Simone Cristicchi firma il film sonoro “Kybalion” – .

«Ho composto ilopera Kybalion dedicato a Collezione Ricciardi lasciandomi ispirare dalle atmosfere dei suoi affascinanti dipinti. L’iconografia sacra presente sulle tele mi ha dettato una musica dalle atmosfere rarefatte, melodie malinconiche e grandiosità orchestrale. La musica e il sacro, come uniti dalla stessa intenzione, hanno la capacità di elevare l’animo umano, agendo direttamente con le nostre cellule cerebrali, al fine di “transhumanar”, andare oltre l’umano, per sperimentare la Grazia e l’Oltre, dove il Tutto si dispiega nello spazio e nel tempo, informando la nostra esistenza eterna’: queste le parole pronunciate da Simone Cristicchi durante la presentazione dell’immagine sonora Kybalion presentato alla stampa martedì 23 aprile a Museo Archeologico Nazionale di Tarantoalla presenza del compositore e del direttore del MArTA, Stella Falzone e il direttore dell’Orchestra della Magna Grecia, Piero Romano.

Kybalion – ricordiamo – si tratta della terza installazione all’interno del Museo di Taranto dopo quelle realizzate dal Maestro e premio Oscar, Dario Marianelli e dal cantautore, Achille Lauro. Altri “quadri sonori” installati in città sono stati composti e diretti da Maestro Remo Anzovino (Concattedrale della Grande Madre di Dio), da Maestro John Rutter (Cattedrale di San Cataldo) e da Maestro Giovanni Sollima (castello aragonese).

«La musica, come l’arte, anche quella che viene dal passato, hanno un potere comune: quello di andare oltre il presente e trasportarci quasi in un’altra dimensione. Il progetto delle “Immagini Sonore” dell’Orchestra della Magna Grecia ha proprio questo potere: rendere l’arte e la cultura immortali e perenni, oltre l’oggi – il commento del direttore del Museo Archeologico Nazionale di Taranto, Stella Falzone – La sensibilità di Maestro Cristicchi è anche garanzia di quello che lui stesso chiama “l’oltre”. Una visione quasi microscopica e dettagliata del rapporto tra il suono e le opere che lo ispirano. Tra queste vale la pena citare le opere di Luca Giordano, Francesco Solimena, Rutilio Manetti, Francesco De Mura e Paolo De Matteis”.

Simone Cristicchi al MArTA durante la presentazione del paesaggio sonoro

«Con il paesaggio sonoro di Simone Cristicchi si completa un viaggio – diceva l’ Maestro Piero Romano – studiato con la direzione di MARTA con l’obiettivo di offrire ai visitatori, per ogni piano, un’opera originale; “quadri” di estrazione culturale, esperienze artistiche del tutto distanti tra loro: dopo Achille Lauro e Dario Marianelli, ecco la visione artistica di Simone Cristicchi dedicata a Collezione Monsignor Giuseppe Ricciardi. Questa “immagine” assume il valore di a omaggio alla devozione culturale, nell’interesse della propria comunità, invitando ad una cultura che rispetti l’identità umana. La collezione Ricciardi si trova nel Museo per volontà dello stesso Monsignore, che espresse questo desiderio sul letto di morte. Una collezione che comprende dipinti di estrema importanza. Raccontare la visita alla Collezione situata al secondo piano del Museo, attraverso la musica di Simone Cristicchi, è motivo di grande soddisfazione per tutti noi. Grazie all’azione coordinata con il Museo Archeologico, sono orgoglioso di poter inserire un’altra opera esclusiva nel patrimonio artistico della città di Taranto. Un ringraziamento particolare infine al Maestro Valter Sivilotti, che ha avuto un ruolo importante nell’arrangiamento e nella regia di questo “quadro sonoro”.

Addolorata di Paolo De Matteis – Collezione Ricciardi

«Collaboro con Cristicchi dal 2011 – ha spiegato il Maestro Valter Sivilotti – con lui, negli anni, ho sviluppato una grande sintonia. Parlando di “Kybalion”, Simone mi ha inviato una composizione che ho subito amato. Affascinanti gli spunti melodici su cui ho costruito la partitura per l’Orchestra della Magna Grecia: è una composizione molto suggestiva che presenta movimenti cantabili, a tratti struggenti, dal pathos molto elegante; all’elemento romantico dell’opera si contrappone una parte centrale, molto ritmata, anche molto suggestiva, fino alla conclusione con la ripresa del tema iniziale”.

«I tre movimenti musicali di cui è composto “Kybalion” – ha concluso Cristicchi – rappresentano i tre gradi dei grandi Opera Alchemica di purificazione, attraverso la quale gli antichi alchimisti raggiungevano l’elevazione spirituale trasformando la materia informe in oro, metafora del processo di chiarificazione della mente disordinata. Arte figurativa e musica, in un connubio che trascende le forme, diventano così metafora di ricerca esistenziale, capace di traghettare l’essere, là dove le parole non possono arrivare”.

La visita di Cristicchi al Museo risale al pomeriggio di sabato 30 settembre dello scorso anno, e in quell’occasione aveva già fornito ai giornalisti presenti le prime anticipazioni del “quadro sonoro” in realizzazione.

La Collezione Ricciardi

La raccolta comprende un’icona bizantina, attribuita tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, che riproduce il tipo della Vergine Odegitria, una lastra di zinco recante una Madonna piangente dipinta a olio, risalente al XVI-XVII secolo . e diciotto dipinti realizzati ad olio su tela, classificabili cronologicamente tra il XVII e il XVIII secolo, raffiguranti soggetti sacri. Molte opere sono riconducibili alla scuola napoletana di Andrea Vaccaro (Il Redentore, Amore dormiente), Luca Giordano (Transito di San Giuseppe, Adorazione dei pastori, Strage degli Innocenti), Francesco Solimena (La Maddalena), Paolo de Matteis (Addolorata) e Francesco De Mura (Profeti); di autore ignoto sono la Maddalena penitente e il Cristo nell’orto. I dipinti più tardi (Addolorata tra i santi Nicola e Barbara, Deposizione) furono attribuiti al pugliese Leonardo Antonio Olivieri di Martina Franca. A produzioni centro-settentrionali dei Reni rimandano la Santa Cecilia all’organo del senese Rutilio Manetti, la Circoncisione, copia di autore ignoto dell’opera di Federico Barrocci e il Martirio di San Sebastiano, che riproduce un soggetto simile di Guido.

«“Vi regalo una rosa” è l’esempio, il mio manifesto: raccontare una storia e mettere al centro chi non ha voce, chi non ha visibilità, in questo caso gli emarginati – ha detto Cristicchi riguardo al pensiero rivolto a Antonio Cosimo Stano ai concerti conOrchestra della Magna Grecia – Chiunque di noi potrebbe cadere nella follia in qualsiasi momento ed è proprio questo che ci spaventa nella malattia mentale. Trovo interessante usare il palco, evidenziare queste realtà di cui si parla poco e dire “esiste Antonio Cosimo Stano!”, uno dei miei “santi silenziosi”, a volte agnelli sacrificali che muoiono per risvegliarci. Nei miei concerti dedico spesso questa canzone all’anziano disabile picchiato selvaggiamente a Manduria, che guarda caso si chiamava proprio come il protagonista di “Ti regalerò una rosa”: mi piace pensare a Cosimo come al protagonista di questa canzone, che finalmente vola libero, ora che ha ingannato tutti trasferendosi in un’altra dimensione.”

 
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