Massimo Zedda: “A Cagliari serve un cambiamento radicale”

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Massimo Zedda è il candidato sindaco del centrosinistra (o Campo Largo) a Elezioni comunali di Cagliari 2024. Si tratta di un ritorno tanto atteso in città, dopo cinque anni da consigliere regionale.

Il nome dell’ex sindaco circolava da almeno tre anni. Le due legislature precedenti (2011-2016 e 2016-2019) avevano consacrato come uno dei nomi di spicco della sinistra italiana. Poi la sconfitta alle regionali contro Solinas. Oggi arriva il rilancio.

Intervenendo al Cagliaripad, Zedda ha spiegato le ragioni che lo hanno portato a ricandidarsi e i progetti per il Cagliari del futuro.

Cosa ti spinge a correre ancora?

Intanto la voglia di migliorare la città, sotto tanti aspetti. Anche sul fronte amministrativo. E poi il cambiamento radicale rispetto agli ultimi cinque anni, che ha comportato una serie di problemi che la città non aveva vissuto. Per quanto bello, per quanto alta sia la qualità della vita, presenta una serie di problemi che richiedono interventi sociali. Ci sono una serie di nuovi problemi dovuti agli ultimi cinque anni di governo di destra che devono essere risolti con cambiamenti radicali.

Negli ultimi giorni, però, la coalizione che lo sostiene ha vissuto alcune tensioni. Qual è la situazione oggi?

La situazione è tranquilla. Non ci sono state difficoltà profonde. C’è stata una discussione, abbiamo una dinamica di confronto sincera. C’è. La coalizione è unita soprattutto sul programma e sull’idea di sviluppo della città.

In passato il detto “è colpa di Zedda” è diventato virale. Oggi, per alcuni cagliaritani, si assiste ad una positiva rivalutazione del governo della propria città. Come si sente?

Questo mi gratifica, senza dubbio. Altrimenti la mia candidatura non sarebbe nemmeno esistita. Se non ci fossero state città e cittadini a riconoscere che in questi cinque anni c’è stato un peggioramento in alcuni ambiti (parcheggi, viabilità, traffico, pulizia, sicurezza, trasporti, manutenzione), è evidente che chi vive in città fare un confronto con il passato. Allo stesso tempo c’è bisogno anche di un miglioramento dell’amministrazione in termini di risposte e servizi.

Sono tanti i punti del programma che intende portare ai cagliaritani. Quali sono i principali?

Ci sono tre punti da cambiare radicalmente e tre che guardano al futuro. Il primo riguarda le strade, il traffico, i parcheggi. Poi pulizia e manutenzione ordinaria di strade e marciapiedi. Capisco anche l’aspetto della pubblica amministrazione. Questi aspetti sono dovuti ad un’amministrazione che non ha funzionato. Ebbe una leadership politica che non piacque ai cittadini e ai cagliaritani. Gli altri aspetti riguardano lo sviluppo: attraendo investimenti, valorizzando le attività economiche esistenti, la città deve ricominciare a ospitare eventi internazionali, di spettacolo, culturali, sportivi, nautici e velici. Infine l’aspetto legato all’eliminazione della burocrazia in accordo con la Regione Sardegna per dare risposte rapide sugli investimenti e la risposta ai cittadini.

Giuseppe Farris, in un’intervista al Cagliaripad, ha evidenziato i suoi fallimenti e quelli di Truzzu su molti temi. Vuoi rispondere?

A me viene imputata soprattutto l’eliminazione dei parcheggi. Non è così. Tanto che quando abbiamo amministrato abbiamo invece aumentato il numero dei parcheggi. Molti dimenticano che l’eliminazione dei contenitori stradali ha creato 1500 posti auto in città. Per non parlare dei nuovi parcheggi a spina di pesce, come quello multipiano di via Sant’Alenixedda. Solo per fare alcuni esempi. La verità, però, è che sotto l’amministrazione Truzzu sono stati tolti migliaia di posti auto. Basti pensare ai parcheggi multipiano chiusi, come quello di via Cesare Battisti. Oppure l’eliminazione dei parcheggi con cantieri in aria, sui quali i lavori vanno accelerati e completati il ​​più velocemente possibile. Hanno creato problemi che prima non esistevano. Basti pensare alle migliaia di segnalazioni che arrivano all’ufficio relazioni con il pubblico. Ci sono problemi nuovi che il Cagliari non aveva mai vissuto.

Uno dei punti più attesi è sicuramente il nuovo stadio del Cagliari. Qual è la sua posizione?

Sono trascorsi cinque anni con un’amministrazione che ha cambiato il quadro urbanistico e ha rallentato i processi e fatto perdere tempo. Dobbiamo ricominciare. Sono in corso le trattative tra governo, Regione, Comune e Cagliari Calcio. I lavori per il nuovo stadio devono quindi iniziare il più rapidamente possibile. E anche il nuovo palazzetto dello sport. Nel frattempo però ci sono problemi molto seri con gli spazi sportivi chiusi o in stato di abbandono e degrado. Su cui dobbiamo investire per migliorarle e riaprirle.

Nella conferenza stampa, quando ha annunciato la sua candidatura, ha parlato di un “secondo Poetto” a Sant’Elia. Quanto è fattibile?

È fattibile, è un elemento che riguarda la riqualificazione urbana del quartiere. Ma non può prescindere dalla scuola, dall’istruzione… dico Sant’Elia ma vale per tutti i quartieri che soffrono di questi problemi. Dicevo: istruzione, rafforzamento dei presidi scolastici, case sanitarie con pediatri e medici, dove non ci sono servizi di questo tipo. L’altro elemento è la formazione professionale affinché le persone possano avere opportunità di lavoro.

Molti, e non solo per il cognome, la paragonano ad Alessandra Zedda. Cosa lo differenzia?

Il fatto di non avere alcun legame politico con la precedente amministrazione regionale Solinas e con l’amministrazione Truzzu di Cagliari. Siete coinvolti nel peggior governo regionale e nel peggior governo cittadino.

Se tornasse sindaco, quale sarebbe l’esempio che seguirebbe?

Nel frattempo guardiamo alle altre realtà europee e alle loro buone pratiche. Come l’uso attento delle risorse pubbliche che provengono dai sacrifici dei cittadini attraverso le tasse e la massima attenzione alle questioni sociali ed educative.

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