cerco famiglia – .

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Jack è solo uno dei tanti cani ospitati dal canile dell’Aquila, scelto da chi ha deciso di adottare un cane, per poi cambiare idea poco tempo dopo. Adesso è ospitato da una volontaria, ma se non troverà famiglia tornerà in canile per l’ennesima volta.
Adottare un cane non deve essere un capriccio: i cani non sono oggetti da cui separarsi quando si è stanchi. Scegliere di adottare un cane è un gesto d’amore.

Non molti lo sanno, ma in canile, anche a L’Aquila, oltre a meticci belli e affettuosi – alcuni problematici, ma presto rieducati – ci sono anche molti cani di razza, anche i giovani, che possono essere portati per vari motivi, come rinuncia alla proprietà, morte dei proprietari, trasloco, bambini con allergie. È quindi possibile trovare bassotti, cocker, barboncini toy, segugi, pitbull, pastori tedeschi, Jack Rassell, barboncini…
Chi decide di adottare un cane, però, deve essere consapevole che si tratta di un atto di responsabilità. Non si adotta per egoismo, magari perché ci si sente soli o perché i bambini hanno bisogno di giocare. No. Adottiamo perché un altro essere vivente ha bisogno del nostro aiuto. Ultimamente, al canile dell’Aquila, Jack è stato riportato nella gabbia per la terza volta.
Adesso pesa circa 20 chili, ha sette anni, è dolce e buono. Sterilizzato, microchippato, vaccinato e sottoposto ad antiparassitario.
É situato in Abruzzo, ma arriva gratis ovunque. Ha bisogno di amore. Per Jack questo è il terzo abbandono: prima ha vissuto con persone che si sono separate e lo hanno portato in canile, poi la nuova famiglia ha avuto problemi, quindi è tornato nuovamente in canile. E ora il terzo abbandono.
Per informazioni contattare il volontario che lo segue con amore a questo numero: +39 339 760 7295.
Raccontiamo la storia di Jack per spiegare le cause dietro questi frequenti eventi.

Jack cane

L’ultima persona che lo ha adottato lo ha riportato in canile con un cappottino. Il cane ormai era affettuoso e non abbandonava il suo padrone: così, quando fu rimesso in gabbia, cominciò a piangere per ore, ad abbaiare, mentre il volontario cercava di consolarlo. Ma la verità è che, purtroppo, di storie come la sua ce ne sono tante.

Angelo Vaira, noto formatore del settore, spiega: “La prima cosa da considerare è che il cane è un soggetto, ha cioè una vita emotiva ricca e complessa. Ciò significa che soffre e gioisce esattamente come noi. Il cane ha sentimenti, vive emozioni, ha aspettative e ha bisogni radicati, a volte molto forti. E uno dei suoi bisogni più forti è quello di sentirsi parte di un gruppo, oltre che sentirsi amato dal gruppo. Questa non è solo una necessità per renderlo felice, ma è una necessità che incide sulla salute stessa del cane.
Per tutti questi motivi – continua – Dobbiamo fare molta attenzione quando decidiamo di adottare un cane. La spinta principale non dovrebbe essere quella di chiederci cosa può darci, anzi, adottare un cane dovrebbe essere il desiderio di chi vuole prendersi cura di un’altra vita. La volontà di chi vuole che il proprio cane abbia una vita felice. Va bene avere passione per i cani, essere felici di vederli crescere insieme ai nostri figli, ma non dobbiamo pensare solo a noi stessi, altrimenti il ​​rapporto con l’animale stesso inizierà male e il cane potrebbe iniziare a mostrare problemi comportamentali“. A questo punto si tende a pensare che sia sufficiente portare il cane dall’addestratore, ma se il problema di fondo è che i bisogni del cane non vengono rispettati, allora l’intervento dell’addestratore non servirà a nulla. Per rendere felice un cane bisogna prima capirlo. Capire cosa gli piace e cosa non gli piace, capire di cosa ha bisogno, come socializza con gli altri cani, portarlo a fare passeggiate per permettergli di esplorare. Solo in questo modo “Il rapporto con il cane diventa un viaggio incredibile, capace di arricchire e arricchire un’affettività che si crea perché il rapporto con il nostro cane diventa un pezzo della nostra vita. Una vita che migliora anche grazie al rapporto con il nostro amico a 4 zampe. Una logica che i bambini sviluppano anche a contatto con i cani.

Adottare un cane significa portarlo via dal canile, luogo dove sicuramente non si trova a suo agio. Portandolo a casa con noi, il cane diventa parte di una famiglia. “Riportarlo indietro è molto dannoso per il cane, trattato come un oggetto. Tra gli aspetti positivi riguardanti l’adozione di un meticcio, c’è un importante fattore legato alla salute: per i meticci, infatti, le aspettative di vita sono migliori rispetto a quelle dei cani di razza. Inoltre, scegliere di adottare un meticcio dal canile è un grande gesto di generosità, poiché allontana il cane da una situazione difficile. Il cane è un animale sociale che ha bisogno di relazioni adeguate, di libertà, di empatia: quando lo scegli non puoi riportarlo indietro per capriccio”. aggiunge un volontario.

 
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