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Il Comune si prepara a un referendum per scegliere la donna che sarà rappresentata in una statua, una celebrazione di tutte le donne e un monumento contro la violenza di genere. E se nel frattempo a votare fossero i lettori del nostro giornale? Vi proponiamo cinque figure che hanno segnato la storia: il primo laureato al mondo; il primo romanziere; la poetessa che cantava un amore struggente; il patriota; il paladino delle donne in Parlamento. E le tante donne vittime di femminicidi.

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Elena Cornaro Piscopia

Primo laureato che è stato fonte di ispirazione per molti

Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, laureata in filosofia all’Università di Padova nel 1678, è la prima donna laureata al mondo. Pur essendo straordinariamente erudita, non seppe competere con gli uomini e affermarsi in campo intellettuale. E la laurea stessa fu uno spiraglio che si chiuse subito, tanto che solo nel 1732 in Italia si laureò un’altra donna, Laura Bassi. Ma fu fonte d’ispirazione per tante altre donne: nel 1773 Caterina Dolfin donò all’Università la statua raffigurante Elena Lucrezia, che oggi è posta ai piedi della scalinata del Bo. E nel nome di Elena è nato nel 2018 il Centro di Ateneo che promuove la ricerca e la formazione in una prospettiva di genere

Gaspara Stampa

Il poeta che cantava l’amore libero e appassionato



Gaspara Stampa è tra i poeti italiani dimenticati. Amò ardentemente senza paura, cantò i suoi sentimenti più toccanti, mettendo a nudo la sua anima, assicurò ai posteri 311 poesie che raccontano di una donna libera capace di amare senza paura, accettando anche la sofferenza. Nacque nel 1523 a Padova, da un commerciante di gioielli e da un veneziano. Fu suo padre a permetterle di studiare – latino e greco, grammatica e retorica, musica, letteratura, arte – e lei trasformò le sue conoscenze in una vita elegante, libera, perfino senza scrupoli: fu addirittura accusata di essere una cortigiana.

Giulia Bigolina

Seppe scrivere un romanzo tre secoli prima di Manzoni



Giulia Bigolina nacque probabilmente a Padova tra il 1518 e il 1519 da genitori nobili e facoltosi. Di lei si sa molto poco: una donna colta e colta, spesso a contatto con gli intellettuali dell’epoca. Ma soprattutto è stata la prima scrittrice italiana. Il suo capolavoro è Urania, che racconta la storia di un amore contrastato la cui protagonista è una figura femminile retta, fedele e coraggiosa, determinata a dimostrare al suo amato quanto la sua bellezza interiore possa vincere su quella esteriore. È un vero romanzo strutturato come lo avrebbe inteso Alessandro Manzoni tre secoli dopo, il primo dell’epoca rinascimentale scritto da una donna.

Lina Merlino

Antifascista e costituente. Le sue leggi erano di civiltà



Angelina Merlin, meglio conosciuta come Lina, nata a Pozzonovo nel 1887, fu antifascista, antimilitarista e partecipò attivamente alla Resistenza. Come parlamentare, cambiò la condizione della donna e contribuì ad alimentare la civiltà. Vi siete battuti per abolire la detenzione preventiva; per il rinvio dell’inizio della pena per le madri; per l’eliminazione dell’indicazione “figlio di NN” (Nomen nescio) dagli atti anagrafici. Ma senza dubbio la sua fama è legata alla legge 75 del 20 febbraio 1958, che abolì la regolamentazione statale della prostituzione e stabilì sanzioni contro lo sfruttamento e l’agevolazione della prostituzione.

Antonia Masanello

La donna garibaldina che si travestì da uomo per i suoi ideali



Antonia Masanello, originaria di Montemerlo di Cervarese Santa Croce, era una patriota che si travestì da uomo per travestirsi da garibaldina. Nacque nel 1833 e giovanissima, ancora bambina, aiutò i suoi connazionali lombardo-veneti a fuggire in Piemonte per sfuggire agli austriaci. Ha vissuto la vita di un’eroina, ma anche quella di una donna che ha amato, che ha sofferto, che ha donato la vita (morì di tisi nel 1862), lottando sempre per un ideale – l’Unità d’Italia – e per questo è stata pronto a combattere tra i Mille, partecipando alla spedizione in Sicilia.

Vittime di violenza

Giulia, Sara e le altre: per chi ha perso la vita



Ad oggi, secondo l’Osservatorio “Non una di meno”, nel 2024 ci sono stati 25 femminicidi. E ci sono almeno altri 9 tentati femminicidi. Tra le vittime, la vittima più giovane aveva 19 anni, la più anziana 89. Sono numeri nazionali, che danno un’importante fotografia del nostro tempo. Padova piange le sue vittime: la giovanissima Giulia Cecchettin, uccisa dall’ex fidanzato che ha scosso le coscienze di oltre 10mila persone scese in piazza per dire “basta”; quello di Sara Buratin, accoltellata a Bovolenta dall’ex compagno. E se la statua di una donna non avesse un volto e una storia definiti? Potrebbe essere il volto e la storia di tutte le vittime?

 
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