Scanzi a Ferrara: “Naomo è un mito”

Promette un inizio “corposo e corposo” a Ferrara e si dice sicuro che “sarà divertente”. Andrea Scanzi arriva a Ferrara e porta con sé “La Sciagura”. Il 16 maggio l’irriverente penna del Fatto Quotidiano sarà al Teatro Nuovo per presentare il suo nuovo spettacolo prodotto da Loft Produzioni e tratto dall’omonimo bestseller edito da Paper First.

Nel ricordo della città di Este, “Sciagura” ricorda l’ex gerarca fascista che fu tra i principali imputati nella strage di Castello del 1943. Ma il riferimento di Scanzi, seppure colorato in nero, è rivolto alle questioni di oggi, anzi al “ Cronaca di un governo di fuggiaschi”, come recita il sottotitolo.

Cosa dobbiamo aspettarci dai tuoi novanta minuti sul palco?

“La Sciagura” è uno spettacolo di satira politica. Non faccio satira politica dai tempi del “Cazzaro Verde”.

Parliamo del 2019, prima del Covid.

Esatto. Non faccio tournée politiche da quattro anni. Ho sentito il bisogno, proprio il bisogno, di farlo perché trovo che siamo di fronte ad un governo orribile. Inoltre, un governo instaurato in un momento storico molto inquietante. E secondo me giornalisti, scrittori, intellettuali, categorie di cui nel bene e nel male faccio parte, devono schierarsi in certi momenti storici.

Quando la politica tace, diceva Pasolini, tocca al poeta o all’intellettuale parlare.

E in questo mese e mezzo, dal 29 aprile al 7 giugno (dopo il quale si voterà), voglio schierarmi, mettermi in gioco. Cercheremo di fare un appuntamento al giorno. Mi prenderò cura della miseria che ci governa per un mese. Sarà una full immersion nelle trincee e sulle barricate.

Prima domanda banale, è più difficile fare satira oggi che in passato?

Nella mia esperienza di cinquantenne è sempre stato abbastanza facile fare satira. Nel senso: se sai farlo, se hai talento, puoi fare satira in qualsiasi momento storico. Bisogna avere il talento, la voglia e il coraggio. Detto questo, personalmente ho realizzato la satira più facile, più stimolante, più urgente su Berlusconi nella sua fase finale – per ovvi motivi di età. Poi contro Renzi mi sono divertito come un bambino a deridere quello che è stato uno dei governi più orrendi del mondo. I più difficili sono stati quei governi un po’ morbidi e tecnici, come Monti e Draghi… ma insomma, non è difficile fare satira su Meloni e lei perché fanno praticamente tutto da soli.

Ho letto che in questo spettacolo entrano anche Gaber e Guccini. Come?

In tutti i miei spettacoli c’è molta musica. Vivo di musica e vengo dalla musica. Ne “La Sciagura” ci saranno momenti in cui sono accompagnato da alcuni brani che ho scelto, da Mozart a Springsteen, dagli U2 a Johnny Cash… Gaber e Guccini entrano in gioco perché, ad un certo punto dello spettacolo, io prendersi gioco dei gusti musicali della Meloni e di questa destra, che ascoltano Gaber, Guccini, De Andrè, ma in fondo non capiscono un cazzo. Perché se ascolti De Andrè e canti Il Pescatore, ovviamente del pescatore hai capito solo “la la la la la”. Questo aspetto mi fa impazzire, ma lo schernisco anche perché è la prova che questo governo soffre di un complesso di inferiorità culturale, perché non ha cantautori tranne Povia e quindi deve prendere quelli degli altri e far finta che non siano di sinistra. ala e che non sono sfavorevoli alla Meloni.

Penso al nostro sindaco, Alan Fabbri, che si dice estimatore di De Andrè e poi parla di “tumori da debellare” riferendosi a persone (criminali ma pur sempre persone) o marciare intorno al campo nomadi con bambini terrorizzati dentro.

Siamo sempre lì. Non conosco Fabbri personalmente, ma non ci posso credere. Sono tutte persone che citano De Andrè a caso. Anche Salvini è un’altra persona che dice di conoscere molto bene De Andrè e Gaber e io ci credo. È vero che conosce a memoria la “Storia di un impiegato”, ma non ci ha capito un cazzo. Insomma, non puoi arrabbiarti con i migranti e poi ascoltare Khorakhané, Il Pescatore, Via del Campo. De Andrè è il cantore degli ultimi, dei diseredati, dei transessuali, degli omosessuali, della pace. E questi fanno esattamente il contrario. La canzone non è solo intrattenimento. È spettacolo se ascolti Gigi D’Alessio, se ascolti Laura Pausini. Se ascolti De Andrè devi capire la parola prima ancora della musica. Parla di cose che sai, parla di Povia, lascia stare De Andrè.

A Cazzaro Verde hai dedicato parte di un capitolo alla nostra Noemi.

Lui è una leggenda, Naomo Lodi è una leggenda. Raccontami come sta, cosa fa… si candida alle europee?

No, si candida alle prossime elezioni comunali di giugno come leader della Lega.

Perfetto. Ho un bel ricordo di Naomo Lodi. Mi ha tirato su il morale durante la fase di lockdown. Quando facevo le dirette su Facebook e avevo milioni di visualizzazioni, bastava dire “Naooooomo” e alzare un po’ il tono sulla “O” e la gente si gettava a terra. E poi quei video incredibili girati da Clean Sweep in cui prometteva di prendere a calci in quel modo i giornalisti. Noemi è un personaggio mitologico. Poi ha un cursus honorum sia politico che, da quanto ho letto e so, in parte giudiziario straordinario. Mi fa piacere che voglia ricandidarsi alle prossime elezioni comunali di giugno a Ferrara.

Ci sarà un po’ di Naomi nel tuo show?

Tutti i miei spettacoli hanno dieci minuti iniziali in cui parlo della realtà della città che mi ospita. E a Ferrara ci sarà sicuramente molto da dire su Lodi. Infatti entrerò subito con la sua foto sul grande schermo.

Una partenza sublime… Tornando ai temi “nazionali” del tuo programma, cosa ne pensi delle recenti polemiche Rai? Mi riferisco al monologo cancellato di Scurati e alla vicedirettrice del Tg1, Incoronata Boccia, per la quale l’aborto è un reato?

È un governo che censura. È un governo che aborre il dissenso. È un governo che ha occupato le mani militari della Rai, come aveva fatto Renzi, come aveva fatto Berlusconi, come aveva fatto il centrosinistra. Ma adesso è peggio, perché c’è un’ostentazione e un orgoglio nel fare tutto questo. Non voglio dire che sia un governo fascista, anche se all’interno del governo ci sono dei fascisti; secondo me è un governo illiberale, è un governo che ci avvicina sempre di più al modello Orbán, che in realtà è un modello agli occhi della Meloni. Qui, oltre all’ostentazione, il secondo elemento di novità, che spaventa, è la pochezza culturale e intellettuale di questi leader. Nonostante gli editti bulgari, con Berlusconi in Rai sono rimasti ancora dei buoni prodotti. C’erano dei programmi straordinari, come quelli di Dandini. Ora non c’è niente. Ciò che resta è questo terrificante mix tra l’arroganza di cui ti parlavo da un lato e il dilettantismo e la solenne incapacità dall’altro. Se poi si aggiunge questo atteggiamento, diciamo, “dittatoriale” o comunque assolutista, che detesta la libertà di stampa, il risultato è l’esproprio del pessimo servizio pubblico, che meriterebbe ben altra sorte.

Preoccupanti sono anche i segnali riguardanti la libertà di stampa.

Il clima è terrificante. Pensa ai due esempi che hai citato: Scurati e Boccia. Sono due cose complementari ma anche diverse: nel racconto del vicedirettore del Tg1 c’è l’elemento identitario di questo governo, cioè l’oscurantismo retrogrado, omofobo, sessista. L’altro elemento è il fastidio che questo governo nutre più di altri nei confronti della libertà di stampa e del giornalismo investigativo. Tutti coloro che tentano di indagare vengono massacrati, come è successo a Ranucci, sempre sulla Rai, nonostante Report sia l’unico programma di successo di Rai3.

Ditemi, in questi giorni sono più in tribunale che in redazione!

Allora sai di cosa sto parlando. È un attacco che stanno subendo tutti i giornalisti investigativi. Appena apri bocca ti denunciano, ti oscurano se possono, ti censurano se possono. E non gliene frega niente che tu abbia 90 anni come Canfora; a loro non importa se la denuncia colpisce un blogger che non ha un soldo e quindi se fai la denuncia incauta lo uccidi. È un governo così, non ha rispetto per le libertà, tanto meno per la libertà di stampa. E questo mi spaventa.

 
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