Viterbo, l’imposta di soggiorno nel 2023 vale 480mila euro – .

Viterbo, l’imposta di soggiorno nel 2023 vale 480mila euro – .
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È stato approvato ieri nella seconda commissione il bilancio consuntivo 2023. Il via libera, a maggioranza, apre all’approvazione definitiva del comunicato che sarà oggetto del prossimo consiglio comunale previsto per fine mese.

Sarebbe la prima volta che il bilancio definitivo viene approvato entro i termini fissati per il 30 aprile.

109 milioni e quasi 346mila euro è il risultato amministrativo del rapporto illustrato dall’assessore al Bilancio Elena Angiani, di cui oltre 69 milioni accantonati, 34 milioni vincolati, 1 milione e 950mila euro destinati agli investimenti e quasi 3,5 milioni è il disponibile.

Al 1° gennaio il fondo cassa ammontava a oltre 61 milioni mentre il saldo al 31 dicembre ammontava a poco più di 55 milioni.

«Una riduzione – ha spiegato Angiani – che è stata fortemente influenzata dalle anticipazioni di cassa legate alla realizzazione di alcuni progetti del Pnrr». Per quanto riguarda i ricavi, la previsione complessiva era di 144 milioni e 829mila euro, con valutazioni per una cifra superiore a 113 milioni.

Tra le entrate spiccano i proventi della tassa di soggiorno, poco meno di 480mila euro. 28mila in più rispetto all’incasso previsto di 460mila euro. «Un dato che dimostra chiaramente l’andamento dei flussi turistici nella nostra città» ha evidenziato Angiani, facendo un confronto con i 428mila raccolti nel 2022 e con i 387mila del 2019, anno pre-pandemia.

Le spese, sia correnti che strumentali, ammontano complessivamente a circa 81,5 milioni.

Persistono difficoltà da parte del Comune sul fronte del recupero crediti. Su un surplus complessivo di 69 milioni, il fondo svalutazione crediti rappresenta oltre il 66% per oltre 46 milioni di euro.

Questa la sintesi della situazione economico-finanziaria dell’amministrazione Frontini per l’anno 2023.

Dopo la panoramica del titolare del bilancio, tutti i consiglieri hanno fornito una sintesi delle attività più rilevanti svolte dal rispettivo settore. Sono intervenuti Alfonso Antoniozzi per Cultura e Istruzione, Patrizia Notaristefano per le Politiche Sociali, Silvio Franco per Sviluppo Economico Locale e Turismo, Stefano Floris per Lavori Pubblici e Verde, Emanuele Aronne per Qualità degli Spazi Urbani e Sport e Katia Scardozzi per Decentramento e Anagrafe.

Proprio quest’ultimo è finito nel mirino del leghista Andrea Micci per la «fosca situazione che riguarda le frazioni. Ad oggi questa amministrazione non ha fatto nulla”. E sottolineando che Scardozzi, non avendo un portafoglio, deve sempre fare riferimento ai consiglieri degli altri settori per le risorse necessarie, insiste: «Allora cederebbe la delega al Decentramento, un assessorato senza fondi non ha motivo di esistere».

Ma quello di Micci non è stato l’unico momento di tensione in aula.

Anche la consigliera PD Alessandra Troncarelli è sbottata quando, alla richiesta della collega dem Francesca Sanna di chiarimenti su alcune somme del consuntivo, sia l’assessore Angiani che il direttore della Ragioneria Magnanimi si sono riservati di rispondere in sede consiliare poiché il documento «corposo, composto da molte voci e pagine».

Troncarelli, furioso, ha tuonato: “Credo che l’assessore debba poter rispondere direttamente, senza doverlo deferire al consiglio”.

 
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