“Cose che non si dicono”, il coraggio di Antonella Lattanzi di raccontare l’indicibile – .

“Cose che non si dicono”, il coraggio di Antonella Lattanzi di raccontare l’indicibile – .
“Cose che non si dicono”, il coraggio di Antonella Lattanzi di raccontare l’indicibile – .

Ci sono cose che non vengono raccontate perché la vergogna potrebbe essere troppo grande, perché non sempre chi ascolta è disposto a portare il peso del dolore. E il segreto offre l’opportunità di credere che non sia successo nulla.

L’autore Antonella Lattanzi, dopo mesi di silenzio ha trovato le parole per raccontare l’indicibile: “Cose che non si dicono” (Einaudi, 2023) è un coraggioso romanzo autobiografico sulla sua dolorosa battaglia per la maternità. Vincitore di Premio meraviglioso 2024il romanzo è tra i dodici libri nominati per il Premio Strega 2024.

“Cose che non si dicono”, la trama

Dopo due aborti volontari a diciotto e vent’anni, Antonella, alla soglia dei quaranta, sente che è arrivato il momento giusto per avere un figlio insieme ad Andrea, il suo compagno. Se prima non voleva, perché intenta a realizzare il suo sogno più grande – diventare una scrittrice – ora sente che è arrivato il momento di diventare mamma.

È un libro che parla di felicità, follia, senso di colpa e senso di colpa. Una dura confessione in cui Antonella racconta la sua storia percorso verso la maternità, segnata dalla difficoltà di rimanere incinta in modo naturale, e dalla necessità di ricorrere per tre volte alla MAP (procreazione medicalmente assistita). L’autore non si ferma davanti a nulla, forse raccontandoci più di ogni altra cosa il potere della scrittura.

Anch’io ho meritato quello che è successo perché, mentre cerco di trovare il coraggio di scrivere tutto questo, penso: sarà un libro? Sarà un bel libro? Me lo sono meritato perché, anche adesso, invece di pensare solo a quello che è successo, penso a scrivere. Anche adesso che le tre bambine non ci sono più.

Antonella, infatti, è divisa tra il desiderio di maternità e l’uscita di un romanzo salvifico, “Questo giorno che incombe” (HarperCollins, 2021) in cui – guarda caso – riunisce la gioia ma anche il rancore che una donna la madre può provare compassione per i propri figli. In mezzo, il lockdown, le visite mediche, le ecografie, i lunghi ricoveri, i silenzi, la rassegnazione e il rifiuto di accettare il destino.

Ci hanno detto che erano tre bambine il giorno prima di morire. Quanto sei esagerata, vita.

Trovare le parole giuste usare in questi casi è un esperimento impossibile anche per una scrittrice, ci prova Antonella Lattanzi: gravidanza, gravidanza, figli, riduzione… sono parole che non userà più dal momento in cui scopre di essere incinta di tre gemelli, è un gravidanza a rischio secondo tutte le ipotesi. Ma sono le uniche parole che può usare per raccontare questa storia che è la sua e quella di tutte le donne: libere, caparbie, ambiziose, contraddittorie.

Antonella Lattanzi, scrittrice e sceneggiatrice, è nata a Bari nel 1979 e vive a Roma. Ha scritto i romanzi “Devozione” (Einaudi 2016), “Prima che tu mi tradisca” (Einaudi 2013), “Una storia nera” (Mondadori 2017) da cui è stato tratto un film, “Questo giorno che incombe” e le sceneggiature di i film Fiore (2016), “2night” (2016), “Il campione” (2019), Nastro d’Argento per l’opera prima.

In questo romanzo ci riesce mettere insieme tutti i pezzi: le gioie e i dolori, i momenti in cui era combattuta tra il desiderio di essere madre e la passione per la scrittura, i momenti in cui si sentiva la peggiore madre del mondo e i giorni in cui ammetteva che scrivere questo libro la faceva sentire terribile.

Non è un libro di memorie, non è uno sfogo. “Cose che non si dicono” è un romanzo rabbioso, in tutto e per tutto devastante, in cui l’autrice dialoga con la lettrice e con i suoi dubbi sulla genitorialità: voglio un figlio? Sarò un buon padre/madre? Cosa ne sarà di me e delle mie ambizioni?

Un romanzo consigliato a chi non ha paura della verità. Sarà difficile uscire indenni e impassibili dalla sua lettura.

 
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