“L’arte come strumento per riscoprire le civiltà” – .

“L’arte come strumento per riscoprire le civiltà” – .
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L’arte è il faro attorno al quale si costruisce l’essenza più profonda dell’essere umano. È attraverso l’arte che ci avviciniamo alla comprensione di noi stessi e del mondo che ci circonda, esplorando le infinite sfaccettature della conoscenza.

Nella quattordicesima puntata de “Lo Specchio di Piacenza”, il format di Telelibertà, ideato e condotto dalla direttrice Nicoletta Bracchi, ne ha parlato un esperto Alessandro Malinverni, docente di Storia dell’arte e della moda e direttore del Museo Gazzola di Piacenza che ha sede presso l’Istituto omonimo.

IL MUSEO GAZZOLA

“Pochi sanno che – precisa Malinverni – è il più antico della città. La prestigiosa sede è ospitata in un palazzo di fine Quattrocento, appartenuto alla famiglia Fontana, al monastero di San Sisto e, dalla fine del XVII secolo, alla famiglia Gazzola. Come storica dell’arte, ho imparato a immergermi nel mondo della bellezza, a sondare il passato attraverso opere d’arte e manufatti che raccontano le loro storie. Occuparsi della bellezza è un viaggio affascinante, un dialogo continuo con le epoche. L’arte è uno strumento straordinario per riscoprire le civiltà, per immergersi nella vita, nelle speranze e nei sogni”.

MODA

Nella sua intensa carriera di studioso si interessò particolarmente alla storia del costume e della moda: “Conoscere la moda è come leggere un libro aperto sulla storia e sull’anima di un popolo in un dato momento storico. Attraverso tessuti, forme e colori possiamo cogliere le sfumature profonde della cultura, delle aspirazioni e anche delle tensioni di una società. La moda di una volta ha un fascino unico ed irripetibile. In un’epoca in cui la produzione era meno standardizzata e le influenze culturali erano più marcatamente distintive, ogni capo di abbigliamento raccontava un profilo, portava con sé un pezzo di identità e di memoria collettiva. La moda del passato era espressione viva di creatività, desiderio di bellezza e individualità. La moda contemporanea a volte può sembrare più omogenea e standardizzata. Tuttavia anche in questo contesto si possono trovare spunti interessanti e significativi. La moda contemporanea riflette le sfide e le dinamiche della nostra epoca, dalla globalizzazione alla sostenibilità ambientale, offrendo nuove prospettive e domande sul nostro modo di vivere e di essere”.

LA PUTTURA

Passando in rassegna le arti figurative, Malinverni confessa una propensione per la pittura: “Con un particolare interesse per il collezionismo. Mi affascina il motivo per cui in passato uomini e donne scegliessero di acquistare e circondarsi di quadri, un gesto che va oltre il semplice atto di possesso, ma riflette un profondo legame con l’estetica e la cultura del tempo. Cerco di capire il gusto di chi ci ha preceduto. Questa passione per la storia e l’arte mi è stata trasmessa fin da bambino da mio nonno. Le chiese di Piacenza? Uno dei tesori che amo esplorare, e tra questi il ​​mio preferito è Santa Maria di Campagna, un luogo che conserva un’atmosfera unica e una ricchezza di decorazioni che mi ispira ed emoziona ogni volta che ne varco la soglia”.

MESSAGGIO AI GIOVANI

L’affetto per i suoi cani, Trilli e Luce, i progetti a Parigi e Stoccolma, la passione per la scherma al Circolo Pettorelli, i suoi studenti (“Ne ho contati più di 500 tra Colombini e l’Istituto Gazzola”), una seconda laurea all’orizzonte (“Ho mi piace studiare e leggere ma non sono un nerd”).

Su richiesta del direttore, Bracchi interviene un messaggio ai giovani ma non solo: “In un mondo spesso dominato dalla frenesia e dalla superficialità, è fondamentale ritagliarsi dei momenti per coltivare la sensibilità estetica. Purtroppo viviamo in un’epoca in cui l’arte e la bellezza vengono spesso banalizzate o sfruttate per scopi commerciali. Molti si improvvisano artisti senza avere una formazione adeguata, contribuendo a oscurare il valore dell’arte autentica. I social media, pur offrendo una piattaforma per una visibilità senza precedenti, a volte possono alimentare questa tendenza. Organizzare una mostra non dovrebbe essere un’ossessione per il successo o l’accettazione da parte del pubblico, ma piuttosto un’opportunità per condividere un’esperienza estetica significativa e autentica. Dobbiamo imparare a valorizzare la qualità piuttosto che la quantità”.

A proposito di mostre, tra quelle organizzate a Piacenza, una in particolare gli è rimasta nel cuore: “La mostra dedicata a Panini negli anni ’90, un evento molto importante che attirò pubblico da tutta Italia. Credo che riproporre l’opera di Panini possa essere un’ottima idea per coinvolgere nuovamente i visitatori e promuovere il patrimonio artistico locale. Ho proposto alle varie amministrazioni di considerare questa possibilità, magari con un approccio o un taglio diverso, per offrire al pubblico un’esperienza nuova e coinvolgente. La Galleria Ricci Oddi? È un luogo che mi ispira profondamente, presto organizzerò una visita con una delle mie lezioni. Ho dedicato molto tempo allo studio della figura di Giuseppe Ricci Oddi, il fondatore di questa istituzione. Era un uomo di grande fascino, le cui gesta e generosità dovrebbero essere maggiormente valorizzate e conosciute, un esempio per i giovani”.

Tag: Malinverni Specchio Arte strumento riscoperta civiltà

 
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