Primo confronto pubblico tra i tre candidati sindaco di Cesena VIDEOGALLERY – .

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Convergenze e divergenze a geometria variabile sulla cultura e scintille sul fronte urbano-ambientale hanno animato il “triello” tra aspiranti sindaci organizzato ieri su temi cari alla sezione cesenate di Italia Nostra, che dal 1987 tenta di fungere da pungolo. Palazzo del Ridotto, davanti a oltre 200 cittadini, Enzo Lattuca (centrosinistra), Marco Casali (centrodestra) e Marco Giangrandi (terzo polo) hanno discusso del futuro di gioielli come la Rocca e la Biblioteca Malatestiana e hanno risposto anche a alcuni stimoli portati a nome dell’associazione da Luciano Terranova e Daniele Molinari.

L’idea del tram

Il primo suggeriva di cercare fondi sovracomunali per costruire una tramvia elettrica, quella che oggi viene chiamata metropolitana leggera di superficie, che corre a ciclo continuo attorno alla città, collegandone i punti nevralgici. L’idea è stata scartata da Lattuca, il quale ritiene che un’opera del genere non sia adatta alla realtà cesenate; Giangrandi ha invece detto che “merita di essere studiato”; Casali ha messo la cosa nel dimenticatoio, convinto che «prima di pensare a nuovi progetti bisogna far funzionare gli autobus “Start Romagna”, che perdono troppe corse».

La fortezza e il museo della città

Su alcuni punti, il sindaco uscente del centrosinistra in cerca del bis e il “terzo incomodo” sostenuto da Cesena siamo noi, Cambiamo e Italia viva hanno fatto fronte comune contro il candidato del centrodestra: ad esempio, hanno detto all’unisono di questa proposta mirava a creare un collegamento veloce (ascensore o altro) tra la piazza e la parte superiore della fortezza. Secondo loro è meglio organizzare delle navette durante gli eventi per facilitare la presenza sul posto.

Su altri temi, come la realizzazione di un museo cittadino a Sant’Agostino, sono stati Casali e Giangrandi ad unire le forze, promettendo che lavoreranno per rilanciare quel progetto. Lattuca, invece, ritiene che un simile contenitore non sia necessario, perché gli mancherebbero i contenuti, visto che spazi come la pinacoteca che sorgerà a Palazzo Oir e il futuro museo archeologico della Malatestiana consentiranno già tesori della città da valorizzare.

La Biblioteca

Interessante la visione diametralmente opposta tra Lattuca e Casali su cosa dovrebbe essere la biblioteca. L’esponente di Fratelli d’Italia ha lanciato una frecciata contro la presenza di una sala da gioco, ritenendo che il motore della ricerca scientifica à la Malatestiana vada “riacceso”, perché “la cultura deve viaggiare verso l’alto, e poi deve essere trasferita anche verso il basso” . Invece, per il sindaco del Pd, «la biblioteca non è un deposito di libri ma un luogo di relazioni, che deve essere di tutti».

Più in generale, la “filosofia” dei due è molto diversa. Casali pensa che «la cultura non la fa la parte pubblica ma quella privata». Lattuca ha invece rivendicato i 15 milioni di euro di finanziamenti intercettati e destinati agli edifici culturali e intende proseguire su questa strada, puntando nei prossimi anni su San Biagio e Palazzo Guidi. Tra queste due posizioni c’è quella di Giangrandi, che vuole un coinvolgimento più ampio dei cittadini, “ricostituendo il Consiglio Cultura”.

Urbanistica e territorio Conad

Le tensioni durante questa prima sfida pubblica tra i tre contendenti sono esplose quando la discussione si è spostata sulla questione del consumo di suolo. Giangrandi ha alzato la bandiera del “basta più cemento”, puntando il dito contro un altro intervento previsto a Case Frini, a due passi dal centro commerciale “Montefiore”. Casali è andato oltre, sottolineando che la proprietà di gran parte di quell’area di 11 ettari appartiene a Conad e accusando l’amministrazione comunale di tutelare “grandi interessi”. Un duro attacco, accompagnato da una battuta tagliente: «Presto metteremo un cartello con la scritta “Conad City” al posto di quello all’ingresso di Cesena». Il sindaco ha reagito con indignazione, affermando che «nel Comune i favoritismi e le scelte non sono mai stati fatti con la logica degli amici o dei nemici». Sul tema specifico del piano Case Frini, chiarisce poi che quell’ampliamento era «già previsto nel Prg del 2000, quando i terreni non erano ancora di proprietà di Conad».

Immobili storici da recuperare

Tra le richieste di Italia Nostra c’è quella di recuperare e valorizzare una serie di edifici di interesse storico, come il palazzaccio, la portaccia, il ponte San Martino, il mulino nei giardini di Serravalle. Su quest’ultimo Lattuca ha detto di non avere in mente progetti pubblici, perché ritiene che sia uno spazio più adatto a progetti privati, come l’ex lazzaretto, mentre per la portaccia prenderà direttamente l’iniziativa il Comune.

 
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