dopo un inverno da record, secco e senza neve, gli esperti sono preoccupati – .

dopo un inverno da record, secco e senza neve, gli esperti sono preoccupati – .
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“L’inverno più mite della storia contemporanea, precipitazioni dimezzate e niente neve”. Secondo gli esperti Lorenzo Dorato e Riccardo Felli del Cemer, Centro meteorologico per l’Etruria e Roma, ci sono tutte le condizioni per un’estate calda e secca.

Come in tutta l’Italia e in gran parte del Mediterraneo, le temperature invernali sono state eccezionalmente miti. Il territorio viterbese non fa eccezione, come dimostrano i dati delle stazioni con serie storiche consolidate e lunghe: Viterbo Santa Barbara e Ronciglione centro storico.

Ebbene, l’inverno meteorologico appena trascorso si è concluso con una media di 9,4°C nel primo caso e di 9,2°C nel secondo. “Valori molto elevati – commentano dal Cemer – rispetto ad una media stagionale che per la capitale si attesta a 7,1°C (periodo 2005-2023), con una differenza di 2,3°C rispetto alla media recente”. Osservando ancora più nel dettaglio il trimestre dicembre-febbraio si notano scostamenti estremamente significativi per le due località: dicembre e gennaio hanno registrato temperature molto miti con una temperatura media che ha superato di quasi due gradi quella del periodo 2005-2023. Ancora più caldo è stato febbraio che per Ronciglione si è chiuso con una media superiore ai 10°C, precisamente 10,1°C: un valore davvero notevole, quasi 3°C in più. “Tale anomalia è molto marcata e si riscontra raramente”, continuano gli esperti.

Una stagione di estrema mitezza anche rispetto agli inverni più recenti: il trimestre della capitale ha superato gli inverni già molto miti del ’06/07 e del ’07/08, entrambi registrati con una media di 8,7°C. “Impietoso è anche il confronto tra l’inverno del ’22/23 e l’inverno del ’23/24 – sottolinea Dorato – che chiude con una differenza di +1°C a Ronciglione e +1,5°C a Viterbo”. E poi c’è la neve mancante. “Un altro fattore che testimonia un inverno del tutto anonimo – evidenzia Felli – è l’assenza di nevicate e accumuli al suolo per i Cimini, non solo alle quote più basse (700/800 m) ma anche per i 1050 metri del Monte Cimino, il vetta più alta della zona”.

Insomma, per gli esperti la tendenza al progressivo riscaldamento in tutte le stagioni (inverni compresi) è tristemente confermata.

Anche dal punto di vista piovoso l’inverno appena trascorso è stato piuttosto secco. I dati di Viterbo Santa Barbara e Ronciglione mostrano un contributo piovoso rispettivamente di 132 mm e 177 mm: rispetto alle medie è piovuto sostanzialmente la metà. Complessivamente questi dati confermano un periodo di scarse precipitazioni che prosegue, con qualche breve fase più umida intermedia, a partire da febbraio 2021. “Fortunatamente marzo – continuano dal Cemer – ha visto il ritorno di precipitazioni più consistenti mentre aprile ’24 è tornato ad essere avaro di precipitazioni, soprattutto nel capoluogo e nella bassa Tuscia. Si tratta di un mese caratterizzato da notevoli escursioni termiche, in particolare nelle valli interne, dove in pochi giorni le temperature sono passate da prossimi ai 30 gradi a valori inferiori allo zero, con conseguenti gelate, un duro colpo per l’agricoltura”.

E che dire dell’estate in arrivo? “Non è però possibile fare previsioni precise – avvertono – il

l’andamento stagionale sembra mostrare il rischio di un’estate molto calda, ma persistono ancora molti dubbi; l’incertezza è legata agli effetti del repentino cambiamento tra la fase Nino e la fase Nina, situazione relativa alle temperature delle acque dell’Oceano Pacifico. Certamente restano alti i rischi di un’estate molto calda o comunque di fasi molto calde. Possiamo però sperare, soprattutto per la seconda parte del trimestre estivo, nell’alternanza di periodi più freschi e instabili”.

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Il Messaggero

 
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