Quanto è bello fermare il tempo alla tavola in collina – .

Quanto è bello fermare il tempo alla tavola in collina – .
Descriptive text here

Ma quanto è bello andare in giro per i colli bolognesi” lo cantavano i Luna Pop nel 1999, ma è il mantra indistruttibile di ogni bolognese quando arriva la primavera. Con una mappa quasi obbligata – e tutto sommato poco cambiata nel tempo – dove fermarsi. Un classico per tutte le tasche è l’Osteria del Nonno, in via di Casaglia, 62, dove si mangia nei tavoli all’aperto davanti alla cascina trasformata in osteria dalla famiglia Natali nel 1901, con un tagliere di salumi e formaggi emiliani , sottaceti e sottaceti accompagnati da crescentine e tigelle. Da bere potete ordinare qualche bicchiere di Pignoletto e per dessert, manco a dirlo, la pinza bolognese fatta in casa.

Prezzi modici

Prezzi moderati, ma da prenotare con largo anticipo. Sempre in via di Casaglia, al civico 68/5, si può apprezzare la cucina con vista dell’azienda agricola Granoantico, dalla festa delle crescentine al menù radicato nei piatti tipici della città, dove non mancano le opzioni vegetariane dal giardino di casa.

Sofisticato ma accogliente, con vista, in via Siepelunga 56/4, all’interno del golf club, c’è Il Boccone del Prete, con un menu che spazia dalla tradizione petroniana a incursioni in quella lucana. Fiore all’occhiello della casa, però, resta il grande fritto bolognese: dalle verdure alla parmigiana, dalla mortadella alle polpette impanate fino alla cotoletta, per finire con panna e mele.

I primi piatti sono fatti in casa e le carni di Fassona Piemontese provengono dalla famosa macelleria Scaglia. Nei fine settimana soleggiati (meglio chiamare nelle giornate piovose): potrete godervi l’ampia terrazza dello Spaccio Belfiore in via dei colli 39 con un menù dove tutto è autoprodotto, dai salumi alle farine utilizzate per preparare tigelle, piadine, focaccia, fino alle verdure e al vino e birra. Sempre presente anche una dolce proposta. Dallo spuntino rinforzato all’aperitivo passando per il brunch domenicale (chiuso a cena).

Non solo tradizione

Chi vuole salire in collina ma è un po’ stanco della cucina tradizionale attorno a Zola Predosa in via San Martino, 3 può andare a scoprire La Roverella: «una nuova cucina di campagna per il benessere della terra, della gente e per la bellezza» lo definiscono con orgoglio i proprietari. Il menù è unico e a prezzo fisso (ma viene annunciato mese per mese sui loro social), al prezzo di 40 euro a persona, ed è composto da piatti insoliti come il tempeh (sostituto della carne) ma c’è anche menù gratuito -pollo ruspante. Altrettanto rigorosa è la cura dei vini, con una predilezione per quelli naturali. Dal 2023 Slow Food la classifica tra le migliori osterie d’Italia.

Per le famiglie e non solo, sulle colline di San Lazzaro, cinque anni fa è nata in via Croara 7 la Corte dell’Abbadessa con annessa fattoria didattica (le visite, però, sono organizzate per piccoli gruppi e sono su prenotazione). Il menu parte dalle basi – tagliatelle al ragù, tortellini, cotoletta alla bolognese – e si amplia sempre, tenendo conto di vegetariani, vegani e celiaci. Tra le nuove proposte segnaliamo il flan di asparagi su crema di piselli freschi o le seppie grigliate con pesto di rucola e porri fritti come antipasti, oppure tra i primi piatti, i fusilloni mantecati con crema di cavolfiore e mandorle, pomodori secchi, melanzane fritte e capperi.

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV Fassino, il caso dei profumi non sarebbe un caso isolato: «Altri due tentati furti». Ma lui smentisce: “Processo mediatico” – .
NEXT Perché il patrimonio immobiliare del Comune di Cosenza non viene utilizzato a beneficio dei cittadini? Il caso “Villa della Serenità” – .