Monsignor Savino, ‘no ai ghetti, l’inclusione è segno di civiltà’
«Pur nel rispetto di ogni opinione e di ogni scelta politica, qui è in gioco una visione culturale della vita. Queste affermazioni ci riportano ai periodi più bui della nostra storia.
Vorrei dire, con Papa Francesco, che l’inclusione è un segno di civiltà”.
Così il vicepresidente della Conferenza episcopale italiana, mons. Francesco Savino commenta all’ANSA le dichiarazioni del generale Roberto Vannacci secondo cui è necessario organizzare classi scolastiche speciali per i ragazzi disabili. Per il vescovo di Cassano all’Ionio “la differenza non è un problema ma una risorsa”.
Per il vicepresidente della Cei “le classi separate riproducono i ghetti. La separazione in classi diverse per i fratelli disabili significa che devono essere emarginati o guardati con sospetto. E invece hanno tante competenze che noi non abbiamo”.
Il vescovo di Cassano ricorda la Via Crucis di quest’anno che la sua diocesi ha voluto dedicare ai disabili.
“Loro sono stati i protagonisti e io, ma forse non solo io, sono tornato a casa con la sensazione di aver vissuto un’esperienza davvero bella. Quando c’è inclusione sanno dare il meglio di sé. Ci danno lezioni di vita, di umanità, di bellezza”.
“Per favore – conclude il vicepresidente dei vescovi italiani – siamo seri e responsabili”.