“Qualche settimana fa un brutale omicidio e ieri, 25 aprile, un tentato omicidio che ha preso di mira un uomo già appartenente al clan Dominante-Carbonaro” cosa sta succedendo a Vittoria?
Una sequenza che preoccupa i cittadini e sulla quale occorre fare piena luce. Diversi sono stati gli interventi nelle ultime ore in merito ai fatti accaduti ieri.
Tra questi c’è quello del senatore Sallemi (FDI), che annuncia che porterà quanto sta accadendo all’attenzione della Commissione Antimafia.
“Tutte le istituzioni devono dare segnali di attenzione e vicinanza a Vittoria, città che ha già pagato a caro prezzo le guerre di mafia tra gli anni Ottanta e Novanta. Porterò all’attenzione della Commissione nazionale antimafia quanto sta accadendo in città e ho già chiesto alla presidente Chiara Colosimo una visita a Vittoria per fare il punto su un quadro complesso. Vittoria ha gli anticorpi per respingere la recrudescenza mafiosa e in questo processo serve la vicinanza e l’impegno di tutti gli attori istituzionali” dichiara Sallemi.
Ha destato impressione in paese la sparatoria avvenuta nei pressi del cimitero di Vittoria, in cui è rimasto vittima Roberto Di Martino, il 62enne ritenuto negli anni Novanta un presunto assassino e poi divenuto collaboratore di giustizia , rievocando gli anni bui della guerra tra clan .
Peppe Scifo, segretario generale della CGIL di Ragusa ha commentato così: “Il ferimento di Roberto Di Martino a seguito di un’aggressione a mano armata è un segnale preoccupante per la Città di Vittoria.
Alcune settimane dopo l’omicidio di un giovane, ritorna la preoccupazione e ritornano i tragici ricordi delle stagioni passate, quando gli omicidi e le guerre tra clan erano frequenti. Vittoria è sempre stata una città difficile, aggredita dalle mafie e dalla criminalità organizzata con la droga, il racket e l’imposizione mafiosa di servizi nel mondo dell’economia “legale”.
La CGIL è al fianco delle istituzioni in questa battaglia, affinché ci sia ribellione e resistenza concreta contro le mafie. E soprattutto occorre che nell’apparato economico e imprenditoriale la guardia sia alzata al massimo, alzando barriere affinché i partiti sani non si mescolino con le imprese mafiose anche se in apparenza “pulite”.
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