Carpi, era stata licenziata da Gaudì ma il giudice la ha reintegrata Gazzetta di Modena – .

Carpi, era stata licenziata da Gaudì ma il giudice la ha reintegrata Gazzetta di Modena – .
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CARPI. Lei è stata licenziato perché, secondo l’azienda, il lavoro da lui svolto era stato eliminato. Tuttavia, il tribunale del lavoro ha deciso per la reintegrazione del lavoratore, annullando la decisione dell’azienda e stabilendo che dovrà versare, tra le altre spese, “i contributi previdenziali ed assistenziali dal giorno del licenziamento fino al giorno dell’effettiva reintegrazione”.

IL CASO
Il caso coinvolge un operaio di Carpi, assistito dall’avvocato Gabriella Cassibba e dipendente dell’azienda di abbigliamento Gaudì centro termale commerciale. Le ragioni alla base del licenziamento del lavoratore, iscritto alla Cgil, secondo l’azienda, sarebbero individuate nella soppressione del posto di magazziniere, a causa dell’esternalizzazione di tale servizio.
In altre parole, questo compito era stato affidato a una società esterna. La dipendente non aveva espresso la volontà di farsi assumere dalla ditta esterna, che aveva preso il posto di un’altra azienda ormai fallita, e la Gaudì spa ha deciso di licenziarla, affermando che non esistevano altri incarichi all’interno dell’azienda per la lavoratrice. , che aveva oltre tredici anni di anzianità.

IL GIUDICE
Il giudice Andrea Marangoni, tuttavia, ha annullato il licenziamento, precisando che, pur sussistendo il motivo oggettivo consistente nella “riorganizzazione del lavoro”, è emersa in tribunale “l’insussistenza del fatto sotteso al licenziamento” poiché il lavoratore, contrariamente a quanto era stato secondo quanto affermato dalla società, avrebbe potuto essere assegnata ad altro incarico che, in realtà, ha parzialmente svolto.
Il dipendente, infatti, contrariamente a quanto scritto nella lettera di licenziamento, lavorava anche presso il negozio Gaudì spa, così come altri dipendenti. Secondo l’azienda, però, lei non avrebbe potuto lavorare in negozio perché non era in grado di svolgere il lavoro alla cassa, trattandosi di un lavoro che prevedeva l’utilizzo di un programma molto complicato da imparare. Ma lei non era così.
Come scritto dal giudice, il dipendente “avrebbe potuto essere inserito anche nei turni alle casse dopo una giornata di affiancamento, attività che, si ritiene, non avrebbe costituito un onere gravoso o oneroso per il datore di lavoro”.

GAUDI’ PRENDE NOTA
L’azienda, quindi, avrebbe dovuto assolvere l’onere di insegnare al dipendente come lavorare come cassiere, trattandosi di una formazione che, come emerso in tribunale e come si legge nella sentenza firmata dal giudice Marangoni, in termini di costi non avrebbe avuto risultarono né onerosi né costosi per l’azienda. «Sulla base dell’indagine condotta – si legge – per poter utilizzare pienamente il ricorrente presso il negozio, e quindi» anche per l’attività di cassa «sarebbe stata sufficiente una limitata formazione sul campo, con presumibilmente inesistente o estremamente limitato”. Pertanto, il giudice ha annullato il licenziamento reintegrando il lavoratore e applicando la tutela più forte prevista dall’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, quella della reintegrazione. L’azienda, intervistata dalla Gazzetta, precisa che «si tratta di una decisione presa motivatamente per la decisione di esternalizzare il magazzino. Prendiamo atto di quanto ha statuito il giudice”.

Tag: Carpi licenziato Gaudì giudice reintegrato Gazzetta Modena

 
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