tentato omicidio ed estorsione. Così l’Ak-47 Carpi reclutava operai per sfruttare – .

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Modena, 30 aprile 2024 – Estorsioni, lesioni personali, minacceautoriciclaggio, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, comunemente c.d “caporale”.

L’associazione Ak-47 Carpi nelle fotografie della polizia

Questi i gravissimi reati accusati da un gruppo di Pakistani residenti tra Carpi, Piacenza, Mantova e Brescia destinatari di due distinte ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip del tribunale di Modena a seguito di una maxi indagine condotta dalla Digos della Questura di Modena con la collaborazione della Questura di Carpi e coordinata dalla Procura. Gli agenti hanno colpito questa mattina all’alba l’associazione per delinquere composta da 20 indagati di sesso maschile, tutti di origine pakistana, tre dei quali diventati cittadini italiani.

La prima ordinanza è stata emessa nei confronti di 18 persone gravemente sospettate di partecipazione ad un’associazione per delinquere sotto il nome dell’acronimo noto come ‘AK-47 Carpi’.

La seconda ordinanza è stata emessa nei confronti di 2 indagati, residenti in provincia di Brescia, gravemente indagati complicità nel tentato omicidio di un sospettato dell’associazione “AK-47 Carpi”, destinatario del primo provvedimento, accoltellato all’addome e colpito con bastoni e mazze. Gli aggressori non si sono resi conto del loro intento omicida fino all’arrivo della polizia.

L’episodio gravissimo era avvenuto nel Carpi il 6 ottobre 2022, per il contrasto tra due distinti gruppi di cittadini pakistani (quello operante a Carpi e quello operante in provincia di Brescia). In relazione al tentato omicidio del 6 ottobre, oltre agli autori materiali, Altri 14 uomini sono indagati (tredici di origine pakistana ed uno di origine indiana) per aver partecipato al spedizione punitiva partito dalla provincia di Brescia. La maggior parte degli indagati, all’epoca dei fatti, lo erano dipendente di una società di servizi logistici laddetta alla circolazione delle merci con sede nel vicentino, che disponeva di personale di corriere assunto presso una nota compagnia di spedizioni.

In particolare gli indagati organizzarono il reclutamento di numerosi lavoratori di nazionalità pakistana con lo scopo di destinarli a lavorare per conto terzi, lucrando sul loro salario trattenendone una quota, in condizioni di sfruttamento.

L’azione criminale dell’associazione, che agiva sotto il nome di “AK47 Carpi”, ha sfruttato la capacità di creare paura nelle vittime dei reati penali contestati, attraverso pesanti e gravi minacce di ritorsioni sia in Italia che nel Paese di origine a danno di parenti e amici

In virtù di un consolidato rapporto di fiducia e collaborazione con una società per azioni operante in settore logistica e facchinaggiogli appartenenti all’associazione per delinquere hanno alimentato una lucrosa attività “corporale”, essendo capaci, all’occorrenza, anche senza alcun preavviso e di notte, di trovare manodopera a basso costo da utilizzare presso i magazzini degli spedizionieri, trasferendo i lavoratori sul posto di lavoro con mezzi privati ​​o delle aziende coinvolte.

 
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