Libri per bambini: come trovare quelli buoni

scritto da

Marina Marzulli

Nato a Bergamo nel 1983. Giornalista professionista, scrivo principalmente di automobili (ma amo le bici), di bambini e di famiglia (ma amo la solitudine).

“NSebbene non abbiamo un problema di scarsa qualità quando si tratta di libri per bambini, abbiamo un problema di scarsa qualità in generale, anche per i libri per adulti”. mi risponde, lapidario, Mauro Messinalibraio in libreria Quarenghi crossroadsquando gli chiedo se è vero che le proposte editoriali per i bambini spesso sono spazzatura.

Si pubblica molto, molta spazzatura, cercando di raggiungere il successo editoriale. I libri non restano a lungo nelle librerie e chi non segue assiduamente il mondo dell’editoria – per lavoro o per passione – fatica a trovare la propria strada. “C’è una cattiva educazione alla complessità a tutti i livelli. La cosa bella è che da quando i processi di stampa sono diventati più semplici si pubblicano anche tante cose belle, ma bisogna trovarle» conclude il libraio. Vediamo come fare.

Prima di tutto dobbiamo essere ambiziosi. «Non accontentarti mai perché “è un libro per bambini”» ci avverte Ursula più verdeuna formatrice di letteratura per ragazzi che ci ha contattato per darci la sua “versione” sullo stato delle cose: «Un buon libro per bambini deve saper dire qualcosa a tutti: un adulto deve pensare: “quanto è intrigante questa espressione” oppure: “quanto bene l’autore ha sviluppato questo tema” o ancora: “mi piace lo stile di questo illustratore”. Bisogna ricercare l’originalità, come nell’art. Non accontentiamoci di ciò che è tipicamente “infantile”».

“Pinocchio” è letteratura tanto quanto “I Promessi Sposi”. Lupo ErlbruchIllustratore e scrittore tedesco di libri per bambini, ha ricoperto la stessa cattedra universitaria di Paolo Klee. Dobbiamo aspettarci il meglio da chi scrive o illustra libri per bambini.

Può succedere di comprare un bel libro al supermercato, in edicola o su Amazon, ma è più difficile. Per trovare libri belli è meglio andare in biblioteca o in una libreria, meglio ancora se specializzata Fantasia Bookshop in Bergamo lo Spazio del Terzo Mondo a Seriate – oppure una libreria indipendente che ha un’ampia selezione di opere selezionate per bambini (come quella sopra menzionata Quarenghi Crossroads). Anche nelle librerie di catena, specie se grandi e ben fornite, si possono trovare bei libri e librai competenti in grado di darci una mano.

The booksellers of Incrocio Quarenghi Mauro Messina and Giulia Greco and the owner Monica Morzenti

Il consiglio è di recarsi lì negli orari meno affollati – non nel pomeriggio del 24 dicembre, per intenderci – così che possano avere la possibilità di ascoltarci. Meglio ancora andiamo lì con una vaga idea di cosa stiamo cercando, e magari titoli di libri che ci sono piaciuti. A questo proposito, Ursula Grüner ci ha proposto una selezione di lavori, che possono aiutarci a trarre ispirazione. Molti provengono da piccoli editori, spesso più coinvolti nella ricerca, nella redazione del libro e del catalogo.

Puoi iniziare a “leggere” prima ancora di aver compiuto un anno. Per i bambini molto piccoli in età da asilo nido, ecco le precauzioni da considerare: «Libri della giusta dimensionecirca quello del loro volto, in modo che gli occhi possano vagare ovunque. Le figure devono rappresentare oggetti leggibili e realisticiche stimolino attenzione e concentrazione, senza ironia o falsificazioni. Bisogna saper vedere bene i volti dei personaggi per riconoscere espressioni ed emozioni. Anche le forme geometriche sono molto amate. Anche se sono libri apparentemente semplici, cerchiamo quelli con illustrazioni d’artistadove il tratto della persona che disegna è facilmente riconoscibile” spiega l’esperto.

Man mano che i libri illustrati crescono, possono diventare più grandi e complessi. «I buoni libri sanno essere leggeri e divertenti, ma trattano un argomento seriamente. Puoi usare un linguaggio raffinato e parlare delle emozioni in modo non didattico. Il libro deve emozionare” dice Ursula Grüner.

Ursula mostra un libro dedicato ai giovanissimi

Ursula mostra un libro per i più grandi

I bambini sono intelligenti e dobbiamo elevarci alla loro altezzanon abbassiamoci, come ci ricorda il pedagogista polacco Janusz Korczak nella sua poesia “Quando tornerò bambino”:

Tu dici: è stancante stare con i bambini.
Hai ragione.
Poi aggiungi:
perché devi metterti al loro livello, abbassarti,
appoggiarsi, piegarsi, farsi piccolo.
Ora ti sbagli.
Non è questo che stanca di più.
È piuttosto il fatto di essere costretti a rialzarsi
fino all’altezza dei loro sentimenti.
Tirarsi su, allungarsi, stare in punta di piedi.
Per non far loro male.

La copertina di ‘La mia città sul mare’

Prendiamo un esempio, un libro adatto ai bambini dai 5 ai 6 anni: «La mia città sul mare» (edizioni Pulce). Ammiriamo la delicatezza delle illustrazioni di Sidney Fabbro (vincitore del premio Hans Christian Andersen, l’equivalente del premio Nobel per la letteratura per ragazzi) che contrappone la luminosità del mare all’oscurità della miniera dove lavora il padre del protagonista. Godiamoci la storia, il racconto di un giorno d’estate nella vita di un bambino, che non vuole insegnare nulla, eppure tocca corde molto profonde.

I bambini devono ancora definire i loro gusti e scoprire cosa gli piace leggere, quindi è bene variare molto le proposte. In questo, la biblioteca aiuta: peschi dal mazzo e vedi se trovi qualcosa che ti colpisceNessun problema se ti imbatti anche in brutti libri. «Anche nella spazzatura impari a discernere» dice Ursula.

Allora devi ascoltare molto i bambinie accontentarli quando ci chiedono di rileggere lo stesso libro, anche decine di volte: “Significa che quel libro tocca una corda sensibile, ma allo stesso tempo non dovresti essere costretto a finire i libri che non ti piacciono.”

Quando mio figlio, in prima elementare, è diventato abbastanza grande per leggere insieme un romanzo (cioè un libro a capitoli), gli ho offerto il mio vecchio «Cion Cion Blu” Di Pinin CarpiUn libro del 1968, già vecchio ai miei tempi, ma ancora piacevole per un bambino, perché unisce una storia semplice ma avvincente a personaggi accattivanti e una trama bellissima che parla di amicizia, pacifismo, giustizia sociale.

Cion Cion Blu

Naturalmente, poiché si tratta di un libro di 56 anni fa, ha un linguaggio che non è esattamente politicamente corretto: vengono usate parole come “grasso” e “cinese” (non in senso denigratorio, ma non è comunque il massimo), che giustamente non troverebbero spazio in un libro oggi. Ho colto l’occasione per dire a mio figlio che non si commenta l’aspetto fisico delle persone e ce ne siamo fatti una ragione in fretta.

Mi è venuto in mente l’assurdo ristampa dei libri di roald dahl (un esempio supremo di autore “per bambini” molto apprezzato anche dagli adulti) dove si è deciso di togliere parole come “grasso”, “nano”, “piccolo” e “brutto” per non offendere nessuno. Dove un adulto potrebbe spiegare, contestualizzare o anche, molto semplicemente, lasciarlo andare (un bambino cresciuto in un ambiente rispettoso non impara certo a insultare una persona grassa leggendo Dahl) preferiamo trattare bambini e lettori come degli idioti, “normalizzando” un autore che deve il suo duraturo successo proprio alla sua ironia e “cattiveria” .

Dopo aver finito «Cion Cion Blu» mi sono chiesto: cosa leggere adesso? Non avendo ancora iniziato a consultare i librai, sono andato “sul sicuro” concentrandomi su un classico del XX secolo: «Il mago di Oz», che non avevo mai letto, ma ci è piaciuto molto. Il vantaggio dei classici è che c’è un motivo per cui sono diventati tali, e le loro qualità si possono facilmente apprezzare anche oggi (rispettando i propri gusti personali, ad esempio non mi piacciono «Pinocchio» e «Alice nel Paese delle Meraviglie). meraviglie”, ma non si tratta certo di un giudizio sul loro valore letterario).

Da un lato i classici sono testi sempre attualid’altronde ce lo permettono avvicinarsi ad autori di epoche e provenienze diverseampliando la nostra visione del mondo e riducendo il rischio di conformismo.

Un bel libro con copertina rigida e disegni costa facilmente più di 20 euro. Andare in libreria con i bambini può essere molto costoso, soprattutto se lo si fa regolarmente: «I libri costano troppo – ammette senza problemi il libraio Mauro Messina – lavoriamo molto sui regali, ed è più facile spendere se si tratta di un’occasione speciale o di un regalo. Sarebbe bello se lo scambio di libri tornasse di moda”.

Un’altra strategia è frequentare biblioteca. Nel bergamasco ne abbiamo delle belle, con aree dedicate ai bambini dove è bello trascorrere del tempo. Il suggerimento, però, è di non andarci completamente alla cieca. «Tutti sono attratti da ciò che conoscono e un bambino preferirà facilmente un libro di Peppa Pig piuttosto che un libro illustrato che non ha mai visto» spiega Messina. Il genitore, sopraffatto da tanta scelta, potrebbe non individuare il libro più adatto. Anche qui, il consiglio è di andare in libreria con un elenco (lo sai, vero, che puoi anche scegliere e prenotare i libri da casa?) e chiedere ai bibliotecari.

Leggere un libro non è la stessa cosa che fare un test scolastico di comprensione del testo. I buoni libri possono essere apprezzati anche se sono “difficili”, anche se non capiamo tutto. Finché un bambino ci segue senza annoiarsi, non preoccupiamoci di cosa ha “capito”. Ho letto Il nome della rosa per la prima volta da adolescente, non perché fossi un fanatico della storia medievale, ma perché c’era un mistero davvero interessante da risolvere. Ho capito forse metà del libro, e allora?

Mentre leggevo “Il mago di Oz” al grande, la piccola di tre anni un po’ seguiva e un po’ no. Pensavo che non avesse capito niente della storia finché un giorno, in campagna, guardando uno spaventapasseri mi chiese: «Ma ha il cervello? Poverino!”dimostrando intensa partecipazione.

Ho provato a replicare il successo di «Il mago di Oz» con «Il libro della giungla», scoprendo che la versione originale è molto diversa dalla storia a cui siamo abituati, innanzitutto perché lo è un libro di raccontiÈ scritto in una prosa meravigliosa, intrisa dei valori di Kipling come il senso dell’onore, l’obbedienza alla legge morale e il rispetto per gli altri, la consapevolezza del proprio ruolo nella società, ma anche la libertà di abitare mondi diversi (sì: Kipling era certamente razzista e colonialista, ma anche autore di capolavori capaci di parlare a tutti). Abbiamo interrotto «Il libro della giungla» a metà, concentrandoci sulle avventure di Mowgli ed evitando i capitoli sulla Foca Bianca e sugli altri animali. È stato un fallimento? Non credo, è stato un tentativo. Abbiamo cercato (e trovato) ciò di cui avevamo bisogno in Kipling e abbiamo lasciato stare il resto. I libri non sono oggetti sacri, ma strumenti.

E vi prometto che continueremo a parlare di questi strumenti, magari cercando di tenerci aggiornati su proposte editoriali interessanti o iniziative di promozione della lettura a cui possiamo partecipare. Sapendo però che la prima cosa che tutti possiamo fare è trovare un buon libro e leggerlo ad alta voce con i nostri figli.

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