L’abbraccio dell’Ac di Ravenna-Cervia a Papa Francesco – .

La delegazione di Ravenna e Cervia in piazza San Pietro

Anche l’AC Ravenna-Cervia ha “abbracciato” Papa Francesco questa mattina in piazza San Pietro. Da Ravenna sono partiti cinque delegati, in rappresentanza di tutti i settori, accompagnati da una trentina di soci partecipare all’incontro nazionale organizzato dall’Azione Cattolica nazionale con il pontefice. Fra loro, Roberta Ametrano, Pietro Berardi, Chiara Ugolini, Stefano Alberani e Fabio Zannoni.

“Siate atleti e alfieri del Sinodo”: questa l’indicazione che il Papa ha lasciato all’AC e che è rimasta nel cuore di tanti. E poi i ringraziamenti di Francesco “per questo abbraccio intenso e bello, che da qui vuole estendersi a tutta l’umanità, soprattutto a chi soffre”.

Di seguito il resoconto dell’incontro di questa mattina in piazza San Pietro a cura di Michela Nicolais (Agensir) con le parole del Papa all’Ac

“All’origine delle guerre ci sono spesso abbracci mancati o rifiutati, a cui seguono pregiudizi, incomprensioni e sospetti, fino a vedere nell’altro un nemico”. Ne è convinto papa Francesco nel discorso agli oltre 80mila iscritti all’Azione cattolica italianaprovenienti da tutte le diocesi italiane e riuniti in piazza San Pietro nel giorno della Liberazione, hanno denunciato come “purtroppo in questi giorni tutto questo è sotto i nostri occhi, in troppe parti del mondo”.

“Quando l’abbraccio si trasforma in un pugno è molto pericoloso”

ha aggiunto a braccio riguardo al tema dell’evento, “A braccia aperte”. «Lo slancio che esprimete così festosamente oggi non sempre è accolto favorevolmente nel nostro mondo», l’analisi di Francesco: «a volte incontra chiusure e resistenze, per cui le braccia si irrigidiscono e le mani si stringono minacciosamente, diventando non più veicoli di fratellanza, ma di rifiuto e di opposizione, anche violento, di sfiducia verso gli altri, vicini e lontani, fino a sfociare nel conflitto”. “Con la tua presenza e con il tuo lavoro, però, puoi testimoniare a tutti che il percorso di‘l’abbraccio è lo stile di vita’, l’omaggio del Papa, che ha concluso il suo discorso esortando i presenti

“essere atleti e alfieri della sinodalità, nelle diocesi e nelle parrocchie di cui fate parte, per una piena attuazione del cammino fin qui intrapreso”. L’odierno incontro costituisce il prologo ai lavori della XVIII Assemblea Nazionale Elettiva dell’AC, “Testimoni di tutte le cose da lui compiute”, che si svolgerà a Sacrofano, presso la Fraterna Domus, dal pomeriggio di oggi alla mattina di domenica 28 aprile. Mille delegati provenienti da tutte le diocesi d’Italia eleggeranno il Consiglio nazionale dell’Azione Cattolica Italiana per il triennio 2024-2027.

“Grazie per questo abbraccio intenso e bello, che da qui vuole estendersi a tutta l’umanità, soprattutto a chi soffre”,

il debutto del Papa. «L’abbraccio è una delle espressioni più spontanee dell’esperienza umana», ha ricordato Francesco: «La vita dell’uomo si apre con un abbraccio, quello dei genitori, il primo gesto di accoglienza, al quale ne seguono tanti altri, che danno senso e valore ai giorni e agli anni, fino all’ultimo, quello dell’addio dal viaggio terreno. E soprattutto è avvolta nel grande abbraccio di Dio, che ci ama per primo e non smette mai di tenerci stretti a sé, soprattutto quando ritorniamo dopo esserci perduti, come ci mostra la parabola del Padre misericordioso». “Che cosa sarebbe la nostra vita e come si potrebbe realizzare la missione della Chiesa senza questi abbracci?”, si è chiesto il Papa, che ha proposto ai presenti una riflessione sul “tre tipi di abbraccio: l’abbraccio che manca, l’abbraccio che salva, l’abbraccio che cambia la vita”.«Lasciamoci abbracciare da Lui, come bambini, e così dall’abbraccio del Signore impariamo ad abbracciare gli altri», ordina.

“Amici, tanto più sarete presenza di Cristo quanto più saprete abbracciare e sostenere ogni fratello bisognoso con braccia misericordiose e compassionevoli, come laici impegnati nelle vicende del mondo e della storia, ricchi di una grande tradizione, formati e competenti in ciò che riguarda le vostre responsabilità, e insieme umili e ferventi nella vita dello spirito”.

È l’identikit di ogni aderente dell’Azione Cattolica Italiana, tracciato dal Papa al termine del suo discorso. «Potrete così porre segni concreti di cambiamento secondo il Vangelo a livello sociale, culturale, politico ed economico nei contesti in cui operate», ha assicurato Francesco riguardo all’«abbraccio della carità», “unico segno essenziale dei discepoli di Cristo”: “Allora crescerà nella Chiesa e nella società la cultura dell’abbraccio, attraverso i cammini personali e comunitari, rinnovando le relazioni familiari ed educative, i processi di riconciliazione e di giustizia, l’impegno di comunione e di corresponsabilità, costruendo legami per un futuro di pace”.

“Vedervi tutti qui insieme – bambini, famiglie, uomini e donne, studenti, lavoratori, giovani, adulti e ‘molto adulti’, come chiamate quelli della mia generazione – mi fa pensare al Sinodo”, l’immagine finale scelta dal Santo Padre. «E penso all’attuale Sinodo, che giunge alla sua terza tappa, la più impegnativa e importante, quella profetica», ha proseguito Francesco: “La cosa più importante di questo Sinodo è la sinodalità. Per questo abbiamo bisogno di persone plasmate dallo SpiritoDi “pellegrini della speranza”come dice il tema del Giubileo ormai alle porte, capace di tracciare e percorrere cammini nuovi e sfidanti”.

nuovo-piede-cna-ce-risveglio-2000.jpg?ss
 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV Internazionali d’Italia, Jannik Sinner spiega la sua assenza al Foro Italico – .
NEXT Non un Policlinico, ma un Ospedale Universitario da costruire in tre anni, un’occasione fulminea! – .