Proseguono gli interrogatori della Procura di Roma per il presunto scambio elettorale politico-mafioso ad Anzio.
L’ex sindaco di Anzio Candido De Angelis è stato sentito ieri pomeriggio in procura di Roma e ha risposto alle domande dei pm della Dda Giovanni Musarò e Alessandra Fini.
«Ha risposto a tutte le domande dei pm che intendevano chiarire la sua posizione. Resta fiducioso nelle decisioni che l’autorità giudiziaria vorrà prendere”, ha detto all’Adnkronos al termine dell’interrogatorio l’avvocato Pierpaolo Dell’Anno, che difende l’ex sindaco insieme all’avvocato Giuseppe Murone.
Lo scorso 12 aprile altri due indagati convocati dai magistrati si erano avvalsi della facoltà di non rispondere: l’ex consigliere Gualtiero Di Carlo e l’ex assessore Lucia Pascucci. Mentre ai pm ha risposto l’ex consigliere comunale di Anzio Giuseppe Ranucci. In questo filone di indagine, coordinato dai pm della Direzione distrettuale antimafia già responsabili della maxi inchiesta ‘Tritone’ che ha portato all’amministrazione dei comuni di Anzio e Nettuno, rientra l’accusa di scambio elettorale politico mafioso. ipotizzato.
Operazione Tritone ad Anzio e Nettuno
Nel febbraio 2022 l’indagine portò all’arresto di oltre 60 persone effettuato dai Carabinieri dell’Unità Investigativa della Capitale. L’accusa prevede anche quella di associazione per delinquere di stampo mafioso.
Ai vertici di due distinti gruppi criminali, distaccamenti delle ‘ndrine, c’erano Giacomo Madaffari, Bruno Gallace e Davide Perronace.
Secondo quanto emerso dalle indagini, i clan della ‘ndrangheta miravano a ‘colonizzare’ il litorale romano.
Per rafforzare il proprio potere, sfruttarono la consolidata capacità di importare grandi quantità di cocaina dal Sudamerica, per poi infiltrarsi nelle amministrazioni locali attraverso la gestione e il controllo delle attività economiche nei settori più diversi, dalla pesca alla gestione e allo smaltimento dei rifiuti.
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