Ferrara Un gatto trattenuto per la seconda notte nella clinica veterinaria, a detta del proprietario come “ostaggio” per il mancato pagamento del compenso pattuito a seguito della presa in carico e delle terapie urgenti; per la clinica in questione, invece, si trattava solo di completare il ciclo terapeutico. Fatto sta che la vicenda si è conclusa ieri mattina, quando il proprietario del felino è stato accompagnato dai carabinieri del Corpo forestale e si è presentato presso la clinica in questione ottenendo la “restituzione”. “Non finisce qui – ha detto il titolare – sporgerò denuncia alla polizia perché questo trattamento ha causato un forte stress a mia figlia di due anni, che ha pianto tutta la notte perché non poteva portare a casa il gatto a cui è particolarmente affezionata. In questo caso gli inquirenti dovrebbero indagare su una presunta appropriazione indebita, in quanto la legge evidentemente non riconosce la possibilità di trattenere un animale per mancato pagamento di un servizio, dato che i percorsi per ottenere la liquidazione di un debito sono ben definiti.
Tutto inizia, ha detto il proprietario Nuovo, domenica mattina intorno alle 9 quando “il mio gatto, sentendosi molto male”, è stato portato d’urgenza in una clinica veterinaria, dato che il veterinario di fiducia era chiuso nei giorni festivi. L’uomo firma il preventivo di 690 euro per due giorni di ricovero, esami del sangue e radiografie. Martedì la clinica chiede “le dimissioni”, riferisce il titolare, che si reca con la moglie e la figlia. Quando denuncia alla clinica che non ha i soldi per pagare, e propone di pagare in tre tranches, scoppia il caso: “Non volevano più darmi il gatto, e mia figlia era disperata”. lui dice. Ieri la decisione di rivolgersi alla polizia ha avuto un lieto fine.
Dalla clinica la versione dei fatti coincide solo con il mancato pagamento della parcella. «Il gatto non è stato dimesso la prima volta perché doveva sottoporsi a terapie, e altre dovranno seguirne a casa»: insomma, non era ancora stato dimesso.
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