l’intervista ad Aldo Ardito – .

l’intervista ad Aldo Ardito – .
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Il ricordo di chi lascia il segno resta per sempre, indelebile nei cuori. Succede domani, 20 aprileIL muore natalis Di Don Tonino Bellol’indimenticabile vescovo e servitore di Dio. Oggi proponiamo ai lettori un ricordo speciale, un’intervista realizzata nell’aprile 2023 con protagonista Aldo ArditoIL prima persona molfettese che conobbe don Tonino.

Don Tonino e i quattro SIP di Molfetta

«Ho conosciuto don Tonino ancor prima che diventasse vescovo, quando solo lui sapeva della nomina – racconta Ardito – da allora sono diventato suo Amico».
Era il 1982Aldo Ardito, che allora lavorava presso SORSOla più grande azienda italiana nel campo delle telecomunicazioni, era assente Gallipoli, destinazione Alessano, con altri tre colleghi, tutti molfettesi. Durante il soggiorno a Tricaseuna sera i quattro uscirono per comprare le sigarette e furono fermati Carabinieri, sospettoso dei volti nuovi in ​​città. Solo l’intervento di un dipendente della Sip locale è riuscito a liberare i quattro. Ma guarda caso, proprio in virtù di questo episodio, don Tonino lo apprese a Tricase, vicino a casa sua Alessano, erano arrivate quattro persone da Molfetta. Il futuro vescovo della diocesi di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo e Terlizzi Volevo fortemente incontrarli.

«Siamo stati chiamati dal proprietario dell’albergo che ci ospitava perché don Tonino voleva conoscerci – racconta – ma non sapevamo nemmeno chi fosse, eravamo incredulo».

L’incontro è avvenuto nella parrocchia dove lui era parroco, a Tricase, alla presenza di un sacerdote che i quattro avevano scambiato per Don Felice di Molfetta. Quando don Tonino vide arrivare i molfettesi della SIP, corse loro incontro per abbracciarli.
“In ciòabbracciopronunciò la frase “Sono il tuo nuovo vescovo” – continua Ardito – Ricordo ancora quel momento come se fosse ieri.”

I quattro, entusiasti di essere stati i primi a incontrare il nuovo vescovo, ne hanno dato notizia Don Nunzio Palmiottil’allora cancelliere della Curia, che aveva frequentato il seminario insieme a don Tonino.

«Quando don Nunzio ha ricevuto la mia chiamata, ma soprattutto le notizie che gli avevo portato, non ci credeva – continua Ardito – così ho organizzato una cena tra noi quattro della SIP, invitando don Tonino e suo fratello Trifone con la moglie . Alle 21 in punto una telefonata a don Nunzio fuga tutti i dubbi del rettore».
Quella sera, oltre a convincere don Nunzio che Ardito e i suoi amici dicevano la verità, aiutò i quattro della SIP a conoscere don Tonino.

«Prima di partire per ritornare a Molfetta, don Tonino ci chiese un favore – racconta – poiché la sua Fiat 500 era troppo piccola per contenere tutti i libri della sua biblioteca che voleva portare con sé nella nostra città, ci chiese di trasportarla li nel furgone SIP. Non abbiamo esitato ad andare a prendere i volumi a casa della madre di don Tonino (oggi museo) e caricarli sul nostro furgone, destinazione Molfetta».
Questo era il gesto che ha segnato l’inizio di un bellissimo amiciziache il signor Ardito porta nel cuore.

L’amicizia con Don Tonino

«Quando arrivò nella nostra diocesi, don Tonino non conosceva nessuno, Ero suo spalla – continua – Ricordo quando lo portai lì prima volta nel campo sportivo del seminario vescovileGlielo ho fatto notare da lontano, dicendogli “questo è il tuo palazzo” e lui lui sorrise».

Ma il primo periodo di don Tonino nella nostra diocesi non finisce qui.
«Il vescovo che ha preceduto don Tonino si faceva chiamare “Sua Eccellenza” – prosegue – quando Don Vito Marino, per abitudine, chiamava don Tonino “Sua Eccellenza”, non gli piaceva. Non abbiamo capito, quindi gli abbiamo chiesto come voleva essere chiamato. La sua risposta è stata “Sono Don Tonino per tutti«».

Ad un nome del genere fraternopoteva solo abbinare una persona allo stesso modo buono e umile.
«Ricordo ancora il momento della presa di possesso della guida della nostra diocesi, in Cattedrale – racconta – il suo coro parrocchiale ha cantato il canto”Nel la tua tenda”e Don Tonino pianse dalla commozione.”

Quando abbiamo chiesto al signor Ardito quali siano gli aneddoti più significativi su don Tonino, non ha saputo fare una scelta. Quindi se ne è occupata la redazione.

La prima Pasqua di Don Tonino

«Durante la processione del Venerdì Santo tutti i confratelli che portavano le statue, stanchi per la giornata trascorsa nella processione che stava per concludersi, si mettevano in fila e camminavano in modo solenne alla vista di don Tonino. Ero davanti a don Tonino insieme a Trifone: don Tonino rideva perché non si aspettava di essere così rispettato”.

L’ordinazione sacerdotale di Sergio, frate cappuccino

«Don Tonino ordinò preti i ragazzi che aveva conosciuto e visto crescere e quando ciò non avvenne trovò la sua strada incontrare i giovani. Sergio era un compagno di liceo di mia moglie, un ragazzo fotocopia dell’ingenuità, ma don Tonino non lo aveva mai visto e questo lo faceva arrabbiare. Gli ho raccontato tutto quello che sapevo sulla vocazione di questo ragazzo, dal liceo artistico agli studi di architettura a Firenze, fino alla settimana ad Alessano in cui ha capito di voler diventare prete. Al momento dell’ordinazione di Sergio, don Tonino glielo fece fare bellissima dedicauno di quelli discorsi profondi E autentico che solo don Tonino poteva fare. In quel momento, sembrava che lo conoscesse da sempre. Ancora oggi nessuno si spiega come ha fatto lui».

Le nuove scarpe

«Una volta don Tonino litigò con suo fratello Marcello, perché gli aveva comprato delle scarpe nuove e voleva che le provasse, per verificare se la taglia era corretta. Ma amico di don Tonino, Don Felice di MolfettaIn quel momento non stava bene e don Tonino volle che suo fratello, medico, andasse da lui lì prima di ogni altra cosa. Le scarpe passarono assolutamente in secondo piano, a costo di una discussione tra fratelli. Alla fine Marcello andò a trovare don Felice e io obbligai don Tonino a mettersi le scarpe, altrimenti sarebbe stata una spesa inutile».

Un Santo vivente

Ardito conclude il suo intervento pensando alla fortuna di aver avuto in diocesi una persona come don Tonino.
«Lo porto nel cuore non solo perché è stato il nostro vescovo, ma soprattutto perché lo è persona meravigliosa, un Santo vivente. Quindi non dico di aver conosciuto don Tonino Bello, ma che ero amico di don Tonino”.

Tags: persona Molfetta met Don Tonino intervista Aldo Ardito

 
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