Il verme e il ragno. Andrea d’Amore a Prato – .

Andrea d’Amore, Il verme e il ragno, 2023, veduta dell’installazione presso Villa Aldobrandini Banchieri Rospigliosi, cortesia dell’artista, foto ChorAsis

A Villa Aldobrandini Banchieri Rospigliosi d’Amore indaga le dinamiche sociali consolidate nella creazione di momenti conviviali

Il verme e il ragno è la mostra personale di Andrea d’Amore a cura di Prato da Matteo Binci, con la direzione artistica di ChorAsis. Lo spazio della visione. Mostra che ruota attorno alle potenzialità di trasformazione della materia visiva e culinaria attraverso un processo di ricerca e pratica incline a ribaltare dinamiche sociali consolidate e creare momenti conviviali. Il progetto espositivo, che riunisce opere degli ultimi quattro anni e nuove produzioni site-specific, è collocato in tre diversi ambienti.

Andrea d’Amore, Il verme e il ragno, 2023, veduta dell’installazione presso Villa Aldobrandini Banchieri Rospigliosi, cortesia dell’artista, foto ChorAsis

Nella prima stanza di Villa Aldobrandini Banchieri Rospigliosi l’artista costruisce Pania, un’opera-trappola visiva ed esperienziale composta da distributori di cibo e un vibratore che fa suonare i campanacci, esca per le prede. Un albero di limone ricorda i dispositivi mimetici costruiti per gli appostamenti di caccia agli uccelli. La proprietà della villa comprende infatti un bosco che si estende dietro le sale espositive e che storicamente veniva utilizzato per l’avifauna: una pratica oggi illegale in Italia che utilizzava apparecchi fissi chiamati “uccellande” per la cattura indiscriminata della selvaggina volatile.

La caccia presuppone uno stato predatorio che raramente contempla la possibilità di diventare contemporaneamente preda durante la cattura. L’artista invita il visitatore a chiedersi chi lo sta osservando e se si tratta di un soggetto attivo o di un oggetto predato. Questo ipotetico ribaltamento di prospettiva induce d’Amore ad adottare una postura incline alla metamorfosi e all’identificazione con i corpi di altri esseri viventi come atteggiamento privilegiato nella relazione con l’Altro.

Andrea d’Amore, Il verme e il ragno, 2023, veduta dell’installazione presso Villa Aldobrandini Banchieri Rospigliosi, cortesia dell’artista, foto ChorAsis

Energie complementari

Il dipinto olio su carta restituisce l’iconografia del carro che nei tarocchi allude all’azione e al guerriero o a colui che tiene in mano le redini della propria azione. I due cavalli – energie complementari che rappresentano la dimensione maschile e femminile che qui creano unità – trainano il carro in direzioni opposte, producendo però sempre progresso. Carpet è un enigma e un rimando al video della sala successiva dove appare come un oggetto senza nome e senza funzione, additato e predato dall’artista come un groviglio da dipanarsi: aperto, trasformato, diventa carne, ossa e sangue , torturato con gli strumenti, rimane tuttavia immobile e immutabile, oggetto in quanto tale. Nella stanza è appeso come un trofeo piegato e incatenato. Ritorna ad essere un nodo da sciogliere, un’attrazione per qualcosa di ineffabile, un’ulteriore esca o via di fuga.

La seconda sala è dedicata alla solvibilità, ovvero al dissolvimento della sostanza incrostata nel tempo che rappresenta l’elaborazione psicologica di un passato cristallizzato: l’intento è quello di dimenticare quanto appreso nel corso della vita. Questa disposizione al disimparare viene utilizzata e verificata nel video Un mondo senza nome in cui l’artista si identifica con un individuo che si risveglia in un mondo di cui è il primo abitante umano, ma dove tutti gli oggetti creati dalla storia del Uomo. Gli strumenti e il resto del mondo, però, non hanno ancora un nome. Nel video esegue azioni simboliche attorno ai temi della cura, della penetrazione, del panico e del piacere. È il caso dell’azione predatoria posta in essere da un capanno da caccia. Da dove progetta l’attacco ad un pollaio per finire infine con la demolizione del capannone stesso. Rappresenta lo sforzo di cambiare prospettiva e trovare la convivenza tra animale e umano nello stesso spazio.

Andrea d'Amore, Il verme e il ragno, 2023, veduta dell'installazione presso Villa Aldobrandini Banchieri Rospigliosi, cortesia dell'artista, foto ChorAsis
Andrea d’Amore, Il verme e il ragno, 2023, veduta dell’installazione presso Villa Aldobrandini Banchieri Rospigliosi, cortesia dell’artista, foto ChorAsis

Identità cambiata

I simboli invocati da d’Amore sono propedeutici all’ultimo capitolo del festival, ovvero la riorganizzazione di un’identità mutata e in continua evoluzione. L’artista presenta una tavola apparecchiata e apparecchiata con piatti in terracotta modellati sul calco del proprio volto. I piatti vengono cucinati in nove pentole di terracotta prodotte per la mostra. Che rappresentano – insieme ai coperchi in bassorilievo dipinti con scene tratte dalla storia dell’arte e dalla mitologia – i nodi relazionali di conflitto e i rapporti di discendenza familiare.

La dimensione del convivium è intesa come dispositivo per creare relazioni attorno alla preparazione e al consumo del cibo. È un ecosistema affettivo in cui ogni componente, umana e non umana, ha un ruolo relazionale nella costruzione dell’atmosfera condivisa.

Andrea d'Amore, Il verme e il ragno, 2023, veduta dell'installazione presso Villa Aldobrandini Banchieri Rospigliosi, cortesia dell'artista, foto ChorAsis
Andrea d’Amore, Il verme e il ragno, 2023, veduta dell’installazione presso Villa Aldobrandini Banchieri Rospigliosi, cortesia dell’artista, foto ChorAsis

Commenta con Facebook

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV “La crescita dei ragazzi mi rende orgoglioso. Adesso la semifinale” – Forzaroma.info – Ultime notizie calcio As Roma – Interviste, foto e video – .
NEXT Jane Goodall festeggia i suoi 90 anni on the road, sarà a Roma per il concerto del Primo Maggio – .