«1,7 milioni da restituire» – .

CREMONA – La Cremonese deve restituire allo Stato oltre un milione e 700mila euro di fondi Covid. A quattro anni di distanza dalla pandemia che ha messo in difficoltà anche le casse dei Comuni, infatti, è arrivato il temuto riconteggio: il Viminale, di concerto con il ministero dell’Economia, ha calcolato il presunto eccesso di risorse ricevute dagli enti locali . Che nella maggior parte dei casi li hanno già spesi per i ristori di cittadini e commercianti, oltre che per reintegrare le entrate perdute del periodo e per acquistare i dispositivi necessari a garantire sanificazione e protezione.

Ora che mascherine e limitazioni sono finite, le Province, i Sindacati e soprattutto i Comuni sono quindi chiamati a restituire in quattro anni ciò che viene definito ‘eccedenza’. E c’è poco (se non nessuno) spazio per le controversie. La doccia fredda è frutto di un calcolo molto complicato, che tiene conto anche degli avanzi di amministrazione degli anni precedenti al 2020. La risposta locale preoccupa poco i sindacati: devono fare un totale di 85mila euro, ma in La cifra maggiore, infatti, è di 52.498 euro e dovrà essere pagata da ‘Terre di Cascine’ (Castelverde e Pozzaglio).

Un reparto di terapia intensiva durante l’emergenza Covid

La Provincia di Cremona non deve pagare nulla, mentre per il comune capoluogo il conto è piuttosto salato: a fronte di un ‘fondo’ Covid che nel biennio 2020-2021 è stato di circa 6 milioni di euro, dovranno essere restituiti circa 357mila euro. Parlando degli altri due principali centri cremonesi troviamo due situazioni completamente diverse: Crema non ha surplus, mentre Casalmaggiore sì e ammonta a circa 101mila euro. Tra i comuni capoluogo lombardo, Cremona è uno di quelli che devono restituire la cifra più alta: solo Bergamo la precede con 834.634 euro, mentre Pavia è al terzo posto con 185.322 e Lodi al quarto con 61.682 euro.

La Città metropolitana di Milano segue un conteggio separato e dovrà rimborsare 11 milioni e 673mila euro. Tutte le grandi capitali, secondo il ministero, non avevano eccedenze. Diversa la situazione per le province lombarde: il record negativo è quello di Sondrio che dovrà rimborsare circa 863mila euro, mentre quello di Como circa 241mila. Alla fine, gli enti locali italiani dovranno restituire allo Stato complessivamente circa 260 milioni di euro e in alcuni casi il conteggio fa quasi sorridere. Succede, ad esempio, in un comune del piacentino appena oltre il confine cremonese: il comune di Villanova sull’Arda (circa 1.700 abitanti) dovrà donare allo Stato 24 euro, in quattro rate da sei euro ciascuna.

QUATTRO ANNI PER PAGARE L’IMPORTO DOVUTO

Tra i capoluoghi della Lombardia, Cremona è uno di quelli che deve restituire la cifra più alta: 357.614 euro di surplus a fronte di un fondo che nel biennio in questione (2020/2021) è stato di oltre sei milioni. L’Assessore al Bilancio, Maurizio Manzi, spiega: «Per quanto complesso sia il calcolo, nel nostro caso il dato è sostanzialmente il risultato di quella che secondo il Governo era una sovrastima della riduzione delle entrate per proventi legati a violazioni del Codice della strada. In sostanza, visti anche i periodi di lockdown in cui non circolava nessuno, avevamo fatto una stima di riduzione che lo Stato ha ridotto del 25%. Ma nel complicato calcolo influiscono anche gli avanzi degli anni precedenti la pandemia”.

Maurizio Manzi

La reazione: «Mi chiedete se c’è amarezza su questo provvedimento? Più che altro – è la risposta dell’assessore – sorpresa. Ma voglio fare una precisazione…”. Eccola qui: “Questo fatto non creerà problemi ai bilanci del Comune. Anche perché l’importo sarà suddiviso in quattro anni e equivale a circa 90mila euro l’anno». Manzi anticipa anche la risposta ad eventuali polemiche: «Dover pagare delle somme, aspetto che abbiamo in comune con tanti comuni italiani, non significa affatto che abbiamo gestito male i fondi Covid. In un periodo in cui, ricordo, tutti gli enti locali erano comprensibilmente confusi, poteva esserci anche qualche errata assegnazione. Ma ribadisco che il calcolo tiene conto anche di fattori antecedenti e indipendenti”.

CREMA ESEMPIO VIRTUOSA

di Stefano Sagrestano

CREMA – Il Comune si è dimostrato virtuoso nella gestione dei fondi Covid. Non dovrà restituire nemmeno un centesimo alla Roma. Vuol dire che nell’organizzare gli investimenti tra il 2020 e il 2022 sono state seguite le procedure corrette e il riconteggio ministeriale non ha riscontrato incongruenze. Tutte le procedure sono state seguite fin dall’inizio dall’Assessore al Bilancio, Cinzia Fontanain carica nel secondo mandato Stefania Bonaldiconcluso nel giugno 2022, e poi confermato dall’attuale sindaco Fabio Bergamaschi. Tra le prime modifiche introdotte a tal fine nel documento finanziario 2020 c’è stata quella pari a complessivi 477.800 euro. Ciò che era entrato nelle casse pubbliche venne subito speso. La voce più consistente è stata rappresentata dall’importo di 182.835 euro, determinato dal Fondo di solidarietà alimentare del governo.

Cinzia Fontana

Un contributo che il Comune si era impegnato a fornire buoni spesa alle famiglie bisognose che vivono in città. Agevolazioni che sono proseguite nei mesi successivi e nel 2021, usufruendo di altre tranche di contributi statali. In quell’anno, ad esempio, erano stati stanziati ulteriori 144mila euro per aiutare i cittadini in difficoltà a causa della crisi economica causata dal Covid 19. Non erano più stati stanziati solo per l’acquisto di generi alimentari, ma soprattutto per il pagamento di affitti e utenze domestiche. I contributi sono sempre stati erogati a fondo perduto. Tra il 2020 e il 2021, inoltre, sono stati banditi una serie di bandi ad hoc per sostenere le imprese, il settore del commercio, dell’artigianato e dell’industria. Sono stati inoltre stanziati una serie di contributi una tantum a fondo perduto per le microimprese e i liberi professionisti, sempre per cercare di garantire sollievo a chi aveva subito danni economici causati dall’emergenza Covid-19. Una delle iniziative aveva visto mettere sul tavolo 400mila euro.

MADIGNANO SBALLATO DI OLTRE 180MILA EURO

MADIGNANO – «Di fronte a questa richiesta di rimborso c’è grande amarezza, ma non possiamo fare altrimenti. Nell’era del Covid abbiamo fatto del nostro meglio, garantito prestazioni e speso i fondi per interventi importanti, penso ad esempio ad un innovativo sistema di ventilazione per le scuole pubbliche. Adesso ci ritroviamo a dover restituire 110mila euro in più rispetto agli 81mila che avevamo accantonato, sapendo fin dall’inizio che avremmo dovuto restituire qualcosa alla Roma”. Il sindaco di Madignano Elena Festari non nasconde il suo disappunto per quanto sta accadendo. Ieri avete effettuato alcune verifiche presso la contabilità del Comune e risulta che l’importo da rimborsare è addirittura superiore ai 181mila euro proposti dal ministero.

Elena Festari

Dalle casse comunali usciranno 191mila. Il Comune è il secondo in provincia di Cremona per somma da restituire, secondo le elaborazioni dei Ministeri dell’Interno e dell’Economia. «Affermavano che ci avrebbero garantito più soldi di quelli che potevamo spendere durante il Covid – conclude il sindaco –: in realtà dai conti in nostro possesso avevamo investito tutto, tranne 81mila euro che abbiamo accantonato, sapendo che da Roma sarebbe arrivato per richiedere un rimborso. Dato che il nostro Comune ha un avanzo amministrativo molto elevato, in base ai calcoli fatti dal ministero, ci chiedono di restituire ulteriori 110mila euro. Comunque non c’è problema, modificheremo il bilancio nella riunione del consiglio di lunedì. I fondi aggiuntivi da restituire a Roma verranno versati in cinque anni, senza interessi. Nel frattempo li legheremo, affinché restino utilizzati esclusivamente per questo scopo”.

Filippo Bongiovanni

CASALMAGGIORE, BONGIOVANNI: «CE LO ASPETTAVAMO»

di Davide Bazzani

CASALMAGGIORE – «Abbiamo speso tutto ciò che aveva una destinazione precisa dettata dal Governo», dice il sindaco di Casalmaggiore, Filippo Bongiovanni. «Alcuni fondi erano contributi nel caso in cui non fossero arrivate entrate da tasse o dazi, cioè mancate entrate a causa della crisi. Ma sostanzialmente qui a Casalmaggiore alla fine le tasse le pagavano i cittadini, anche nel ’20 e ’21. Allora il Governo ha chiesto indietro quei fondi a tutti i Comuni. È una discussione complessa. Tuttavia, questa non è una mancanza di spesa o uno spreco. Questi soldi li avevamo già stanziati, anzi poco di più, perché sapevamo che doveva uscire dal Governo questo decreto, già definito con la relazione di giovedì sera in Consiglio”.

Matteo Priori

PIADENA DRIZZONA IN CORSA ALLA COPERTURA IN TEMPO: «FISSA FONDI»

PIADENA DRIZZONA – «Per fortuna abbiamo le risorse finanziarie per soddisfare le richieste del governo» dice il sindaco Matteo Priori. «Devo riconoscere – prosegue il sindaco – la lungimiranza della nostra ex responsabile del settore Contabilità, Mirella Pasi, andata in pensione da pochi mesi, che all’epoca, prudenzialmente, insistette perché fosse previsto un ristretto accantonamento dell’eccedenza per l’eventuale rientro di quei fondi. È stata una decisione assolutamente opportuna, visto come andarono poi le cose. Parliamo di 161mila euro, che non è certo una cifra da poco. Li abbiamo messi da parte per molto tempo”.

2a523aa892.jpg
 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV presentati a Siena i nuovi eventi sulla sicurezza sul lavoro nei beni monumentali – .
NEXT Jane Goodall festeggia i suoi 90 anni on the road, sarà a Roma per il concerto del Primo Maggio – .