Ha un colore inconfondibile, fa bene (e si può mangiare) – .

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Fiorisce con l’arrivo della primavera, il suo profumo è intenso e penetrante e riempie l’aria, come il suo colore che attira lo sguardo esaltato di chi lo osserva

La Sicilia offre un panorama di cose uniche e straordinarie, abbraccia una varietà che va dal cibo alla cultura, dall’arte alla botanica che abbonda un po’ ovunque.

Sarebbe potuto mancare il fatto che non avessimo il “fiore del paradiso“?

E sì, ce l’abbiamo e si chiama così nell’interpretazione romantica: fiorisce con l’arrivo della primavera, il suo profumo è intenso e penetrante, riempie l’aria, come il suo colore attira lo sguardo esaltato dall’abbondanza di fiori che invadono la paesaggio.

E il colore stesso identifica una sfumatura intermedia rosa e il viola è diventato inconfondibile.

Stiamo parlando dei fiori del Lillà che in Sicilia in questo periodo sbocciano meravigliosamente con una straordinaria livrea fiorita, che dura circa 15 giorni prima di appassire.

Tra i più belli e profumati dei mesi di aprile e maggio arricchiscono da secoli i nostri giardini quindi non possono mancare lillauna pianta cespugliosa con foglie verdi a forma di cuore e piccoli fiori disposti in pannocchie, capaci di attirare tanti bellissimi insetti, è la pianta ideale per realizzare un giardino di farfalle.

Avv

Cominciamo da origini non sicilianema come tante altre specie arrivate in passato tra migranti e migrazioni di etnie erranti.

IL Fiore lilla Si tratta di un arbusto originario dell’Asia e dell’Estremo Oriente che, grazie al suo profumo e al suo colore, trovava largo impiego nell’abbellimento dei giardini, anche per la sua facilità di coltivazione e la sua esuberante fioritura.

Botanicamente fa parte della famiglia delle Oleaceae e comprende una trentina di specie, di cui quella senza dubbio più diffusa Syringa vulgarisil lillà più comune.

Fu importato dalla Turchia a metà del 1500 e adattato all’Europa, compresa l’Italia dove fu introdotto verso la fine del secolo.

Era considerato un fiore del paradiso perché profumava i giardini dell’haremluoghi che erano presenti in Sicilia: erano opere di ingegneria botanica e idraulica importate dalla dominazione araba che nel Medioevo precedette quella dei Normanni, che ne furono talmente conquistati da goderne durante il loro regno.

Nella cultura cristiana i semi venivano raccolti e inseriti nei rosari utilizzati per le preghiere dai pellegrini che si recavano in Terra Santa.

Un’altra leggenda proveniente dal nord Europa racconta che il popolo delle fate amava vivere nei luoghi dove questo fiore cresceva spontaneo. Credevano fermamente nell’energia positiva del lillà tanto che si impegnarono a piantarlo dove avvertivano la presenza del male per purificare quel luogo.

Furono Victor Lemoine e suo figlio Emile a coltivarlo nel loro vivaio di Nancy e iniziarono a selezionarlo per una produzione che dava fiori doppi più voluminosi e profumati attraverso incroci tra specie cinesi e forme orticole.

È ampiamente usato in profumeria e dentro cosmetici: aiuta a stimolare la riproduzione cellulare e ha una funzione antietà, opacizza l’incarnato, eliminando alcuni comuni inestetismi della pelle come macchie e piccole rughe.

Le varietà più odorose venivano utilizzate per ottenere i preparati necessari per profumi e cosmetici, tra cui “olio di lillà” ottenuto dalla macerazione delle corolle in grassi vegetali e “essenza di lillà”, estratta mediante solventi volatili.

La pianta è stata utilizzata in passato anche per scopo curativo: il decotto della corteccia veniva utilizzato come febbrifugo, l’infuso delle foglie aveva proprietà decongestionanti e digestive del fegato e con i fiori si preparavano profumi e si ricavava anche olio da massaggio.

Per non farci mancare nulla, i fiori della Syringa vulgaris sono commestibili e possono essere utilizzati in cucina per decorare i piatti o come ingrediente.

 
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