Investire nella conservazione dello straordinario capitale naturale del Mar Piccolo di Taranto – .

Taranto Promuovere la crescita del capitale naturale riducendo contemporaneamente l’attuale livello di degrado; promuovere le attività economiche, sia quelle storicamente esistenti (es. mitilicoltura e pesca) sia quelle che possono derivare da nuovi processi innovativi, ambientalmente sostenibili, che possono svilupparsi sulle sponde del bacino; promuovere lo sviluppo turistico sostenibile del Mar Piccolo; migliorare l’efficacia dell’azione di bonifica in termini economici, temporali e sanitari. La bonifica sostenibile del Mar Piccolo

Taranto – Sono queste le priorità individuate a cui dare nuova linfa e slancio Mar Piccolo di Taranto nel documento che questa mattina, venerdì 17 maggio, è stato consegnato al Commissario Straordinario per la Bonifica, Vito Felice Uricchio,

Vito Felice Uricchio

nel corso di una conferenza stampa tenutasi in Prefettura alla presenza dei rappresentanti scientifici prof. Maria Casola e Nicola Fortunatoche ha illustrato il processo partecipativo alla base dell’iniziativa, il prof. Paolo Pardolesi, direttore del Dipartimento Jonico, prof. Michele Mossa per il Politecnico di Bari, il Dott Piera Ielpo per il CNR, il prof. Angelo Tursi per CONISMA, il Dott Angela Dibenedetto in rappresentanza dell’ISA.

L’obiettivo, hanno spiegato i rappresentanti scientifici Casola e Fortunato, è quello di avviare un ampio processo partecipativo che abbia come oggetto la cura e la valorizzazione del Mar Piccolo e, pertanto, non si può prescindere dall’attuazione di bonifiche sostenibili, nel rispetto della “Carta per una bonifica sostenibile” che, come noto, rappresenta un documento strategico in cui vengono cristallizzati i principi di sostenibilità ambientale, economica, temporale, sanitaria, produttiva ed etica degli interventi di bonifica.

“Finalmente si riparte! C’è grande attesa e speranza concreta per la bonifica del Mar Piccolo di Taranto ora che il Prof. è Commissario alla Bonifica. Vito Uricchio, geologo con un curriculum di eccellenza nel campo della ricerca e dell’applicazione delle più attuali tecnologie, presidente del PANEL per i progetti del MISE, solo per citare alcune delle esperienze più significative, e personalità indiscussa dal carisma assoluto capace di fruttuosa interlocuzione con la platea degli stakeholders e con tutti i livelli istituzionali.”, ha commentato il prof. Paolo Pardolesi, direttore del Dipartimento Jonico. “Attraverso la ricerca universitaria e l’impegno nella terza missione – ha aggiunto Pardolesi – il Dipartimento Jonico è sempre in prima linea nello studio e nella diffusione, nelle sedi e nelle forme opportune, delle migliori possibilità di valorizzazione del territorio e nel sostegno alle realtà più brillanti ed innovativo capace di costituire per esso un enzima di crescita”.

Il documento consegnato dal Dipartimento Jonico al commissario Uricchio riassume i risultati di studi scientifici molto estesi (effettuati dal CNR, dall’Università di Bari, dal Politecnico di Bari e da altri atenei italiani, quasi tutti rappresentati dal CoNISMa che è il Polo nazionale interuniversitario Consorzio Scienze Marine) ed evidenzia l’assoluta preziosità del Mar Piccolo che, con le sue peculiari caratteristiche dimensionali, morfologiche ed ecologiche, rappresenta un sistema ambientale particolarmente complesso, unico e di straordinario valore naturalistico. Richiede urgentemente la bonifica degli inquinanti accumulati nei suoi sedimenti e nelle sue acque anche se, grazie alla sua sorprendente resilienza, riesce ancora a essere l’habitat di un patrimonio floro-faunistico di inestimabile valore.

“Sono particolarmente soddisfatto – ha dichiarato il commissario Uricchio – di questo avvio formale di dialogo con il mondo scientifico, che risulta strategico poiché i campi del sapere si fecondano a vicenda, a maggior ragione in azioni come quella della bonifica, che sono intrinsecamente complesse e interdisciplinari e richiedono servizi vari e specialistici. Desidero ringraziare in particolare i professori Casola e Fortunato che con pazienza e passione stanno portando avanti un ampio processo partecipativo in un dialogo ampio e necessario su questa tanto attesa bonifica che costruiremo insieme: insieme alla comunità scientifica, alle categorie produttive, tutti i soggetti interessati e anche a quella parte della città libera da associazioni e appartenenze che, però, ha il diritto di esprimere il proprio punto di vista. Vogliamo ascoltare tutti – ha poi concluso – perché questo risanamento che viene chiesto da più parti, e oggi con chiarezza e impegno anche dal mondo scientifico, è e sarà il risanamento di tutti per il bene della collettività. Tutto. L’ho detto più volte. Questa è la mia idea di transizione giusta.

La Carta per le bonifiche sostenibili, che rappresenta un documento strategico in cui sono cristallizzati i principi di sostenibilità ambientale, economica, temporale, sanitaria, produttiva ed etica degli interventi di bonifica, costituisce uno dei nostri mantra più preziosi”.

Per il prof. Michele Mossa del Politecnico di Bari, “attraverso la fattiva collaborazione con il mondo scientifico, ritengo opportuno completare l’individuazione delle cause dell’inquinamento del Mar Piccolo; cercare una soluzione definitiva a queste cause di inquinamento; intervenire nella maniera più opportuna per bonificare l’area, con il coinvolgimento di diverse competenze interdisciplinari. Questi aspetti – ha concluso Mossa – sono di grande importanza per la tutela dell’ambiente, il benessere dell’intero ecosistema e, quindi, la salute pubblica, nella certezza che ciò avrà forti e positive ricadute anche sull’economia tarantina e quindi italiana”.

La dottoressa Piera Ielpo del CNR si è soffermata sulle variazioni climatiche in corso. “Le temperature globali del pianeta, registrate dal Programma Copernicus – ha spiegato – hanno portato a definire il 2023 come l’anno più caldo mai registrato, con un aumento che ha sfiorato 1,5°C rispetto al clima preindustriale di riferimento. Nel contesto generale della grave crisi climatica che il nostro pianeta sta vivendo, non possiamo più ignorare una trasformazione culturale che vede la cura dell’ambiente al centro delle nostre azioni. In questa visione si inserisce il progetto di bonifica e riqualificazione del Mar Piccolo a Taranto”.

Nel suo breve intervento, il Prof. Angelo Tursi del Conisma, profondo esperto delle problematiche del Mar Piccolo, ha evidenziato la necessità e l’urgenza di procedere alla bonifica delle aree inquinate presenti e la contestuale necessità di tutelare l’elevata biodiversità presente nello stesso bacino . “Bisogna avere – ha aggiunto il prof. Tursi – una visione olistica del problema della bonifica che coinvolga i diversi stakeholders, tra cui sociologi, pedagogisti ed economisti che dovranno associarsi a biologi, geologi, chimici, ingegneri ecc. Insomma – ha poi concluso – serve una visione partecipata individuare, collegialmente, le priorità di intervento”.

Il primo appuntamento pubblico per l’avvio del percorso partecipativo è martedì 4 giugno, a partire dalle 15.30, nella sede del Dipartimento Jonico dell’UniBa, in via Duomo 259.

 
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