Cosenza, fuga in massa dalle sale operatorie. Trasferimento richiesto da 14 “ferristi” – .

La mancanza di personale è il dramma di un sistema sanitario che in Calabria non è in grado di curare nemmeno le malattie ordinarie. Le denunce, le voci lontane di un sistema disumano sono il risultato di tredici anni di commissariamento e di un’errata pianificazione dei bisogni (a livello centrale) che hanno ridotto la capacità di risposta dei nostri ospedali. Quei pochi medici e infermieri rimasti lottano per garantire a tutti una risposta che alla fine rimane l’unica vera soddisfazione dello sforzo. Un concetto che non si può comprendere se non si vive l’esperienza nei reparti dove cure e assistenza sono garantite con armi non convenzionali. Una trama che svela lo scenario controverso che obbliga inevitabilmente a monitorare la capacità di risposta di alcuni reparti dell’Annunziata. Nelle ultime ore il leader della Cgil, Massimiliano Iannie il segretario della funzione pubblica del sindacato, Alessandro Giulianohanno messo nero su bianco «le gravi criticità riscontrate e denunciate dagli infermieri della Sala Operatoria dell’Annunziata, dovute anche alla riduzione del personale infermieristico ed in parte ad un clima interno deteriorato a causa di una gestione organizzativa, a dir poco rivedibile, che richiede interventi immediati ed urgenti per evitare conseguenze ancora più gravi”. Da quelle righe si percepisce l’ansia degli infermieri che si trasforma in disagio e amarezza per non poter più garantire i livelli minimi essenziali di assistenza. La Cgil insiste: «Già da dicembre, dopo un incontro con i lavoratori del Blocco Operativo, avevamo evidenziato grossi problemi che, nonostante l’immediata segnalazione al questore, Vitaliano De Salazar, e alla massima autorità in materia di personale del settore come nonché il direttore del dipartimento Sitra, Carla Catania, non sono stati ad oggi risolti. La carenza di personale infermieristico è ulteriormente peggiorata negli ultimi mesi. Un crollo dovuto all’incremento dell’attività chirurgica senza tenere conto del numero di infermieri a disposizione. Una situazione che ha “costretto” 14 infermieri strumentali, su un totale di 27, contro la loro volontà, a chiedere un trasferimento per mandare un chiaro segnale ai vertici aziendali.

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