Bari, Di Cesare in vista dello scontro sopravvivenza con il Cosenza: – .

A meno di tre giorni dalla delicatissima trasferta di Cosenza, nella quale il Bari giocherà buona parte della permanenza in Serie B, è intervenuto in conferenza stampa il capitano dei biancorossi Valerio Di Cesare.

Non è stata la rituale conferenza prepartita, ma un botta e risposta alla presenza dei cronisti in cui l’esperto difensore ha ceduto all’emozione, uscendo in lacrime dalla sala stampa.

A Di Cesare è stato chiesto innanzitutto come si sia arrivati ​​a una situazione così complicata, quando fino a poche settimane fa, sia da parte sua che da parte del presidente, filtrava ottimismo addirittura in vista play-off. “Non me lo aspettavo neanche io. Ci ho creduto (ai play-off), forse perché di solito guardo il bicchiere mezzo pieno. Venivamo da due vittorie consecutive, eravamo vicini all’ottavo posto. Sapevo che sarebbe stato difficile, ma non me lo aspettavo e non ci avrei mai pensato minimamente. Ho creduto in tutti gli allenatori che abbiamo avuto, anche in Iachini. Poi purtroppo i risultati non sono andati come ci aspettavamo e ora ci troviamo in questa situazione”.

Al difensore è stato chiesto un suo parere sulle parole di Maita dopo il fischio finale della partita contro il Pisa, in cui il centrocampista sembrava confermare lo scarso feeling con Iachini e sull’incontro con Polito in cui sarebbe stato decretato l’esonero dell’allenatore marchigiano: “Non so cosa abbia detto Mattia, lui è vicecapitano, può dire quello che pensa. Con Iachini non è successo niente. Ho letto di malumori, ma credo che i risultati abbiano determinato il licenziamento. Quando le cose vanno male si ripetono sempre le stesse cose. Ho 41 anni, penso di aver dimostrato qualcosa a livello umano. Leggere che sarei io a liberarmi degli allenatori è brutto, ed è successo sia con Auteri, Mignani, Carrera e ora non credo di meritarmelo. Ho letto di delegazioni di giocatori. Ho sempre dimostrato rispetto verso tutti, sapete cosa penso di questa maglia. Mi dispiace che escano tante cose dallo spogliatoio, che dovrebbe essere un luogo sacro”. .

Nonostante tante indiscrezioni, ora non bisogna perdere di vista l’obiettivo primario che è salvare la categoria: “Contano solo il Bari e la salvezza. Raggiungerlo è la vita. Retrocedere significherebbe fallire clamorosamente. Sembrano luoghi comuni, ma bisogna andare oltre quello che c’è. Concentrarsi dall’inizio alla fine, visto che ultimamente subiamo spesso gol a inizio partita. Dobbiamo salvarci e andare oltre. A Cosenza sarà una partita molto difficile, per me conterà quanto o forse più di quella dell’11 giugno (data in cui il Bari ha perso il ritorno degli spareggi di Serie B contro il Cagliari ndr)”.

A Di Cesare se ci fosse un confronto con i vari allenatori che si sono avvicendati alla guida della squadra in questa stagione: “C’è sempre stato, ma io sono un giocatore, non un allenatore. Sono scioccato che dallo spogliatoio escano così tante stronzate. Posso dire ai registi di lasciare che così e così tornino.

Riguardo al presunto litigio con Puscas (rimproverato seccamente in campo durante la partita contro il Pisa): “Con Puscas non è successo niente. Mi sono arrabbiato perché ho ricevuto un avvertimento. Faccio un pasticcio in campo, ma era già successo con Lulic”.

A Di Cesare è stato chiesto perché dovrebbe essere ottimista sulla sicurezza del Bari e se i biancorossi sono disposti a dare tutto: “Il Bari deve necessariamente salvarsi. Dobbiamo dare il massimo. Non possiamo retrocedere, dobbiamo farlo a tutti i costi. Retrocedere sarebbe una tragedia”.

Su quale partita aspettarsi a Marulla: “Dura. Metto Tutino alla pari con Pohjanpalo, ci sono tanti giocatori forti. Mancano 4 partite e dobbiamo prenderci le nostre responsabilità. Ci dispiace per i nostri tifosi, quest’anno è andata così. Eravamo felici che fossero venuti a parlare con noi. Dobbiamo remare tutti dalla stessa parte”.

Infine, al capitano, uscito dalla conferenza con le lacrime agli occhi, è stato chiesto se il motivo di questa brutta annata sia da ricercarsi nelle ripercussioni della finale persa l’11 giugno: “Non credo. Se ripenso a questi 6 anni…”. ha detto prima di interrompersi e di uscire dalla conferenza con il volto rigato di lacrime, a dimostrazione di quanto sia delicato il momento in casa biancorossa.

 
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