Coldiretti Piemonte chiede un cambio di passo per evitare di uccidere senza motivo suini sani – Lavocediasti.it – .

Coldiretti Piemonte chiede un cambio di passo per evitare di uccidere senza motivo suini sani – Lavocediasti.it – .
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È necessaria un’azione immediata per fermare la diffusione della peste suina tutelare un settore che è uno dei fiori all’occhiello del Made in Italy al tavolo, con un valore tra produzione e indotto di circa 20 miliardi di euro centomila posti di lavoro. È questo l’appello lanciato dalla Coldiretti che chiede un cambio di passo sulla gestione di una presenza di cinghiali ormai fuori controllo che facilita la diffusione di malattie e minaccia gli allevamenti, dopo l’ultimo caso registrato nella Food Valley parmense. La fauna selvatica è praticamente l’unico vettore di diffusione della peste suina.

“La situazione resta preoccupante con i casi di peste suina che continuano ad aumentare, mettendo a rischio l’intero territorio settore e la filiera suinicola piemontese che conta circa 3mila aziende, un fatturato di quasi 400 milioni di euro e 1 milione e 200mila capi destinati soprattutto ai circuiti tutelati delle principali Dop italiane per la preparazione dei migliori salumi nazionali , come il prosciutto di Parma e San Daniele – spiega Bruno Mecca Cicivicepresidente Coldiretti Piemonte con delega territoriale alla zootecnia -. È fondamentale continuare, da un lato, ad aumentare lo spopolamento dei cinghiali, soprattutto nelle aree in cui sono stati rilevati gli ultimi casi di peste, in modo da evitare, allo stesso tempo, un ulteriore ampliamento delle zone di restrizione , e di consentire, dall’altro, agli allevamenti di suini la piena attività a tutela del reddito aziendale

«È buona la richiesta del Ministero alla Commissione Europea per un approccio diverso, affinché se viene trovato un cinghiale malato a chilometri di distanza da una stalla, non scatterà la decisione di abbattere migliaia di suini perfettamente sani. L’unica soluzione per fermare la diffusione della peste suina è, infatti, mettere in atto tutte le azioni possibili per contenere l’invasione della fauna selvatica che ruba reddito e futuro alle imprese agricole. Il rischio immediato è che il diffondersi della peste suina scateni restrizioni all’export, con un danno potenziale di 2,32 miliardi di euro, secondo l’analisi Coldiretti su dati ISTAT relativi al commercio estero nel 2023″, concludono Cristina Brizzolaripresidente della Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossadelegato confederale.

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