Qual è il miglior romanzo candidato al Premio Strega 2024 (secondo me) – .

Qual è il miglior romanzo candidato al Premio Strega 2024 (secondo me) – .
Qual è il miglior romanzo candidato al Premio Strega 2024 (secondo me) – .

In definitiva, il Premio Strega 2024 dovrebbe essere un affare a doppio senso. Da un lato L’età fragile di Donatella Di Pietrantonio, per molti la vincitrice ‘annunciata’ del massimo premio letterario italiano; dall’altra Chi dice e chi tace di Chiara Valerio. Nella classifica che ha delineato i sei finalisti, l’autrice abruzzese è forte al primo posto con 248 voti, lo scrittore di Scauri – frazione del Lazio dove è ambientato il suo romanzo – è arrivato terzo, con 213 preferenze. A mio parere, però, merita la vittoria finale chi si è ‘piazzato’ al centro, con 243 voti: Inverno di Dario Voltolini.

Le tre opere più votate lo scorso 5 giugno (quando al Teatro Romano di Benevento furono annunciati i magnifici 6) sono più o meno brevi: 192 pagine al L’età fragile288 p Chi dice e chi tace (ma nel formato ‘mignon’ di Sellerio), 144 per Inverno (in un’edizione altrettanto super compatta di The Ship of Theseus). Romanzi serrati, con narrazioni che non lasciano spazio a ostacoli o tempi morti. Ognuna delle tre opere si distingue a modo suo: Di Pietrantonio è riuscito a costruire una cornice su cui memoria, solitudine e dolore viaggiano su binari interconnessi; un romanzo che trova la sua grandezza nell’indagine complessa della fragilità che è costante nella vita dei genitori, dei figli, di chiunque. Ambiguità, desiderio, domande che necessitano di risposte sono i capisaldi dell’ultimo lavoro di Chiara Valerio, una sorta di giallo del suo genereda cui emerge un personaggio femminile come non si vedeva da tempo nel panorama letterario italiano. Un personaggio che sembra avere chiari riferimenti, quello di Vittoria. Un personaggio di dimensioni, “mitologico” a suo modo, misterioso e potente, fulcro verso cui convergono tutti i fili della narrazione. Entrambe sono opere persuasive che hanno qualcosa da dire. Ma ripeto, opinione personale, Inverno ha una marcia in più.

Vado troppo lontano, e nel farlo riprendo le parole, Non lo voglio, di Sandro Veronesi (vincitore del Premio Strega 2020 con Il colibrì) che ha proposto come Amico della Domenica Inverno: “Ci sono libri così belli che stupiscono. Cosa hanno in più degli altri? Magari l’autore ha già scritto altri libri bellissimi, è una figura nota, apprezzata, i suoi pregi sono noti e la qualità della sua scrittura non dovrebbe sorprendere nessuno: e invece in quei libri lo fa, sorprende, stupisce”. Ecco, Inverno di Voltolini, anche se piccolo e veloce, è un romanzo che sorprende.

Inverno è la storia di Gino Voltolini, il padre dell’autore. Macellaio di professione, passa le giornate a separare muscoli, asportare organi e ossa. E poi li vende ai clienti del mercato di Porta Palazzo a Torino. Un lavoro come tanti, ripetitivo e che non lascia spazio a variazioni sul tema, ma che è “un traghettatore tra le due sponde della carne”, quella viva e quella morta. Per un brutto scherzo del destino, Gino contrae un batterio sul lavoro. Inizia con un’infezione, continua con la spossatezza, una diagnosi fatale, protocolli sanitari, viaggi in cliniche all’estero. Dario, il figlio, ha solo vent’anni, vede il padre deteriorarsi davanti a sé e capisce la vicinanza dell’addio.

Quello di Voltolini è un romanzo ritmato, cadenzato, con una velocità narrativa che non disturba, anzi. La punteggiatura e talvolta anche la sua quasi totale mancanza, se non alla fine della frase, aumentano la drammaticità, rendono l’opera una centrifuga di emozioni, aguzzano la percezione, aumentano il disorientamento all’inizio del racconto. Inverno È un romanzo di tagli, crepe, carne, sangue e dolore. È un crescendo di emozioni che si incuneano nello stesso modo in cui il coltello taglia e si insinua nella carne. Scende nelle profondità dell’animo umano, sperimenta ciò che forse non ha mai sperimentato prima, ma è ancora possibile coglierne il terribile dramma. Inverno È un romanzo senza dialoghi – non ne ha bisogno – ma dialoga con il lettore come pochi altri.

Per completezza, gli altri tre romanzi in lizza per la vittoria lo sono Romanzo senza umani by Paolo di Paolo (Feltrinelli) Riparare l’universo by Raffaella Romagnolo (Mondadori) and Autobiogrammatica di Tommaso Giatrosio (minimo fax).

 
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