il tesoro Westmorland a Rimini – .

Velieri e tesori, arrembaggi e nobili collezionisti, ma anche botti di acciughe e forme di parmigiana. La Biennale del Disegno di Rimini ricorda anche uno straordinario evento di cronaca civile e militare avvenuto nel 1778, quando la fregata inglese Westmorland salpò da Livorno e carica di opere d’arte, acquistate dai baronetti inglesi durante il loro Grand Tour in Italia, fu catturata da il francese.

Dopo diversi passaggi di proprietà, il carico fu venduto al re di Spagna che lo inviò alla Real Academia de Bellas Artes de San Fernando di Madrid. mentre furono acquistate trentadue forme grandi (o forme) di Parmigiano Compañía de Longistas de Madrid.

Parte di quei tesori saranno esposti dal 4 maggio al 28 luglio 2024, nell’ambito della 4° Biennale del Disegno di Rimini, al Museo della Città – Manica Lunga nella mostra “Il tesoro di Westmorland. I disegni tratti dal Grand Tour”, a cura di José Marìa Luzòn e Massimo Pulini.

Da quell’immenso patrimonio, fatto di intere biblioteche, di teche piene di spartiti musicali mai più suonati, di dipinti e incisioni mai più ammirate, la Biennale Disegno ha potuto estrarre una serie di acquerelli di William Hamilton (Chelsea 1751 – Londra 1801) ma soprattutto di John Robert Cozens (Londra 1752-1797), che ritraggono laghi vulcanici della campagna romana, vedute del Vesuvio e dei Campi Flegrei, insieme ad altre testimonianze di quell’eccezionale evento storico di una nave che invece di compiere un viaggio geografico effettuato uno in tempo.

Oltre ai disegni, il fondo presenta spartiti e manoscritti di Christian Joseph Lidarti e Franz Joseph Haydn, che verranno presentati mercoledì 19 giugno nel corso di una serata incorniciata dalla drammaturgia di Massimo Pulini con la partecipazione di Silvio Castiglioni e la musica dal vivo di gli ensemble Westmorland e Rimini Classica, nell’ambito della Sagra Musicale Malatestiana.

La Westmorland o Westmoreland era una fregata corsara britannica da 26 cannoni, che operava nel Mediterraneo contro le navi francesi come rappresaglia per il sostegno della Francia agli americani che lottavano per l’indipendenza dal dominio britannico. Alla fine del 1778, la Westmorland salpò da Livorno diretta in madrepatria al comando del capitano Michael Wallace portando con sé una ingente somma di denaro dopo aver venduto una partita di merluzzo caricata a Terranova; il porto franco di Livorno era uno dei principali per il commercio di questa merce.

Il porto di Livorno nel Settecento

Caricò quindi una grande partita di parmigiano, che allora fu molto apprezzato nelle galere di tutte le marinerie per il suo alto valore nutritivo e la capacità di conservarsi a lungo anche in mare aperto. Inoltre, barili di olio d’oliva e di acciughe salate, medicinali, ottantaquattro rotoli di carta di Genova, cinque casse della famosa seta nera di Bologna. Ma soprattutto 57 casse di oggetti artistici acquistati in Italia da Grand Tourists come il Duca di Gloucester, Sir John Henderson e il Duca di Norfolk.

Pompeo Batoni: ritratto di Francis Basset, primo barone di Dunstanville

Il 7 gennaio 1779, al largo della costa orientale della Spagna, la fregata fu avvistata e inseguita da quattro navi francesi, tra cui due navi da guerra, la Caton (64 cannoni) e la Destin (74 cannoni), e due navi più piccole. Wallace tentò di superarli ma, dato il suo armamento molto inferiore, si rese conto di non avere altra scelta se non quella di consentire ai francesi di salire a bordo della sua nave. La Spagna (allora amica della Francia anche se non ancora – almeno formalmente – in guerra con la Gran Bretagna) permise ai francesi di attraccare a Málaga.

Qui i suoi tesori d’arte furono consegnati dal governo francese a due società commerciali legate all’Irlanda, nonostante le proteste di Wallace secondo cui la nave era piena di “beni di estremo valore” (i francesi ne avevano già sequestrato il carico in contanti), e il re spagnolo fu informato dal suo primo ministro, il conte di Floridablanca, dell’arrivo delle opere d’arte. Dopo la formale dichiarazione di guerra della Spagna, il re Carlo III acquistò segretamente l’arte da un sindacato di mercanti madrileni per 360.000 reales d’argento (uno sconto rispetto al prezzo iniziale richiesto di 600.000 dobloni d’oro, ma pur sempre una somma considerevole) e la fece trasportare con un carro a la capitale. I ritratti di Basset e Lord Lewisham, nel frattempo, erano stati acquistati dal primo ministro spagnolo.

John Robert Cozens: “Veduta del Lago Albano”, Madrid, Real Academia di San Fernando

Sebbene il console britannico a Cadice avesse inizialmente informato l’Ammiragliato britannico che la Westmorland e il suo carico erano stati sequestrati come premio legittimo, seguirono richieste da parte dell’ambasciatore britannico, fermamente appoggiate a livello gabinetto, per il rimpatrio delle opere d’arte e (in un certo senso scambio di prigionieri con prigionieri francesi e spagnoli presi dalla Royal Navy) l’equipaggio del Westmorland. Tuttavia, questi ambiti tesori artistici rimasero di proprietà del Museo del Prado, della Real Academia e di altre collezioni nazionali spagnole. Con eccezioni: un pacco di reliquie cattoliche destinate al duca di Norfolk (che gli spagnoli restituirono non aperto al Vaticano) e un “Perseo e Andromeda” di Mengs di Sir Watkin Williams Wynn, finito nella collezione di Caterina la Grande a il Museo dell’Ermitage.

“Perseo e Andromeda” di Mengs

Nel 1784 furono pagate a Londra le 100.000 sterline per le quali l’arte era stata assicurata a Livorno. La Westmorland, da parte sua, fu ribattezzata, rimessa in servizio nella flotta spagnola, ma alla fine riconquistata dagli inglesi nei Caraibi.

(nell’immagine di apertura: la battaglia della Martinica del 18 dicembre 1779 vinta dai francesi del conte de la Motte-Picquet sull’ammiraglio inglese Hyde Parker. Olio su tela di Auguste-Louis de Rossel de Cercy)

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