Tari 2024, cosa sapere su scadenze, calcolo e chi deve pagarla – .

Tari 2024, cosa sapere su scadenze, calcolo e chi deve pagarla – .
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Con l’arrivo della fine di aprile cominciano ad arrivare i primi avvisi di pagamento della Tari, la tassa comunale sui rifiuti. Mentre c’è chi è già in procinto di pagare la prima rata, altri non hanno ancora ricevuto l’importo preciso. Ma cosa devi sapere per quest’anno?

IL COMUNE DI SALERNO. Il Comune di Salerno informa i contribuenti che, con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 127 del 17/04/2024 sono state fissate le scadenze per il pagamento della Tari 2024.

L’importo dovuto è pagabile, utilizzando il modello F24 allegato all’avviso di pagamento, in un’unica soluzione da effettuarsi entro il 30 giugno 2024. In alternativa il pagamento può essere effettuato in tre rate, sempre utilizzando i moduli. f24 allegato all’avviso di pagamento, rispettando le seguenti scadenze:

1a rata entro il 30 giugno 2024
2a rata entro il 31 luglio 2024
3a rata entro il 31 ottobre 2024

Qualora il contribuente non riceva l’avviso di pagamento entro il 25 giugno 2024, il contribuente potrà recarsi presso gli uffici di Sistemi Salerno – Servizi Utility SRL (ex Sinergia) siti in Via Stefano Passaro n.1 o, in alternativa, potrà inviare una e-mail -e-mail all’indirizzo
[email protected].

Qualora non intenda utilizzare il modulo di pagamento allegato, il contribuente potrà calcolare l’importo dovuto anche utilizzando il calcolatore automatico che sarà prossimamente pubblicato sul sito del Comune di Salerno – alla pagina Settore Tributi ed Entrate Comunali – Ufficio TARI.

Tutti i contribuenti che registrano, modificano e disdicono la TARI utenze domestiche e non domestiche a seguito dell’emissione degli Avvisi di Pagamento dovranno procedere autonomamente al calcolo dell’importo dovuto oppure rivolgersi all’Ufficio TARI presso il Settore Tributi ed Entrate Comunali nei giorni di martedì e giovedì , dalle 9:00 alle 12:00 e dalle 15:30 alle 16:30.

ECCO COSA DEVI SAPERE. Nella conversione del decreto sui bonus edilizi potrebbe essere inserita una modifica per dare agli enti locali tempo fino al 30 giugno per determinare le tariffe Tari, senza l’obbligo di dover confermare provvisoriamente quelle per il 2023. Il rinvio è stato chiesto dall’Associazione nazionale comuni italiani e servirebbe ad adeguare le aliquote fiscali ai prezzi attuali. Una proroga necessaria, visti anche gli aumenti dei costi del servizio

Senza la proroga, i comuni che non rispettano la scadenza del 30 aprile saranno costretti a confermare provvisoriamente le tariffe 2023 e ad approvare successivamente le nuove cifre. Ciò comporterebbe una discordanza con quanto previsto dalla normativa Arera, dato che le tariffe provvisorie varrebbero solo per la Tari ma non per la corrispondente tariffa rifiuti

Nel caso della Tari parliamo di tassa e non di imposta perché l’imposta richiesta ha una correlazione con il servizio offerto, cioè quello di raccolta e smaltimento dei rifiuti da parte dell’ente locale

Le decisioni vengono prese dagli enti locali, che devono rispettare le norme nazionali sui pagamenti e hanno il diritto di fissare pagamenti anche con più di due scadenze. Proprio per questo motivo non esistono date identiche ovunque per il pagamento della Tari e per essere sicuri di quando pagare l’imposta è meglio consultare sempre le istruzioni fornite dal proprio comune di residenza

Nella maggior parte dei casi la prima scadenza è fissata per il 16 giugno, ma ci sono Comuni che prevedono una prima scadenza anche nel mese di aprile. C’è chi prevede il pagamento in due rate e chi lo prevede in quattro, anche se resta sempre la possibilità per il contribuente di pagare la TARI in un’unica soluzione entro la prima scadenza

Anche se le regole cambiano da comune a comune, alcune di queste sono standard:
La disposizione di un pagamento, anche rateale;
La possibilità di pagare l’ultima rata dopo il 30 novembre o, comunque, dopo la pubblicazione delle nuove tariffe (ottobre) per l’anno in corso

Ma come viene calcolata la Tari? Ai fini del calcolo della tassa sui rifiuti dovuta, entrano in gioco anche nel 2024 due diverse componenti:
La Tari è calcolata secondo una quota fissa ed una quota variabile;
L’importo complessivo dovuto è determinato in relazione sia alle caratteristiche dell’immobile che a quelle del nucleo familiare

Presupposto per il pagamento della tassa sui rifiuti è il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo di locali o aree operative scoperte, idonee a produrre rifiuti. La disciplina è dettata dal comma 641 della Legge di Stabilità 2014 che prevede che il pagamento sia dovuto “da chiunque possiede o detiene a qualsiasi titolo locali o aree scoperte, a qualsiasi scopo, idonei a produrre rifiuti urbani”. A pagare è l’utilizzatore dell’immobile, non il proprietario

La Tari viene pagata in relazione alla potenzialità del luogo, o dell’area, di produrre rifiuti, e non in base alla produzione effettiva: per questo motivo l’imposta viene pagata anche sulla casa disabitata. La Corte di Cassazione ha evidenziato che il mancato utilizzo dell’immobile non esonera dal pagamento della Tari. Per evitare l’esborso, il contribuente deve dimostrare che i locali non sono idonei a produrre rifiuti. Per questo vengono valutati due parametri:
La mancanza di arredi;
La mancanza di utenze attive (elettricità, acqua e gas)

Rientrano tuttavia tra i casi di esenzione:
Aree condominiali comuni e non utilizzate in via esclusiva (ad esempio per l’androne e le scale del fabbricato);
Aree in cui non si producono rifiuti in modo autonomo, ovvero cantine, terrazzi, balconi;
Aree scoperte pertinenziali o accessorie di locali già soggetti ad imposta;
Locali che, per particolari situazioni, non sono suscettibili di produrre rifiuti

Va inoltre ricordato che in alcuni Comuni esiste anche il cosiddetto bonus Tari: possono averlo gli stessi beneficiari del bonus sociale introdotto dal Decreto Fiscale 2020, generalmente dedicato a luce, gas e acqua e destinato alle famiglie in difficoltà economiche. . I requisiti sono un nucleo familiare con reddito ISEE non superiore a 9.530 euro e famiglie numerose, con almeno quattro figli a carico, con ISEE fino a 20mila euro.

 
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