l’intervento del Sindaco Barletta – Comune di Garbagnate Milanese – .

l’intervento del Sindaco Barletta – Comune di Garbagnate Milanese – .
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“La pace non si costruisce con buoni sentimenti e belle parole. La pace è soprattutto deterrenza, è impegno, è sacrificio. Non può esserci pace se non c’è anche rispetto. Saper guardare ai bisogni degli altri è la carta d’identità del nostro orgoglio”.

Benvenuti ai festeggiamenti per il 79° anniversario della Liberazione.
Grazie a tutti voi qui presenti, ed a quanti hanno preso parte nei momenti precedenti: l’alzabandiera, il corteo, la Santa Messa, la deposizione della corona al Monumento ai Caduti, l’esibizione del Corpo Musicale di S. Cecilia.

Le parole che avete sentito poco fa non sono mie, ma del presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Le ha pronunciate qualche giorno fa, rivolgendosi al contingente italiano in Libano. Il contesto quindi non c’entrava nulla con il 25 aprile, ma alcuni concetti mi sembravano ispirati, e per questo motivo ho scelto di partire da essi, pur consapevole della differenza di ruoli e di momenti.

Il filo conduttore di oggi, ovviamente, è sempre lo stesso: quale ruolo assegnare al 25 aprile nel 2024, come renderlo attuale.
Un compito arduo, come ben sa l’ANPI, che ringrazio pubblicamente per le lodevoli iniziative portate avanti in collaborazione con il Comune.
Allo stesso tempo, penso che si tratti di una sfida molto affascinante, con ricadute sostanziali e lontane da ricadute ideologiche.
Mi piace soprattutto calibrare questo anniversario verso i nostri ragazzi.

Proviamo a guardare dal loro punto di vista.
Il fascismo oggi non rappresenta una minaccia. È sempre più un ricordo nebuloso, è difficile anche far capire ai giovani cosa implicasse.
Poi ci sono i conflitti armati. Per quanto guardi con preoccupazione a queste inaspettate e disastrose turbolenze politiche a livello globale, mi rendo tuttavia conto che, nell’immaginario dei giovani, esse appaiono lontane. Intendiamoci: in parte è davvero così, siamo fortunati, ma sicuramente hanno un impatto relativo.
Parafrasando le parole della Meloni, quindi, credo sia fondamentale sottolineare quel meraviglioso concetto che è il rispetto.
Se riusciamo ad andare oltre il fascismo, il messaggio del 25 aprile può avere una forza comunicativa senza pari, perché i suoi valori non hanno tempo né luogo: sono eternamente illuminanti, come un faro nella notte.
Il 25 aprile, quindi, come festa senza bandiere, perché certi principi non sono né di destra né di sinistra. O meglio: uniscono la Destra e la Sinistra. Giornate come questa non dovrebbero appartenere a una parte piuttosto che a un’altra: altrimenti si creano divisioni miopi e sterili, dove sarebbe auspicabile la condivisione.
Il 25 aprile, ancora, come rifiuto di ogni totalitarismo, senza “se” e senza “ma”, senza distinzioni tra contesti, colori politici e conta dei morti.
Il 25 aprile, ancora, come necessità, come bisogno di cultura, di educazione, di educazione civica. Andiamo a casa e parliamo con i nostri nonni, se siamo così fortunati; ma visto che i veterani della guerra, i partigiani, sono sempre meno, studiamo la storia per comprendere il presente, orientare il futuro, cogliendo in anticipo eventuali segnali allarmanti.
Infine, il 25 aprile, come orgogliosa affermazione del patriottismo, dell’identità, delle tradizioni, della celebrazione del sacrificio e del più nobile altruismo.
Tutto questo, per me, è rispetto.
Rinnoviamo questi principi, diffondiamo comportamenti virtuosi, promuoviamo la conoscenza, diamo visibilità ai giusti modelli a cui i giovani possano ispirarsi, e la pace sarà solo una naturale conseguenza.

In chiusura permettetemi un passaggio a cui tengo molto.
La storia di Garbagnate è piena di eroi che hanno dato la vita per la nostra libertà, e credo sia giusto ricordarli oggi, con un applauso sentito, al quale, sono certo, non faticherete ad unirvi. Grazie e buona Festa della Liberazione!

La gallery fotografica è disponibile sulla pagina Facebook del Comune.

 
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