pendolari in rivolta – .

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CONEGLIANO (TREVISO) – Succede in maniera alternata: una volta si risolve un problema interruttorel’altro a sinistra unità di controllo. Questa volta si toccò allo scambio, come ancora oggi viene comunemente chiamato nel gergo ferroviario scambio. È il dispositivo che permette ad un treno di cambiare binario e quindi direzione. Questa volta è stato uno degli interruttori a chiave vicino al che ha deciso di smettere di funzionare stazione ferroviaria di Conegliano. E per il pendolari dal Linea Venezia-Udine l’inizio del fine settimana è coinciso con ilancora un altro giorno di passione.

QUELLO CHE È SUCCESSO

Poco dopo l’alba, quindi in corrispondenza delle prime corse dei convogli interregionali e regionali, ma anche del passaggio dei treni lunga percorrenza verso Roma e Milano, il cambio di Conegliano ha smesso di funzionare. Come sempre accade in questi casi, il impatto Li avevamo immediato su tutta la linea, dall’hub di Mestre al capolinea di Udine, con l’estensione dei disagi fino a Gorizia e Trieste, poiché molte linee regionali hanno origine o capolinea nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia. IL ripartitoche segue di pochi giorni quella di metà aprile avvenuta a Mogliano, ha interessato la fascia oraria tipica dei pendolari, ma non ha risparmiato nemmeno i treni internazionali come gli Euronight in arrivo da Vienna-Monaco e diretti al capolinea di Venezia, passando da Udine, Pordenone e Treviso.

Quattro treni regionale E regionale veloce lo erano del tutto cancellatomentre altri 5 hanno sofferto limitazioni di viaggio anche quelli pesanti. In media i ritardi dei treni che hanno continuato a circolare sulla linea Udine-Venezia sono stati di 30-35 minuti, con punte vicine all’ora. Stessi numeri anche per freccia Rossa (due treni, uno diretto a Milano e l’altro a Roma Termini) e Italo (stesse tratte). Problemi anche per l’Intercity Notturno “Marco Polo” che era diretto verso Udine dopo la traversata notturna del Paese. La circolazione è tornata alla normalità solo poche ore dopo l’intervento dei tecnici delle ferrovie italiane allo scambio di Conegliano.

IL DIPINTO

È un mese nero, quello che sta vivendo la linea ferroviaria che collega Venezia Mestre a Udine. Una delle infrastrutture chiave del Nordest, poiché collega la porzione più produttiva e popolosa del Friuli Venezia Giulia con la Marca e il Veneto. Eppure parliamo di una linea che risente del passare del tempo e la cui velocità media di percorrenza è la stessa che si poteva registrare nel dopoguerra. Se ciò non bastasse, io difetti Sono sempre più ricorrenti. Negli ultimi 30 giorni si sono già verificati tre disagi causati da interruzioni tecniche alle infrastrutture. Nel mese di marzo si sono verificati anche altri disagi.

Il problema principale è quello delle centraline, che governano il rete elettrica. Il 7 marzo si è rotta quella di Mogliano, nodo cruciale della tratta Venezia-Udine. Tra martedì sera e ieri mattina è successo di nuovo. Nessuna elettricità, i treni si sono fermati. La stessa cosa è accaduta a fine marzo e metà febbraio a Sacile. La fonte del problema? Sempre uno centralina. A Pordenone a marzo è stato bloccato uno scambio (il meccanismo che regola gli scambi ferroviari), generando un altro blocco del traffico. Il 17 aprile, però, la situazione era più difficile, con il brutto tempo che aveva mandato in tilt la centralina di Mogliano e generato ritardi fino a 300 minuti per i treni a lunga percorrenza. UN calvario senza fine e soprattutto – pare – senza soluzione.

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Il Gazzettino

 
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