Selfie mentre cuce un cadavere, a Brindisi la caposala torna in reparto ma arriva la prima richiesta di trasferimento – .

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Uno dei quattro medici del reparto di anatomia patologica dell’ospedale Perrino di Brindisi ha già presentato domanda di trasferimento interno. Lo ha fatto subito dopo essere rientrata nei ranghi dell’unità operativa del coordinatore tecnico, reduce da sei mesi di sospensione per aver postato sui social foto in cui appariva sorridente nell’atto di suturare un cadavere sottoposto ad autopsia. I quattro tecnici che, insieme al patologo, ieri hanno risposto alla chiamata del direttore generale della Asl, Maurizio De Nuccio, che si è proposto come mediatore, hanno espresso il loro disagio che soffrirebbero nello svolgimento di pratiche lavorative quotidiane e delicate. Almeno otto operatori sanitari di anatomia patologica avevano annunciato richieste di trasferimento in altri reparti dopo il rientro in servizio del coordinatore, 53 anni.

Per ora solo un patologo ha formalizzato la richiesta di trasferimento, consegnandola al direttore generale dell’Asl, Maurizio De Nuccio, del direttore amministrativo Loredana Carulli, e del direttore sanitario Vincenzo Gigantelli, motivandola con il clima di tensione generatosi nel reparto. I vertici aziendali dovranno accertare se e in che misura i disagi lamentati dalle aree cliniche e tecniche possano avere a che fare con il rientro in servizio del 53enne coordinatore. Non c’è dubbio che la questione sia molto delicata: dovrà essere trattata senza remore dai vertici aziendali, evitando il rischio che un professionista, anche se colpito da una pesante sanzione disciplinare per fatti considerati a dir poco deplorevoli, possa essere preso in giro. Ma allo stesso tempo bisognerà sottoporre a una valutazione chiara e onesta la sensazione di malessere riferita dagli altri operatori sanitari del reparto. All’incontro di ieri ha partecipato anche il rappresentante della Fials, Pino Carbone, che lunedì scorso ha incontrato il personale, raccogliendo le lamentele di ciascun operatore. Il faccia a faccia di ieri tra operatori sanitari e vertici delle Asl ha segnato sostanzialmente una linea di demarcazione tra due tempi: quello dell’inerzia e quello dell’azione, forse tardiva e per ora solo promessa, alla ricerca di soluzioni, si spera, efficaci e definitive.

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