obiettori crescono sull’isola – .

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Anche a Sassari e Nuoro troppi ostacoli all’aborto

Nonostante l’opposizione della UE, il decreto che si oppone all’applicazione delaborto è divenuto legge in Italia: a Sassari è già difficile. Contiene una disposizione riguardante la presenza di associazioni antiaborto nelle cliniche che offrono servizi relativi all’interruzione volontaria di gravidanza, come stabilito dalla legge 194 del 1978.

Approvata la nuova legge che ostacolerà l’accesso all’Ivg.

L’Italia, che già conta un elevato numero di medici obiettori all’interno delle strutture sanitarie, intende rendere più difficile l’accesso all’IVG nel rilascio dei certificati ai pazienti. La nuova disposizione è introdotta con un emendamento del deputato di Fratelli d’Italia, Lorenzo Malagola. Approvato sia in Commissione Bilancio della Camera che successivamente nell’Aula di Montecitorio.

Secondo questa modifica, le Regioni hanno la facoltà di coinvolgere soggetti del terzo settore con esperienza nel sostegno alla maternità nell’organizzazione dei servizi di consulenza previsti dalla legge 194. Tale coinvolgimento può avvenire senza comportare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. In sostanza, tale normativa consente alle Regioni di avvalersi dell’ssostegno alle associazioni pro-vita nell’offerta di servizi in cliniche dedicate all’interruzione volontaria di gravidanza. Purché ciò non comporti costi aggiuntivi per le casse pubbliche.

Si vede l’ingresso di associazioni pro-vita preoccupazione da parte delle associazioni femminili, che già segnalano difficoltà nell’accesso al servizio. Il risultato è un ritorno al pericoloso aborti clandestinirealizzati con farmaci e strumenti potenzialmente pericolosi senza supporto medico.

Anche in Sardegna abortire è sempre più difficile.

La Sardegna non è una regione “verde” per quanto riguarda la possibilità di una donna di interrompere la gravidanza. Ci sono obiettori sull’isola 59,2% contro la media di 63,4% nel resto d’Italia, ma il numero dei ginecologi che si rifiutano di eseguire interventi è sempre più alto e quello che preoccupa è che nell’Isola è difficile trovare un anestesista che non sia obiettore poiché il numero è il più alto in Italia.

Ma l’aborto in Sardegna è problematico, perché se il numero di obiettori nel resto d’Italia è in diminuzione cresce sull’isola. Rispetto al 2020, nel resto d’Italia, il numero di medici e anestesisti obiettori è leggermente diminuito, ma in Sardegna si è passati dal 3,6% tra i ginecologi allo 0,6% tra il personale non medico. Il numero degli anestesisti cresce del 9% in un solo anno.

In Sardegna le donne sono anche ostacolate nel trovare il metodo meno invasivo per abortire, poiché viene praticato solo nel 36,2% dei casi, mentre in Italia la percentuale sale al 49,2%. Ciò significa che con un numero così elevato di anestesisti obiettori, trovare qualcuno che esegua l’intervento diventa piuttosto difficile.

Nella provincia di Sassari l’aborto avviene solo in pochi ospedali.

Più nel dettaglio, secondo i dati raccolti dall’associazione Luca Coscioni nel 2021, a Sassari è possibile effettuare una IVG negli ambulatori San Pietro, dove non esistono obiettori di coscienza. Al Policlinico di Sassari, invece, il servizio IVG non è disponibile perché il numero dei ginecologi obiettori è basso 71% e gli anestesisti obiettori sono il 30%.

A AlgheroOspedale recentemente privato della casa nataleil numero dei ginecologi contrari è 62%. Il numero di anestesisti obiettori nel 2021 è stato 50%. Secondo i dati, su 13 ginecologi contrari, solo 5 di loro sono a favore della sceltamentre lo sono gli anestesisti che eseguono gli interventi 10 su 20. Il personale non medico che si oppone è di 24%.

AOspedale di OzieriInvece, non esiste un servizio IVGstessa situazione negli altri ospedali della provincia di Sassari, escluso l’ospedale Giovanni Paolo II d’Olbiache non ha medici contrari, unica struttura dove ciò è possibile eseguire un IVG senza ostacolisempre secondo i dati del 2021. Nel nord della Sardegna sono quindi troppi gli ospedali che impediscono alle donne l’accesso alla IVG, ma anche il parto, vista purtroppo la presenza di troppi centri nascita chiusi (spesso dove viene impedito anche l’aborto), costringendo le donne a migrare per i loro diritti riproduttivi.

Ciò significa che in Sardegna sia il diritto di essere madre che quello di non esserlo insicurezza sta diventando difficile. L’isola è anche la regione con il più alto calo di natalità del Paese e un sistema sanitario che, in generale, peggiora la qualità della vita delle donne.

In provincia di Nuoro la situazione è peggiore perché al San Francesco nel 2021 il numero di ginecologi obiettori era dell’82%, di anestesisti del 28% e di personale non medico del 18% nel 2021. L’unico luogo in cui le donne hanno avuto accesso all’IVG nel 2021 èOspedale Nostra Signora della Mercede (Lanusei). La situazione sta migliorando nel sud della Sardegna, dove è più facile trovare una clinica per aborti.

Le parole del presidente della Regione Todde.

La Sardegna è una delle regioni ad aver eletto un consiglio di centrosinistra e questo non ostacolerà il diritto all’aborto delle donne che vivono nell’isola. Lo ha detto il nuovo presidente Otto e mezzaLa trasmissione La7 di Lilli Gruber, che in Sardegna il diritto all’aborto non sarà calpestato.

In particolare, il presidente Todde ha affermato che “dal nostro punto di vista, consentiremo alle donne di esercitare i loro diritti come dovrebbe essere fatto. In Sardegna non permetteremo che il corpo delle donne venga calpestato”.

 
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