altre indagini a Trani. Ma Emiliano crea il Dipartimento Legalità – .

altre indagini a Trani. Ma Emiliano crea il Dipartimento Legalità – .
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Ogni giorno, direttamente dalla Puglia, arrivano nuove notizie che confondono ulteriormente il già intricato pasticcio creato dal Pd locale. Cadono gli uomini di fiducia, la maggioranza in Consiglio regionale si sgretola, gli inquirenti continuano a dare brutte notizie ai dem, il fuoco nel vasto incendio si intensifica ed Emiliano resta lì, seduto sul posto più alto della Puglia riservato al governatore, in la speranza che il tempo non sia galantuomo e getti tutto nell’oblio. Questa speranza è fin troppo vana: Le cose per l’intero sistema dem pugliese sono troppo compromesse per sperare in una sorta di rinascita. Di fatto, facendo tremare uno degli ultimi fortini rimasti ancora in mano ai rossi.

Emiliano ci prova: la nuova delega per ingraziarsi i grillini

Solo ieri, infatti, l’assessore regionale alla Sanità Rocco Palese ha rassegnato le dimissioni: “Considerata l’attuale situazione politica ho ritenuto opportuno formalizzare le mie dimissioni da assessore”, ha annunciato. Oltre a lui, pare che Emiliano abbia chiesto anche ad Anna Grazia Maraschio, assessore all’Ambiente, di farsi da parte per ragioni “esclusivamente politiche”. E dopo la loro sostituzione, Emiliano ha piazzato ill’ennesimo tentativo di salvarsi inserendo una nuova delega: quella della Legalità. Una scelta arrivata grazie alle pressioni di Giuseppe Conte che, dal sedicente “partito dell’onestà” che collabora con gli apparati Pd, ne aveva fatto richiesta. Tra i nomi candidabili al nuovo ruolo, Emiliano cerca tra i familiari delle vittime di mafia. Opportunismo? Certo: ma di fronte alle continue nuove inchieste che macchiano l’immagine del PD locale, non basterà una semplice delega per ripulirsi. Piuttosto potrebbe essere utile se non altro mantenere viva l’alleanza con i grillini, fondamentale per mantenere la maggioranza regionale. I numeri sono ormai molto instabili e l’opposizione di centrodestra sarebbe pronta a chiedere un voto di sfiducia, che il Movimento Cinque Stelle ha già annunciato che non appoggerà. Ma, allo stesso tempo, pretendendo di essere fuori “dal perimetro della maggioranza”.

Trani, posti nelle sedi comunali in cambio del voto

A poche ore da questi fatti e dall’ultima inchiesta su Alfonso Pisicchio, il fedelissimo avvertito in anticipo dal governatore dell’imminente arresto grazie ad una presunta fuga di informazioni da “fonti romane”, un nuovo fatto sconvolge il Pd. L’attenzione degli inquirenti si è infatti concentrata anche su Trani, altra roccaforte dem che ormai trema. Al centro dell’ultimo scandalo c’è la lista “Sud al Centro”, il movimento di Sandro Cataldo, già agli arresti per il sistema di compravendita di voti a favore della moglie Anita Maurodinoia, altra consigliera regionale dimessa. Adesso, un sistema del tutto simile a quello di Triggiano: di Trani, infatti, parlano le indagini posti di lavoro in cambio di voti. A cominciare dagli stessi iscritti alla lista, che ne avrebbero beneficiato, dopo le elezioni contratti nelle aziende municipalizzate. Anzi, sembra che si sia arrivati ​​al punto di minacciare chi denuncia, come raccontato Verità di Franco Nugnes, un attivista che ha fatto importanti rivelazioni sul caso e al quale sembra sia stato chiesto di ritirare la sua testimonianza.

Un gigante di cartapesta

Insomma, il quadro non è dei migliori. Tra arresti, possibili indagini e chissà quante notizie restano ancora sepolte, l’intero sistema Pd in ​​Puglia sembra crollare come un gigante di cartapesta al primo soffio di vento. Le roccaforti storiche si sono trovate smantellate dalle indagini da un giorno all’altro. E pensare che quella manifestazione organizzata a Bari in un normale sabato pomeriggio di marzo dal governatore doveva servire a far tornare candida la figura di Antonio Decaro, sindaco di Bari e fedelissimo di Emiliano, dopo la notizia delle indagini dell’Interno Ministero in Comune e di un suo eventuale commissariamento. Quel “A te lo affido”, pronunciato con simpatia da Emiliano dal palco e accolto dalle risate dei presenti, era l’inizio della fine: da quel momento i democratici, che potevano contare sul sicuro appoggio dello storico feudo, si ritrovarono con solo un pugno di mosche tra le mani. E, a quanto pare, i guai sono appena cominciati: aspettiamo la magistratura, che farà il suo corso.

 
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