadono davvero. Il fattore scatenante per Julian è il ritorno – costretto dalle esigenze familiari – nella sua città natale, alla quale lo legano ricordi agrodolci e dove, suo malgrado, ritorna.

Lì vivono i suoi amici più cari, tutti componenti dello storico gruppo con cui ha iniziato a suonare da ragazzino. Continua a vivere lì il padre Chuck (altro suggerimento: come Chuck Berry?), americano sbarcato in Italia nel dopoguerra, musicista che ha fatto fortuna prima come deejay e poi come impresario musicale. Ma tra i vicoli della città vecchia aleggia lo spettro di Rosalyn, sua madre, morta suicida quando lui era bambino. Un trauma che segnò la sua vita anche dopo l’addio a Napoli: un matrimonio in rovina, decine di amanti, fino all’innamoramento per la giovane Bianca che incarna la promessa di un nuovo inizio, e l’incontro con l’intuitiva e pragmatica Frida.

Lo scrittore e avvocato Francesco Giuliani, autore di Ciò che resta della notte

“Questa storia è diventata un’ossessione perché sono andato in profondità e ho combattuto i demoni che da sempre mi hanno tolto il sonno: la dipendenza, il tradimento, i meccanismi folli e insondabili che tengono unite o esplodono le coppie – racconta Giuliani – Nella battaglia disperata ho chiesto l’aiuto di il superpotere della musica”.

L’autore scrive nell’introduzione: “Non conosco e non capisco le donne. Ma per me le donne non esistono, esiste Francesca, esiste White, esiste Rosalyn, esiste Frida, esiste Lara, e ognuna di loro è il proprio sangue, il proprio odore; ognuna ha i propri sogni, desideri, voglie, paure, debolezze, vizi. Ho imparato che le donne possono oscurare qualsiasi parte di sé, nasconderla, cancellarla agli altri, per poi saperla riportare alla luce quando vogliono. Questa è la realtà, questo è ciò che li rende irraggiungibili, e chi lo nega o è ingenuo o è stato ferito a morte”. Del resto Jimi Hendrix canta: “Se sono libero è perché sono in fuga”.

 
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