Pochi e sporchi, battaglia in Comune sui bagni pubblici a Torino – .

Fare pipì a Torino in un giorno o in un orario in cui tutti i bar e i locali sono chiusi può essere un problema. Sotto la Mole ci sono complessivamente 190 bagni pubblici e in alcune zone non ce ne sono, alcuni sono fatiscenti e non funzionanti tanto che nei prossimi mesi Palazzo civico vuole demolirne almeno sei: tre in corso Tazzoli , uno in corso Novara quasi all’angolo tra via Bologna, via Anglesio e piazza Abba.

Sono questi i dati diffusi lunedì in Sala Rossa, quando la consigliera comunale Chiara Foglietta ha risposto al consigliere d’opposizione Pierlucio Firrao, convinta della necessità di offrire servizi sanitari più dignitosi a cittadini e turisti. «Invece oggi non solo sono pochi e trovarne uno è una fortuna, ma spesso sono sporchi e quando ci entri devi tapparti il ​​naso», ha attaccato l’esponente di Torino Bellissima. Insomma, secondo Firrao gli standard sono bassi, “non certo quelli di una città turistica”. Foglietta ha affermato che la pulizia è prevista “una volta al giorno per quelli autopulenti e due volte al giorno per tutti gli altri”.

Non si creda però che il problema sia solo torinese. Si potrebbe infatti definirlo di portata internazionale. Scorrendo le notizie di Roma, Milano, Brindisi e di altre città italiane, le denunce non cambiano. Nella Capitale esiste addirittura un’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali che, dopo aver effettuato 140 controlli nei bagni capitolini, li ha definiti per il 70% indecorosi, senza carta igienica, senza disinfettante. Spostandosi fuori dal Bel Paese, nel Regno Unito, c’è chi lancia l’allarme anche sui bagni pubblici: la British Toilet Association ha denunciato la lenta scomparsa negli ultimi dieci anni di più della metà di questi bagni nel Paese (tra 50 -60%). Alla fine del 2023 è stato addirittura diffuso il sondaggio per la Giornata Mondiale della Toilette, istituito dalle Nazioni Unite e promosso dalla World Toilette Organization, che bocciava i bagni pubblici di Riga, in Lettonia, e di Madrid, in Spagna. Adesso anche sotto la Mole si alza la voce del malcontento. «La situazione va sanata – dice l’assessore di Torino Bellissima – e adattata al 2024 se vogliamo davvero competere con le altre destinazioni turistiche».

 
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