L’accusa di iscrizione fittizia, anche nel ricorso di assoluzione per Palmeri e familiari – .

Gelo. L’assoluzione, in primo grado, era stata pronunciata lo scorso anno. La stessa decisione è arrivata oggi, in appello, per l’imprenditore Rocco Palmeri e per i suoi familiari, Dorotea Palmeri, Concetta Palmeri e Rocco Palmeri (1952). L’indagine si è concentrata su una presunta iscrizione fittizia di beni. Secondo l’accusa l’imprenditore avrebbe continuato a gestire due aziende, nel settore della carne e in quello dell’autotrasporto, tramite familiari, considerati semplici prestanome. In primo grado, la commissione penale del tribunale ha accertato la prescrizione delle accuse relative ai periodi dal 2010 al 2013. Per il resto, l’assoluzione è stata pronunciata con la formula “perché il fatto non costituisce reato”. L’assoluzione è stata impugnata dalla Procura ma la Corte d’Appello di Caltanissetta, al termine del procedimento, ha emesso una decisione favorevole agli imputati. Inoltre, in primo grado, i giudici avevano disposto la restituzione di “quanto sequestrato”. Gli imputati sono rappresentati dagli avvocati Flavio Sinatra e Fernando Vignes. L’indagine è partita da altri accertamenti patrimoniali, rispetto alla posizione dell’imprenditore Rocco Palmeri. Secondo gli inquirenti avrebbe continuato a gestire le società e i loro utili, nonostante fosse stato sottoposto a misura di prevenzione nell’ambito di un procedimento antimafia.

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