Francesco Maria Messina presenta Pirite alla MDW 2024 – .

Francesco Maria Messina presenta Pirite alla MDW 2024 – .
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Tra luci e ombre di una Milano che pulsa di creatività, spicca un’opera che incarna il perfetto connubio tra estetica E utilitàilluminando con forza e originalità il Settimana del Design di Milano 2024: PiriteDi Francesco Maria Messina.

Da Artemestnella prestigiosa cornice di L’appartamento, Messina ha creato un viaggio sensoriale unico, unendo l’essenza dell’artigianato italiano con la sua visione audace e contemporanea. Selezionato da Rottet Studio, con sedi a Houston, New York e Los Angeles, Messina ha portato con sé non solo un mobile, ma un’opera d’arte vivente che parla di continue conversazioni tra forme e funzioni.

Legno rivestito e pietra lavica, pirite e metalli riportati in vita trasformandosi in tavoli, specchi che sembrano nascere dall’onice, consolle e librerie che sembrano danzare nell’aria. Capolavori, ma anche strumenti pratici. O, al contrario, oggetti di design talmente esclusivi e unici da diventare autentiche rarità da collezione. La struttura cristallina e i contorni cuboidi racchiudono un mistero che si svela man mano che l’osservatore si avvicina, svelando spazi interni di diverse dimensioni e giochi di percezione. Questo è il cuore di Pirite: un approccio di fusione arte, architettura e design.

Il Soggiorno di Rottet Studio a L’appartamento dove l’opera è esposta Pirite di Francesco Maria Messina

Francesco Maria Messina svela i segreti dietro il suo lavoro Pirite e la sua missione artistica

Puoi parlarci del tuo lavoro? Pirite e quale è stata la principale fonte di ispirazione dietro la sua creazione?

Piritecome tutta la serie Mineralia che è presente nel mio lavoro, è fortemente ispirato alla natura. Si basa direttamente su un materiale, una forma, che ho voluto riscoprire e rielaborare, trasformandola in un pezzo funzionale.

Come sei riuscito a coniugare arte, architettura e design in questa creazione?

L’opera sintetizza design, arte e architettura in quanto presenta forme molto complesse adattabili a diverse scale; può benissimo essere reinterpretato come un edificio. Partendo da un’idea, da un concetto molto forte, e seguendolo alla lettera, si può sviluppare “dal cucchiaio alla città”. Ho deciso di adattarlo ad un mobile dal design contemporaneo che allo stesso tempo sia una scultura. Si potrebbe quindi definire un’opera d’arte ma è arte funzionale, poiché gli spazi creati al suo interno vengono sfruttati per usi diversi. Può essere utilizzato come mobile bar o come credenza e, a seconda delle esigenze, i diversi vani, che hanno volumi diversi, si adattano ad esempio a bottiglie, oggetti più piccoli o più profondi.

Il lavoro Pirite di Francesco Maria Messina esposto a L’appartamento presentato da Artemest

Francesco Maria Messina sull’opera Pirite: «È stata una sfida sotto ogni punto di vista»

Nel suo lavoro ha utilizzato materiali insoliti come la pirite. Qual è stata la sfida più grande nel lavorare con questi materiali e come li hai integrati per creare pezzi funzionali e artistici?

È stata una sfida sotto ogni punto di vista perché Pirite è stato sviluppato per la prima volta in 3D. Ssempre partendo dal concetto di cui parlavo prima, si prendeva forma a partire da un modello, uno schizzo, che veniva poi sviluppato in modo sempre più dettagliato con programmi di modellistica. Poi tutti i volumi hanno avuto la forma come se fosse una scatola aperta, un puzzle, con tutte le facce dei vari cubi; un po’ un ritorno a scuola con le varie geometrie dei cubi e dei volumi.

Tutte le parti sono state successivamente tagliate e assemblate. La cosa più complessa è stata sicuramente riuscire a creare un unico blocco con tutti questi cubi diversi. Invece di realizzare singoli pezzi, rifinirli e poi assemblarli, tutto è stato creato come se fosse a unico. Questo processo ci ha permesso di avere un oggetto che sembra realizzato in un unico blocco, come se fosse un’unica scultura senza catene di montaggio. Un processo molto complesso, soprattutto in fase di verniciatura, perché, ad esempio, inserire nelle parti più strette gli attrezzi e gli strumenti necessari per la lucidatura e la rifinitura richiede particolare attenzione ed è un lavoro di perfezionamento manuale.

Per quanto riguarda i materiali utilizzati: legno. Notevole lavoro di falegnameria nell’assemblaggio del pezzo, con particolare attenzione alle cerniere e alle finiture. Come dicevo, un’altra fase piuttosto difficile è stata la verniciatura, perché viene data una mano di vernice liquida a base di metallo, che viene spruzzata su tutto il mobile. Successivamente questi vengono levigati a mano per conferirgli un aspetto lucido e, infine, vi è un’ulteriore finitura che deposita l’aspetto del metallo, garantendo che non si ossidi o diventi scuro.

«In tutti i miei lavori mi piace creare quella sensazione di sorpresa e scoperta che il fruitore, lo spettatore, rivela quando scopre a cosa serve un’opera e come funziona»

Come riesci a bilanciare estetica e funzionalità nel tuo processo creativo, soprattutto considerando la complessità dei materiali che utilizzi?

Pirite, come dicevo, è sia un pezzo funzionale che una scultura. In tutti i miei lavori mi piace creare quella sensazione di sorpresa e scoperta che il fruitore, lo spettatore, rivela quando scopre a cosa serve un’opera e come funziona. In caso di Pirite è chiaro che si tratta di un unico blocco. Questa scultura potrebbe già essere un’opera d’arte di per sé, quando invece, aprendo le ante (le alette frontali e laterali) capisci che è anche funzionale. È come se diventasse un altro oggetto che si manifesta nel momento della scoperta. Questo secondo me è uno degli aspetti più divertenti perchè c’è l’effetto wow. Non è solo una cosa bella da fuori, ma ha un’altra realtà e un’altra identità da scoprire durante l’uso.

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