L’ultimo mago | La carta – .

L’ultimo mago | La carta – .
L’ultimo mago | La carta – .

La recensione del libro di Francesca Diotallevi edito da Neri Pozza, 240 pp., 18 euro

Sono quello che sono e non potrei essere nient’altro. A volte, però, mi sembra di non essere nemmeno un uomo… solo un’ombra”: Gustavo Rol si è sempre presentato così, non un vero essere umano ma un’ombra che fugge (soprattutto da chi vorrebbe smascherarlo) in TV), incombente e avvolgente. Francesca Diotallevi, che di ombre se ne intende perché ne ha scritto in romanzi precedenti (per esempio in Solo dai tuoi occhi, il romanzo su Vivian Maier, che fotografava solo l’ombra di se stessa), trasforma Gustavo Rol – che non non vuole essere definito né un mago, né un medium, né un mago – in una figura onnisciente e sfuggente, che è lì anche quando non può essere vista: una persona realmente esistita, certo, ma anche un personaggio di un romanzo. Questo, appunto, dal titolo L’ultimo mago.

Diotallevi, autrice ammirevole, sapeva benissimo che non poteva scrivere di Rol lasciandogli il gioco. Il burattinaio muove fili invisibili e si mostra alla fine, così la sua storia viene portata alla luce da un altro protagonista, Nino Giacosa, che torna da Roma alla sua Torino con un passato pieno di disillusione. Sconvolto dai debiti di gioco, perseguitato dai fantasmi di El Alamein e alla ricerca di una storia da scrivere, Nino si reca nell’unico luogo possibile, che è anche il più doloroso: a casa del suo (ex) migliore amico Giorgio e di sua moglie Miriam. , un tempo amato dallo stesso Nino.

Proprio attraverso Miriam, Nino incontrerà Gustavo Rol e se dapprima la osserverà con grande scetticismo, poco a poco, tra una passeggiata e l’altra nella loro gelida Torino, tra questi due uomini così diversi ma con aspirazioni molto simili. ‘instaurerà un rapporto di intensa complicità.

Francesca Diotallevi è abilissima nel costruire storie che convergono sempre sul tema assoluto, al quale nessun autore può sottrarsi: la scrittura. “Dio, che mostruosità era quella scritta”, dice Nino, ed è chiaro che questa mostruosità contiene tante cose, molto vicine alla “magia” di Rol. La menzogna che si trasforma in realtà, l’improbabile che diventa probabile, l’invisibile che assume una nuova consistenza, soprannaturale e non scientifica, certo, ma non per questo meno veritiera.

Le ombre, per Diotallevi come per Rol (e come per Edward Bulwer-Lytton, che già a metà Ottocento sosteneva che il soprannaturale era ciò che la scienza non aveva ancora codificato), non sono altro che possibilità inesplorate e questo romanzo sul potere dell’uomo L’immaginazione, sul potere delle storie – scritte e raccontate nella penombra di un salotto torinese – è testimonianza di come una penna inconfondibile come quella di Francesca Diotallevi possa trasformare la magia in ottima letteratura.

Francesca Diotallevi
L’ultimo mago
Neri Pozza, 240 pp., 18 euro

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV Stivali di velluto. Un cold case per Giulia Vella – Giuseppina Torregrossa – .
NEXT da venerdì al 7 agosto sarà protagonista il genere letterario in voga nel Medioevo – .