Mario Lo Pinto e il suo essere “Ciellino” in un libro raccontato in Famiglia Legnanese – .

“Ringrazio Mario per aver scritto questa testimonianza sulla sua storia. Di aver speso la sua vita adulta non solo per mantenere, sostenere e curare la sua famiglia, ma per “di più”: costruire una comunità cristiana, nella fede e nelle opere che da essa sono nate. È bello allora vedere un uomo che si prende tempo e spazio per scrivere la sua storia su se stesso e la storia che Dio ha intessuto con l’azienda di cui fa parte. Un santo diceva: “Un cuore che si ricorda è un cuore che adora e che ama”.

Con queste parole Suor Rachele Paiusco, di Legnano, superiora delle Missionarie di San Carlo, ci presenta l’opera di Mario Lo Pinto “Una buona misura. Vita di un cielo qualunque”, recentemente pubblicato da Mimep-Docete e che fa seguito ad un precedente lavoro autobiografico dello stesso autore “La mia era sembra fatta di poche ore” (Mimep-Docete, 2022) che descrive la sua esperienza giovanile, fino al matrimonio, centrata sull’incontro con la proposta di vita di Don Giussani in Gioventù Studentesca e Comunione e Liberazione.

Il secondo periodo della vita di Lo Pinto, riassunto nel titolo che prende spunto dal Vangelo di Luca (“Una buona misura sarà versata nel tuo grembo, pigiata, scossa e traboccante”, Luca 6,38) verrà presentato lunedì 6 maggio 2024, alle ore 21, nella Sala Caironi di Villa Jucker a Legnano, Via Matteotti 3, su iniziativa dell’Associazione Alcide De Gasperi di Legnano. L’autore sarà intervistato dal dottor Gabriele Fontana, già docente di Economia e Legislazione delle Biotecnologie presso l’Università dell’Insubria.

Il sottotitolo del libro “Vita di un ragazzo qualunque” esprime il fil rouge che sta alla base di tutti gli episodi raccontati, appartenenti ad una società cristiana che ha segnato tutti i passaggi della vita, da quelli più critici a quelli più gratificanti, con un’importanza particolare sia alla vita familiare nel contesto legnanese, abbracciata fin dal 1985 dopo gli esordi della città a Milano, sia a quella lavorativa, che ha portato Mario, grazie alla sua esperienza di ricercatore nel campo agricolo e sementiero, in giro per il mondo. Mario Lo Pinto ci guida quindi attraverso la sua storia personale e quella di chi gli è stato vicino di volta in volta con leggerezza di spiritouna certa malinconia, un amore per le citazioni e la poesia e una tensione religiosa che si dispiega in tutto il libro.

Il rapporto con Legnano è un altro filo conduttore del libro, che descrive lo sforzo e il tempo necessari per adattarsi a una realtà diversa da quella metropolitana delle origini. Ma l’autore dice in confidenza: “Dopo aver sfogato le mie paure di milanese costretto all’esilio, come Ovidio in Tomis nella provincia del Ponto Eusino – oggi Costanza in Romania -, devo dire che a Legnano alla fine mi sono sentito a mio agio e L’ho accettata, un po’ per forza di cose, come la mia nuova città”.

Per concludere una vita vissuta finora avendo sempre in mente queste parole udite dal sacerdote della zona di GS più di 50 anni fa: “Ragazzi, alla fine di tutto quello che avete detto, avete ancora una vita da vivere che sarà diversa da quello che ti aspetti, sarà ironicamente imprevedibile e ti riserverà il meglio solo se sarai fedele a te stesso e lo vivrai intensamente secondo tutti i suoi fattori”. Con gratitudine per tutti i doni ricevuti, perché tutto è Grazia.

 
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