Torino, MAO bandiera bianca per infondere il coraggio che a volte manca – .

da Redazione, pubblicato il 05/05/2024
Categorie: Notizie/Disclaimer

Dal 2 maggio al 1 settembre 2024 la bandiera di Rirkrit Tiravanija sarà esposta sulla facciata del MAO Torino. Sulla tela bianca la frase “La paura mangia l’anima” invita al coraggio dell’anima.

Esposto dal 2 maggio al 1 settembre 2024, sulla facciata di MAOil Museo d’Arte Orientale di Torinoonde a bianco bandiereil lavoro dell’artista di origine tailandese Rirkrit Tiravanija. È un poster che manda un messaggio chiaro: la frase La paura mangia IL soul, scritto in stampatello nero sul tessuto immacolato, invita infatti al coraggio e alla reazione di fronte alla paralisi causata dal terrore che corrode l’anima. Tiravanija ha fatto della bandiera un oggetto feticcio, simbolo che ritorna con grande frequenza nella sua ricerca a partire dagli anni Novanta. La paura mangia l’anima è ispirata Rainer Werner è il film Fassbinder Angst essen Seele auf (La paura mangia l’anima, del 1973) e, come altre opere dell’artista, trasmette l’attenzione a situazioni di conflitto e guerra, episodi di razzismo e xenofobia. Anche il centro della città di Torino sarà coinvolto nel progetto dell’artista: dal 2 al 31 maggio, quattordici striscioni con altrettante frasi di Tiravanija saranno esposti sotto i portici di via Po, liberamente accessibili ai cittadini. La libertà non può essere simulata, Meno petrolio più coraggio, Non so di cosa stiamo urlando, Domani è la domanda: gli striscioni invitano a interrogarsi su temi attuali e problematici come la crisi ambientale, il ruolo del lavoro nella nostra società, i conflitti tra individui, la violenza sui più deboli e il futuro che ci attende. Sempre dal 2 maggio Galleria d’Arte Agnelli ospiterà un’altra opera di Rirkrit Tiravanija, l’installazione Senza titolo (Domani è la domanda). Il progetto invita le persone a giocare a ping pong sulla terrazza sud della Runway. Le quattro tabelle mostrano la frase “Domani è la domanda” nelle lingue legate alle maggiori comunità diasporiche torinesi: comunità rumena, marocchina, cinese e peruviana. Il gioco diventa occasione per sperimentare nuove forme di socialità, sfidando il concetto di appartenenza nazionale. Tiravanija invita il pubblico a diventare partecipante attivo, mettendo le relazioni umane e l’interazione al centro del futuro.

Note sull’artista

Rirkrit Tiravanija (Buenos Aires, 1961) ha vissuto in molti paesi e ha completato gli studi presso l’Ontario College of Art di Toronto, la Banff Centre School of Fine Arts, l’Art Institute di Chicago, seguendo infine l’Independent Study Program presso il Whitney Museum di Arte americana a New York. Tra gli esponenti più rappresentativi di quella che Nicolas Bourriaud ha definito estetica relazionale, con espliciti riferimenti alle correnti concettuali e d’avanguardia degli anni Sessanta e Settanta come Fluxus, Tiravanija attua nel suo lavoro processi di condivisione, incontro e interazione con il pubblico , spesso utilizzando attività quotidiane come cucinare e mangiare cibo insieme. Presente frequentemente con il suo lavoro alla Biennale di Venezia, Tiravanija ha esposto nei principali musei internazionali tra cui il Museo Guggenheim, il MoMA e il Palais de Tokyo. Nel 2005 ha vinto il Premio Hugo Boss.

Torino, MAO bandiera bianca per infondere il coraggio che a volte manca

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