Ma cosa pensano i romani di Jürgen Wirth Anderlan? – .

Come molti campi di concentramento, Mauthausen non era l’unico: esistevano anche campi satellite che “ospitavano” prigionieri di diverse nazionalità, con il compito, per i più fortunati, di costruire strade o gallerie. Come i collegamenti delle Caravanche, attraverso i quali oggi transitano veloci automobili e veicoli vari, ma, ricordiamoci anche, ogni tanto, chi li ha costruiti. Ricordiamolo anche al signor Anderlan, che queste strade le avrà percorse.

Dopo il suo recente intervento a Vienna il 13 aprile al raduno dell’FPÖ “Sovranità e libertà per i popoli d’Europa”, il deputato altoatesino Jürgen Wirth Anderlan e una serie di altre dichiarazioni estremiste sui responsabili delle misure sanitarie adottate lotta alla pandemia di coronavirus, ha affermato quanto segue: “…e se molti oratori precedenti hanno detto che i responsabili (dei vaccini?) dovrebbero essere assicurati alla giustizia, allora questo non mi basta…Le manette devono scattare e poi andate con loro nella miniera….Sarà una bellissima emozione vedervi in ​​catene. Come organizzerai la tua fuga? Ricordate: la marea è troppo forte per voi nuotatori a bordo piscina.” Il tutto seguito da entusiastici applausi e standing ovation da parte dei numerosi partecipanti all’incontro.

Il video del suo intervento: “Caro ESTREMISTA DI DESTRA. Wirth Anderlan EMOZIONATO all’evento FPÖ” con tanto di sottotitolo esplicito “Criminali del Coronavirus: dobbiamo togliere le manette e partire per la cava!”, è ora anche su YouTube. Il discorso iniziato con: “…un onore essere qui, cari estremisti di destra…”, prosegue con altre pubblicazioni: “Governatori e banditi corrotti”, “Una setta che uccide una cultura millenaria” e “Un bellicoso branco di maiali”. Il pensiero di Jürgen Wirth Anderlan si conclude con: “Questa Unione Europea non è l’Europa. Questa UE uccide la nostra cultura”, il gruppo corrotto di Bruxelles sarebbe guidato “da un demone non eletto al vertice”. Il leader della lista JWA (sue le iniziali) se l’è presa anche con quasi tutte le forze politiche, dagli “uccelli verdi di sinistra” all’UDC definiti “governanti corrotti e banditi”, che dovrebbero – anch’essi – essere “ammanettati e inviato alla cava”.

“Sono troppo forte?”, Anderlan parla poi dell’Alto Adige, sempre con il sorriso sulle labbra: “Sulla carta intestata del Consiglio provinciale c’è un logo circolare arcobaleno e sotto c’è l’aquila tirolese. Temo che in futuro quest’aquila migrerà verso destra per essere sostituita da una pecora rosa asessuale”. Più di tremila altoatesini, continua, “… ogni anno lasciano l’Alto Adige e in cambio importiamo per hobby ginecologi, arrotini e dentisti da paesi culturalmente stranieri”. E, soprattutto, “non siamo italiani: la cosa migliore che potrebbe succedere è se potessimo coltivare i nostri meloni e i romani conservassero i loro meloni”.

Dopo queste e altre dichiarazioni, Gerhard Ruiss, amministratore delegato del Gruppo di interesse degli scrittori austriaci (IG Autorinnen Autors), chiede che venga aperta un’indagine penale contro il deputato provinciale dell’Alto Adige. Oltre ad altri riferimenti nazisti, dice Gerhard Ruiss, Anderlan avrebbe espresso nel suo discorso in modo chiaro e inequivocabile che per lui Mauthausen, il più grande campo di concentramento austriaco con propria giurisdizione, con oltre 190.000 prigionieri e 90.000 persone torturate e uccise a morte, era sarebbe stato uno strumento giustificabile dell’azione statale. Queste affermazioni sono, continua, senza dubbio vietate e punibili in Austria. Non accettabile.

Intanto non ci sono dubbi sullo travolgente successo politico del “frutticoltore” – proprietario di un elegante resort sul Lago di Caldaro, – o come rapper, anche in vista delle elezioni europee del prossimo giugno. Successo già confermato dall’ingresso trionfale lo scorso ottobre nel consiglio provinciale dell’Alto Adige: l’ex comandante degli Schützen altoatesini, con i suoi slogan anti-vax e anti-migranti, ha ottenuto quasi 15mila voti personali alle elezioni provinciali. E se video e interventi possono essere pienamente apprezzati da chi conosce non solo il tedesco, ma anche il dialetto locale, non c’è dubbio che Anderlan conosca molto bene l’italiano, sia la lingua che l’espressione non verbale. Alle domande dei giornalisti risponde senza esitazione e con un’alzata di spalle: “Sto bene, vero?”. “…Ho tanti amici italiani che mi hanno votato…”. Per concludere: “La nostra campagna vincente, tutta sui social”.

Ma ancora ci chiediamo: a Roma, tra mele (locali) e meloni (nazionali), come reagiranno? Alle dichiarazioni di un rappresentante politico debitamente eletto in questo paese. In Austria il reato di apologia del nazismo, o più precisamente di negazione dei crimini nazisti, è punito con una pena da 6 mesi a 5 anni. In Germania il codice penale prevede fino a tre anni di reclusione. In Italia, infatti, non esiste una norma contro chi “nega, minimizza grossolanamente, cerca di giustificare o approvare il genocidio commesso dal regime nazionalsocialista tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale”. E se molti intellettuali e docenti di questo Paese (vedi audizione sul tema della Commissione Giustizia del Senato del marzo 2014) hanno sottoscritto, nei dibattiti seguiti alle varie proposte, che “la verità storica non può essere stabilita dalla legge”, occorre anche chiedersi chiederci se conosciamo davvero le verità storiche.

 
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