«Inizio duro del 2024, ora ci riprenderemo» – .

«Inizio duro del 2024, ora ci riprenderemo» – .
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Elena Nencini
Gennaio 2024 è stato un mese decisamente disastroso per i traffici del porto di Ravenna, con -19,3% (oltre 421mila tonnellate in meno) rispetto allo stesso mese del 2023. Secondo una nota dell’Autorità di Sistema Portuale di Ravenna «Il calo dei traffici a il porto di Ravenna nel primo mese del 2024 riflette la situazione economica globale e del Paese, che risente del perdurare di politiche monetarie restrittive, della contrazione del mercato del credito, del peggioramento della fiducia dei consumatori e delle imprese e del rallentamento dell’industria primaria , come confermato dall’ultimo Bollettino Economico della Banca d’Italia. Inoltre, la persistente debolezza del ciclo manifatturiero, delle costruzioni e di altri settori ad alta intensità energetica si sarebbe estesa anche ai servizi”.
Le tensioni politiche internazionali, in particolare in Medio Oriente e quelle tra Russia e Ucraina, pesano in parte sull’andamento del porto bizantino: i giudizi di alcuni operatori sono ottimisti.

PEPOLI (SAPIR):
«SPERIAMO MAGGIO»
Mauro Pepoli, amministratore delegato di Sapir, lo storico gruppo ravennate tra i principali terminal capaci di eccellere nelle categorie merceologiche più disparate, dai liquidi alle rinfuse, agli acciai, con un’ormai vasta esperienza nella gestione dei trasporti eccezionali, commenta così: «Ed è inutile fare previsioni perché è molto difficile, ci si può salvare diversificando i materiali. Più diversifichi, più salvagenti hai: così ci siamo salvati fino ad ora. Serve oggi il mago Otelma per fare previsioni, tra eventi esogeni e geopolitici: ma per fortuna cominciano ad esserci segnali positivi, si spera a maggio. Non è facile diversificare: è necessario disporre di magazzini adeguati alle diverse tipologie di merci, persone e macchinari. Va pianificato nel tempo, grazie all’automotive abbiamo diversificato con un orizzonte decennale, anche perché bisogna avere i cantieri, non si può lavorare alla cieca. Inoltre è importante conoscere i mercati per non scendere a caso, la diversificazione deve essere innovativa e di medio periodo. Contiamo sulla ripresa nel secondo trimestre dell’anno, intanto aspettiamo maggio”.

MINGOZZI (TCR):
«APRILE IN RIPRESA»
Giannantonio Mingozzi, presidente del Tcr, è ottimista: «Ora con aprile recuperiamo il mese più triste che è stato gennaio 2024. Come container siamo vicini a migliorare quel -4% che abbiamo registrato nel 2023 sul primo trimestre e in Aprile si chiuderà con lo stesso risultato del 2023 ma siamo sempre più vicini al pareggio. Il vero problema è che non è solo un problema del porto di Ravenna ma un problema dell’economia mondiale, il costo dei container è aumentato, così come quello delle attività in mare, il noleggio delle linee è uno degli aspetti che ha il maggiore impatto su questa difficoltà di arrivi e partenze. Sono ottimista se aprile riuscirà a raggiungere i valori del 2023 vorrà dire che siamo sulla strada giusta. È chiaro che i porti italiani nel loro complesso necessitano di un tema infrastrutturale ancora da completare, ricordo ad esempio che nonostante l’impegno della Regione e dell’assessore Andrea Corsini, la via Romea è in difficoltà. I rapporti con il Nord Europa passano attraverso il gomma e di conseguenza bisogna fare qualcosa non solo per quanto riguarda l’interno del porto o l’area portuale, come si sta facendo con la Classicana. Dobbiamo pensare al futuro che non può che essere un incremento dei traffici con il Nord Europa. Governo e Regione devono necessariamente valutare un miglioramento della Romea, spero prima o poi”. Alla domanda su quanto incide il conflitto tra israeliani e palestinesi sui traffici nel porto di Ravenna, Mingozzi risponde: «Il Mar Rosso colpisce i container: il numero delle navi che transitano nel Mar Rosso si è quasi dimezzato, ma questo va contro il mercato mediterraneo. continua ad andare bene, come ad esempio per i reefer, contenitori refrigerati che portano merce fuori stagione o che colmano le lacune della realtà italiana. I reefer continuano a registrare forti arrivi. Il fatto che frutta e verdura fresca continuino ad avere il loro mercato è un fatto positivo che indica che non stiamo soffrendo drammaticamente il conflitto in Medio Oriente. Invece lo stiamo subendo nella guerra in Ucraina, perché le terre, le sabbie, i materiali sfusi utilizzati per la ceramica sono in maggiore difficoltà e non riusciamo a trovare pari qualità rispetto al materiale che ci garantiva l’Ucraina”.

VITELLO (CEREALI DOCKS):
«-40% A GENNAIO 2024»
L’amministratore delegato di Docks Cereali, Riccardo Vitiello, traccia il quadro del traffico da inizio anno: «I primi tre mesi per quanto riguarda il nostro terminal sono stati impegnativi: abbiamo avuto una riduzione significativa delle merci sbarcate, in una percentuale molto importante. Bisogna considerare anche il momento contingente: l’anno scorso abbiamo lavorato tanto, abbiamo tanta merce nei magazzini. Il calo rispetto allo stesso trimestre del 2023 è del -40%, con 150mila tonnellate in meno; ma quel periodo fu un inizio assolutamente fuori media, molto molto alto e che causò anche una serie di problemi. Dicembre 2022 e gennaio e febbraio 2023 sono stati esplosivi, questo è un confronto con dati mai fatti nella storia. Non sono troppo preoccupato perché dovremmo recuperare nei prossimi mesi”. Secondo Vitiello non sono le guerre in corso ad incidere, conclude: «A causa della guerra tra Russia e Ucraina il traffico è stato molto altalenante a causa della chiusura dei corridoi, che al momento però sono aperti Ancora. Per quanto riguarda i cereali, il conflitto tra Israele e Palestina non ci riguarda perché attraverso il Canale di Suez passano soprattutto i traffici di petrolio e di container. Le nostre importazioni provengono dal Mar Nero, dal Sud America e, in piccola parte, anche dal Nord America e dal Nord Europa. Un altro discorso riguarda invece l’aumento dei prezzi”.

 
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