PESARO – Festa della Liberazione, cerimonie a Pesaro.
Il sindaco Matteo Ricci ha partecipato alla manifestazione lungo i luoghi simbolo della Capitale insieme all’ANPI, alle associazioni partigiane e alle alte cariche istituzionali.
«Il 25 aprile è una data fondamentale per noi italiani. È la nostra identità. Ci sono due momenti chiave nella storia d’Italia. Chi continua a non riconoscerli non riconosce appieno il valore delle istituzioni repubblicane”: così Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, coordinatore dei sindaci dem, presidente di Ali Autonomie Locali Italiane, nel discorso tenuto a Pesaro per le celebrazioni del Giorno della liberazione .
Ricordiamo i partigiani: coloro che durante il fascismo, durante la Resistenza, scelsero di stare dalla parte giusta, il cui sacrificio poi ci garantì anni di libertà e democrazia. Riconoscere che c’è stata una parte giusta e una parte sbagliata significa riconoscere la storia del nostro Paese. Grazie a quei giovani e quelle giovani andate in montagna, anche qui nelle nostre terre, che hanno deciso di collaborare con le Forze Alleate, per la liberazione del nostro Paese”, ha continuato Ricci.
Poi l’avvertimento: «Ma ricordiamoci anche come è nato il fascismo: in un momento di estrema fragilità dello Stato liberale e in un momento, dopo la prima guerra mondiale, quando il nazionalismo si era riacceso. Tra i segni dei crimini del fascismo, ricordiamo la persecuzione dei dissidenti, con l’omicidio di Giacomo Matteotti. Sono orgoglioso oggi di presiedere l’ALI, che discende dalla Lega dei Comuni Socialisti, di cui Matteotti fu segretario. La democrazia è nata nel nostro Paese grazie ai valori della Resistenza, scritti nella nostra Costituzione. L’antifascismo è in ogni articolo della Costituzione italiana, anche in un articolo che, in un momento in cui l’Europa è circondata da guerre, voglio ricordare: L’Italia ripudia la guerra. L’Europa è l’antidoto alle guerre: oggi è fondamentale che l’Europa sia più forte, che possa svolgere la sua funzione di pace nei conflitti in corso, dall’Ucraina al Medio Oriente”, ha aggiunto Ricci.
Il presidente della Provincia Giuseppe Paolini ha deposto una corona commemorativa presso il monumento in Piazza d’Armi dedicato ai Tre Martiri, in occasione del 79° anniversario della Liberazione. Paolini ha sottolineato il significato di «ritrovarsi in una data e in un luogo simbolico per il territorio e la nostra storia. Per non dimenticare quello che è successo”. Il monumento è dedicato alla memoria di Leone Balducci, Gino Barcelli e Santo Gagliardotto, partigiani catturati a Isola del Piano e uccisi l’11 maggio 1944 a Baia Flaminia da un reparto militare tedesco, dopo essere stati costretti a sfilare per le principali vie di Pesaro.
«All’Isola del Piano furono uccisi due partigiani presso il monastero di Montebello. Altri tre della ‘Bruni’, tra cui Leone Balducci dell’Isola del Piano, furono catturati in combattimento e poi fucilati a Pesaro”, ha ricordato il presidente. La brigata prese poi il nome di ‘Brigata Leone Balducci’, seguendo gli alleati fino a Milano: «A loro e a tutti coloro che sono morti per difendere i valori su cui oggi si fonda la nostra Costituzione va un pensiero di profonda gratitudine. Onora coloro che hanno sacrificato la propria vita per difendere il ideali di libertà e democrazia è un dovere più che mai attuale per le istituzioni. È fondamentale custodire con attenzione e trasmettere con determinazione la storia dei nostri partigiani alle nuove generazioni. Ragazzi giovanissimi che ci hanno lasciato un’eredità preziosa, inclusiva dei concetti di uguaglianza, pace e libertà”. Paolini ha ricordato anche la sua amicizia con Polizzi Generosa, città natale di Gagliardotto, che dal 2003 dedica un proprio monumento ai Tre Martiri fucilati a Pesaro, donato dal Comune di Rapolano Terme «a perenne memoria, a testimonianza dei sentimenti di pace e di civile , valori umani e solidarietà tra i popoli e gli oppressi”.
