nessuno ha istigato il suicidio del ristoratore – .

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La Procura di Lodi ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta sul suicidio di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano trovata morta il 14 gennaio sulle rive del fiume Lambro. Secondo gli inquirenti “non vi è stato alcun contributo di terzi”, la donna si è suicidata “annegando” e non vi erano prove di istigazione al suicidio. Il gip deciderà ora se accogliere la richiesta della procura e archiviare il procedimento. Il fascicolo era stato aperto «a ignoti – scrive il pubblico ministero – per il reato di istigazione o aiuto al suicidio. Al termine dell’attività investigativa svolta”, il pubblico ministero ha chiesto l’archiviazione “per assenza di fatti penalmente rilevanti” e per “assenza di altre ipotesi di reato”.

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La donna «si è suicidata annegata» dopo numerosi tentativi di ferirsi «mediante uno strumento tagliente non atto a provocare ferite profonde» e che il suicidio è avvenuto pochi giorni dopo che Pedretti aveva pubblicato «la foto di un’apparente recensione negativa del sede, contenente caratteristiche discriminatorie in termini di orientamento sessuale e disabilità, con l’aggiunta di un proprio commento”. La pubblicazione aveva avuto una grande risonanza mediatica con il contributo di “alcuni blogger e personaggi noti nel mondo dei social network”. Le indagini hanno rivelato che la recensione non era “genuina”.

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Nessuno dei comportamenti posti in essere “da soggetti terzi – sempre secondo la Procura – intervenuti a vario titolo nella vicenda, può in alcun modo qualificarsi come fatto penalmente rilevante riconducibile alle ipotesi di determinazione al suicidio, rafforzamento di l’intenzione di suicidio o di facilitazione”. «Nessuno ha indotto nessuno a suicidarsi. La recensione era falsa”. A scriverlo è stata Selvaggia Lucarelli su «X», che ha fatto un duro passo dalla scarpa riguardo al caso Pedretti. Insieme al compagno, Lorenzo Biagiarelli, la Lucarelli aveva infatti sollevato dubbi sulla veridicità della recensione postata dalla donna. su Facebook. «La stampa ha mentito due volte – ha scritto Lucarelli sul social – dando notizie false sulla rivista e dando notizie false sulle persone responsabili di una morte. Una storia squallida e meschina che racconta bene il sistema”.

 
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