Il reddito dei cremonesi è tra i più bassi della regione – .

CREMONA – Il reddito pro capite in provincia di Cremona cresce del 7%passando da 20.222 a 21.629 euro, ma resta tra i più bassi della Lombardia: la media regionale, in aumento del 4,7%, si attesta a 27.890 euro. Non solo: anche il dato cremonese è inferiore a quello nazionale, che raggiunge i 23.650 euro grazie ad una crescita del 4,9%. La collocazione del cittadino-tipo cremonese nella fascia di reddito medio-bassa è certificata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che nelle ultime ore ha diffuso il report sulle dichiarazioni Irpef e Iva presentato lo scorso anno e relativo all’anno di imposta 2022. La Lombardia si conferma la regione con il reddito medio complessivo più alto, mentre in fondo alla classifica c’è la Calabria con 17.160 euro. «Pertanto, la distanza tra il reddito medio delle regioni del Centro-nord e quello delle regioni del Sud continua ad essere significativa – sottolinea il MEF» (clicca qui per tutti i dati).

IL DETTAGLIO COMUNALE

Nel contesto della ricchissima Lombardia, tra le città capitali la medaglia d’oro va alla ‘capitale’ Milano con 35.982 euro. Un valore molto distante dai livelli di reddito dei principali centri del cremonese. La concentrazione del reddito nei comuni della provincia di Cremona presenta una distribuzione disomogenea. I cremaschi si confermano al vertice, con 26.882 euro di entrate medie dichiarate: un record però poco brillante, poiché inferiore al valore medio regionale. Il secondo posto nella classifica provinciale va ad un altro comune cremasco, quello minuscolo Torlino Vimercati (appena 450 abitanti), che raggiunge i 26.204 euro. Terzo gradino del podio per capitale, con un reddito pro capite di quasi 26mila euro. Nelle prime posizioni figurano anche due paesi alle porte di Cremona come Malagnino (25.726 euro) e Bonemerse (25.070). Sono però 14 i comuni che non raggiungono la soglia dei 20mila euro: Torre de’ Picenardi (19.952), Scandolara Ravara (19.831), Robecco d’Oglio (19.801), Scandolara Ripa d’Oglio (19.790), Volongo (19.497), Sospiro (19.463), Calvatone (19.337), Ostiano (19.330), Pessina Cremonese (19.316), Voltioso (19.298), Torricella del Pizzo (19.029), Spineda (19.013), Cappella dei Picenardi (18.935) e – ultimo in classifica – Cingia de’ Botti (18.272). Tra il primo e l’ultimo il divario è di 8.610 euro, con un divario del 32%.

I TRE QUARTIERI

La porzione occidentale della provincia si conferma quella più riccatant’è che nessuno dei centri cremaschi è presente nella fascia inferiore ai 20mila euro. Casalasco, invece, ha il maggior numero di comuni che occupano le posizioni di retroguardia nella classifica territoriale. In sostanza, i livelli di ricchezza si attenuano progressivamente spostandosi da Ovest verso Est nella cartina geografica della provincia. E la traiettoria decrescente del reddito medio complessivo è confermata dai numeri che caratterizzano i capoluoghi dei tre circondari: Crema si avvicina ai 27mila euro pro capite con un incremento del 2,6%, Cremona è a un passo dai 26mila euro grazie a un balzo dei ricavi del 6,1%, Casalmaggiore non riesce a raggiungere la soglia dei 22mila euro nonostante un incremento del 2,7%. I dati, certamente poco entusiasmanti, non devono però allarmare: basti pensare che capoluoghi come Brescia, Verona, Torino e Reggio Emilia si collocano nella fascia di reddito compresa tra 25mila e 26mila euro pro capite.

 
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