nuovo cambiamento in corso. «Imprese e cittadini condannati all’incertezza» – .

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Una sorpresa che arriva in un settore combattivo ma anche rassegnato di fronte all’ennesima modifica al Superbonus. Con questo spirito ieri i vertici degli industriali e degli artigiani edili discutevano sul decreto che Martedì sera, senza annunci, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri, portando a una nuova stretta, dopo quella di fine 2023, sulle agevolazioni per le ristrutturazioni edilizie. Fare “rumore” nei riassunti delle notizie è il fine dello sconto in fattura E cessione del credito, ma per i professionisti ci sono altre criticità che questa nuova decisione del Governo determinerà. Soprattutto il blocco di fatto della fruizione del Superbonus sugli edifici appartenenti alle organizzazioni non-profit e al terzo settore, un’area in cui si registrava una certa effervescenza in Friuli Venezia Giulia. Per le aziende, inoltre, l’eliminazione dello “sgravio in bonis” riguardante la documentazione relativa all’attività lavorativa svolta non sarà indolore. Per Ance Fvg e Confartigianato Fvg, invece, la premessa è legata alle decisioni governative che mal si coniugano con l’attività imprenditoriale.

IL PUNTO

«Ci ​​sono cambiamenti nelle norme quasi con effetto retroattivo – afferma il presidente dell’Ance Fvg, Marco Bertuzzo, conscio delle ricadute del nuovo decreto -. Un comportamento al quale, purtroppo, ci siamo quasi abituati ma che ha ricadute non indifferenti per diverse aziende, costrette a rivedere i propri progetti”. Questo è proprio il caso di quei programmi che venivano realizzati in accordo con organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale. «Il Superbonus per il Terzo Settore era previsto fino al 31 dicembre 2025 – spiega Bertuzzo -, ma ora il nuovo decreto prevede lo stop dello sconto in fattura e della cessione del credito anche per questa tipologia di soggetti”. Uno stop che mette in difficoltà anche il settore artigiano, conferma il presidente di Confartigianato Fvg, Graziano Tilatti. «Non è possibile andare avanti con stop and go come quelli a cui abbiamo assistito e stiamo assistendo rispetto al Superbonus – sottolinea -, perché l’effetto immediato e più impattante è quello di condannare imprese e investitori all’incertezza”.

L’URLO

Se, continua Tilatti, è importante preservare i conti pubblici, “bisogna avere anche il coraggio di dire quanto ha fruttato la regola del Superbonus in termini di fiscalità”. In ogni caso, aggiunge, «non dobbiamo dimenticare che l’ultima grande novità risale al gennaio di quest’anno. Solo due mesi dopo arriva un’altra stretta e all’improvviso. È davvero difficile operare in un contesto del genere”.
Anche per il settore artigianale si sono rivelati interessanti gli interventi nel Terzo settore: «Sono allo studio alcune ipotesi di intervento, anche con il benestare della Regione», aggiorna il capocategoria lavoratori edili di Confartigianato Fvg, Paolo Dri, che definisce il decreto «un fulmine a ciel sereno, capace di mettere in difficoltà alcune imprese realtà difficile senza che essi abbiano la responsabilità diretta del loro Stato”.

Effetto superbonus, tante amministrazioni hanno “perso” i propri profili tecnici

CONSEGUENZE

Tra gli artigiani lo stop alla cessione dei crediti potrebbe generare problemi soprattutto agli impiantisti. Ance Fvg preoccupa anche l’eliminazione dello sgravio in bonis, cioè la possibilità per le imprese di presentare la documentazione necessaria per accedere ai bonus edilizia in ritardo (entro il 15 ottobre) rispetto alla scadenza del 4 aprile, pagando una piccola multa.
«Con un preavviso di soli 7 giorni – sintetizza Bertuzzo -, questa possibilità viene annullata a fronte di molte aziende che devono ancora presentare la documentazione, con la possibilità concreta, quindi, di perdere il ricavato per il lavoro svolto. Si tratta di una mole di documenti non indifferente, considerato il peso burocratico che ha caratterizzato il Superbonus, e su cui le aziende hanno accumulato alcuni ritardi”. L’appello dell’ANCE Fvg è che il Governo ci ripensi e “se non vuole lasciare come scadenza la data del 15 ottobre, sposti quella del 4 aprile almeno a fine mese”, conclude il presidente.

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Il Gazzettino

 
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