“No ai simboli sionisti”. Processione ad alta tensione – .

“No ai simboli sionisti”. Processione ad alta tensione – .
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Porta San Paolo, nel quartiere Ostiense e dove il 10 settembre 1943 l’allora quarantasettenne Sandro Pertini combatté strenuamente nella difesa della capitale dall’occupazione tedesca, sarà teatro la mattina del 25 aprile di uno scontro il cui non è possibile ipotizzare conseguenze. Nel giorno della Liberazione, 79 anni dopo, quasi alla stessa ora intorno alle otto del mattino, si troveranno l’uno contro l’altro il Movimento studentesco filo-palestinese e la Brigata ebraica, i cui membri deporranno corone di fiori in onore dei combattenti morti durante la Resistenza . Le autorità stanno studiando come evitare i contatti, dato che il conflitto nel Vicino Oriente è al momento irrisolto. La presidente del Movimento filo-palestinese, Maya Issa, afferma fermamente che “non permetteremo che alcun simbolo sionista venga esposto e associato alla Resistenza. La comunità ebraica deve prendere le distanze da Israele”.

Da parte sua, la Brigata Ebraica di Roma conferma che anche quest’anno non parteciperà al corteo. “Non abbiamo mai posto il veto alla partecipazione. Da sempre sono invitati tutti coloro che si sentono antifascisti e credono nella democrazia, nella libertà e nella giustizia” dice la presidente dell’ANPI capitolina, Marina Pierlorenzi. L’auspicio è che non ci siano momenti di tensione tra partiti che al momento non hanno intenzione di parlarsi. Gli studenti continuano a denunciare “il genocidio in Palestina” e ad affermare che “quest’anno la Liberazione non può essere caratterizzata da una parata ipocrita”. Dal canto suo l’Anpi lancia un appello affinché “prevalga il comune senso di responsabilità” e “non ci siano persone che cerchino di strumentalizzare una festa per la Liberazione che non ha nulla a che vedere con momenti di durezza e di conflitto”.

Ma quanto sta accadendo in tutta Italia non aiuta ad attenuare le tensioni. Sul palco di Roma – e poi oggi a Marzabotto – ci sarà Roberto Salis, il padre di Ilaria, detenuto in Ungheria e destinato a candidarsi nelle liste europee dell’Alleanza Verdi Sinistra. “Parlerà – dice Pierlorenzi – a una piazza plurale, inclusiva, che sarà popolata da famiglie, giovani e vecchi democratici e antifascisti”. Se a Roma la Brigata Ebraica, impegnata anche nelle cerimonie della Pasqua che cade dal 22 al 30 aprile, si limiterà alle corone a Porta San Paolo, al Museo della Liberazione in via Tasso e non sarà al cimitero del Commonwealth, in A Milano la sua presenza alla marcia dovrebbe essere assicurata ma mitigata dall’assenza dei simboli di Israele e dalla marcia a fianco della comunità ucraina. Ma la manifestazione porta con sé polemiche sullo striscione “Cessate il fuoco ovunque”. Ebrei e ucraini lamentano che condanna anche le loro azioni e avrebbero preferito “Democracy Everywhere” riferendosi piuttosto alla colpa palestinese e russa per le atrocità. Il presidente nazionale dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo – che terrà il discorso conclusivo – risponde: “Sarà una grande manifestazione antifascista”. Il sindaco Giuseppe Sala, pensando anche all’ordine pubblico, prova a smorzare i toni: “Il cessate il fuoco è anche una richiesta del Papa”.

Tag: Simboli sionisti Alta tensione Processione

 
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